Internet of Things, vent’anni di storia e un futuro radioso

Internet of Things, 20 anni di storia e un futuro radioso

Il PoliMI non ha mai smesso di formare talenti e contribuire alla diffusione di idee. In quest’ottica va vista la conferenza Buon Compleanno Internet (of Things).
Ancora una volta l’obbiettivo è sicuramente centrato, e l’aula magna di Milano Bicocca era decisamente affollata: una platea di esperti, giornalisti ed addetti ai lavori ha seguito con grande interesse lo svolgimento dei lavori.

Internet of Things, vent'anni di storia e un futuro radioso

Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation, Politecnico di Milano
Sono passati ormai 20 anni da quando al MIT venne presentato il primo device. Oggi le IoT sono ovunque e la pervasività è evidente. Il tema è tuttavia in fase di totale sviluppo e certamente non siamo ancora arrivati alla sua piena maturità. Ecco lo scopo di giornate come questa, che permettono di cedere informazioni e contenuti, e permettono un costruttivo confronto fra mondo accademico ed industriale.

Internet of Things, vent'anni di storia e un futuro radioso

Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things, School of Management -Politecnico di Milano ha parlato del grande lavoro fatto per produrre la ricerca: 500 progetti IoT esaminati, 665 startup analizzate e via dicendo.
Il mercato italiano delle IoT cresce fortemente, dai 2 miliardi di valore espressi nel 2015, si è passati ai 3,7 miliardi del 2017. Il 2018 è cresciuto in modo ancor più robusto: 35% anno su anno per un totale di 5 miliardi di euro. Di questi, 1,8 miliardi sono servizi, con un tasso di crescita superiore al benchmark di mercato. Quindi, alla parte hardware vengono associati servizi che vengono poi erogati e rivenduti ai clienti; segno di una evoluzione del mercato, che viene sempre più compreso e sfruttato.
Ovviamente, sono ancora servizi standard, come gestione di dati in cloud, o feedback di consumi energetici. Tuttavia, ci si aspetta che il grado di innovazione aumenti fortemente nel breve e medio periodo.

Un esempio? Erminio Polito, Responsabile Telco & Media Italia di Indra Minsait, ha indicato un progetto spagnolo in cui i cassonetti di rifiuti hanno sensoristica in grado di valutare il peso dei materiali conferiti, e di capire conseguentemente quali zone sono più o meno virtuose, potendo quindi intervenire nel concreto con politiche ecologiche davvero puntuali.

Salvadori ha poi ricordato il valore dei dati per il settore IT, in Europa già pari a oltre 60 miliardi di euro. Se si considera che ben 19 miliardi sono attribuibili a dati di localizzazione, è evidente quanto sia il potenziale esprimibile da un parco davvero ampio di device IoT.

Ad esempio, una partnership fra l’assicuratore Aetna e Apple permette di ricevere dati sulla salute dei propri clienti, riuscendo grazie ad essi ad offrire polizze davvero personalizzati.

Maurizio Cortese, Amministratore Delegato di Intesa Sanpaolo Smart Care ha fatto un esempio pratico e sensato: grazie alle IoT, è possibile e anche semplice pensare a modelli di business assicurativi basati su reale utilizzo di automobili, arrivando addirittura a valutare la qualità della guida e non solo la quantità di chilometri percorsi. O ancora, una casa delle vacanze: grazie a dispositivi IoT è possibile stabilire con certezza di quanto venga essa usata, e fare pagare al cliente una polizza corrispondente.

Emerge con forza il tema della partnership: sarà un vero fattore abilitante di business, nello sfruttamento delle IoT. Non una somma, ma un vero elevamento a potenza; questa è la forza di IoT e gestione dei dati, quando più realtà fanno lavoro di squadra attorno ad essi.

Stefania Gilli, IoT Country Manager di Vodafone
Nel 2018 ci aspettavamo grandi investimenti dal settore manifatturiero sulla scia di Industria 4.0, ma nei fatti i numeri generati non sono stati entusiasmanti. Mentre il mondo agricolo, forse anche grazie ad un ricambio generazionale e a concreti benefici ottenibili dalle IoT, si è rivelato particolarmente ricettivo. Ovviamente crediamo molto nel mondo automotive: Non a caso abbiamo creato Vodafone Automotive. Come società, ci stiamo muovendo verso un modello di servizi sempre più evoluti, grazie anche alla nostra dorsale internet fissa e mobile.

Infine, Il mondo smart home. Viene descritto come sicuramente molto promettente. Evidentemente ancora embrionale, soprattutto in Italia, presenta tuttavia enormi margini di crescita. Anche grazie alla sempre maggior diffusione degli smart speaker, che si stanno affermando a velocità altissima. Si tratta certamente di un percorso in fieri, e ancora molto lavoro resta da fare nella interazione con l’uomo, ma è altrettanto evidente che le soluzioni monolitiche di domotica vanno verso un lento ma inesorabile tramonto.