Appian e il low-code, intervista al CEO Matt Calkins

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Abbiamo intervistato Matt Calkins, CEO e fondatore di Appian, leader di mercato nel settore del low-code: semplicità e potenza sono le chiavi del successo.
Il manager americano si dimostra coerente con la sua stessa azienda: una persona concreta, geniale ma assolutamente lineare al tempo stesso. E non potrebbe essere diversamente, dato che Calkins non è solo il CEO di Appian, ma anche il fondatore e il primo promotore delle innovazioni aziendali.

L’idea di base del low-code è tanto semplice quanto disruptive: offrire alle aziende la possibilità di creare le proprie App, senza il limite (spesso invalicabile) di avere a disposizione sviluppatori altamente qualificati.
Una idea talmente innovativa, spiega Calkins, che ogni cliente si dimostra piacevolmente spiazzato dalla flessibilità e dalla potenza della piattaforma Appian. Anche i referenti IT più innovativi hanno rivelato di aver usato Appian in numerose situazioni, ben oltre delle più rosee aspettative. Sono decine (se non centinaia) di migliaia le potenziali aziende clienti, continua il manager. Paradossalmente, l’idea è talmente forte ma nuova al tempo stesso, che molti clienti non sanno ancora di poter ambire a certi risultati.

La prima referenza italiana ufficialmente annunciata è stata Pirelli. Calkins ha sottolineato l’ottimo rapporto con il noto produttore di pneumatici (ma non solo), aggiungendo che il reparto IT ha così apprezzato il low-code di casa Appian da averlo sfruttato sempre di più, risparmiando tempo e denaro, e introducendo sempre nuovi progetti.
Proprio il fattore tempo è la prima esigenza che le aziende clienti cercano di risparmiare. E Appian, in questo, non teme alcun confronto: The Appian Guarantee prevede a tal proposito che i nuovi clienti Appian Cloud possano implementare il loro primo progetto in sole otto settimane e che il personale tecnico possa imparare Appian in sole due settimane. Il paragone con un qualsiasi progetto di sviluppo tradizionale non è neppure proponibile.

Non parliamo solo della capacità di realizzazione: anche chi non lavora in reparti IT potrebbe tranquillamente portare a termine un progetto grazie ad Appian. In questo senso, il vantaggio tecnologico dell’azienda statunitense, rispetto ai competitor, è sicuramente ampio.
Essere un first mover offre di per sé una posizione di privilegio, che però va mantenuta e consolidata con la qualità del lavoro offerto. Appian non solo (grazie al suo fondatore) ha saputo e sa ascoltare le esigenze dei clienti attuali e potenziali, ma sa anche tradurre in soluzioni potenti e semplicissime questi concetti, altrimenti solo teorici.

Peraltro, oltre al già citato risparmio di preziose ore di sviluppo, Appian consente di risolvere alcuni importanti problemi che accomunano tutte le enterprise, a livello globale. Prima di tutto, la grande carenza di personale sufficientemente qualificato. Lo skill shortage si traduce inevitabilmente in un aumento, anche importante, dei costi per questo tipo di figura professionale.
Inoltre, lascia esposte le aziende a problemi di continuità aziendale. Laddove un progetto tradizionale venga seguito da una o più risorse, sarebbe molto difficile per chi dovesse subentrare poter riprendere quanto lasciato incompleto.
Appian risponde a tutti questi limiti: chiunque può lavorare sulle piattaforme del brand, riducendo la necessità di sviluppatori qualificati. Con conseguente risparmio di tempo e denaro, oltre a poter rapidamente subentrare nella gestione di progetti preesistenti.

Non ci sorprende affatto, quindi, la lunga e autorevole lista di aziende clienti (e parliamo solo delle referenze autorizzate): oltre alla già citata Pirelli, solo per fare alcuni nomi: Banca Santander, Barclays, Sprint, o il Dallas Fort Worth International Airport.
Quest’ultimo è un caso emblematico di cosa significhi per Appian sviluppo rapido: in meno di 18 mesi, sono ben 40 le App rilasciate e utilizzate da quasi tutti i dipendenti aeroportuali. Tempi di realizzazione assolutamente impossibili con normali metodologie di sviluppo e coding, a meno di voler (e poter) investire cifre a dir poco esorbitanti.

I numeri del fatturato di Appian sono di tutto rispetto: 226,7 milioni di dollari, +28% nel 2018 rispetto all’anno precedente. E le previsioni preliminari per il 2019 sono altrettanto rosee, con una crescita prevista nell’ordine del 15% – 16%.

Matt Calkins è un brillante esempio di imprenditoria di successo: idee chiare e concrete, capacità di ascoltare il cliente e prevederne le esigenze, e grandi competenze tecniche. Con la rara dote di saper comunicare in modo semplice ma non banale. Qualità indispensabile quando si propone una soluzione indubbiamente eccellente, ma ancora non nota al grande pubblico.