Michel Paulin, CEO di OVH, traccia le differenze tra multi-cloud e cloud ibrido, spiegando come implementare una vera trasformazione digitale.
Una ricerca condotta recentemente da IDG ha evidenziato come l’89% delle aziende abbia investito in iniziative digitali lo scorso anno o intenda farlo nel corso del 2019. Ma nonostante il fermento legato alla trasformazione digitale, implementarla non è sempre semplice: solo il 44% ha adottato questo approccio in maniera organica. L’introduzione di nuove iniziative a livello aziendale può essere una prospettiva scoraggiante per sia per i leader, sia per i dipendenti e i CIO, ma lo è in modo particolare per questi ultimi quando si tratta di valutare il miglior ambiente cloud per un’azienda.
Una trasformazione digitale di successo non è possibile senza un’infrastruttura di base che sia veloce e offra la massima affidabilità e flessibilità. Nello scenario attuale il cloud pubblico non è più la soluzione ideale e le aziende dovrebbero prendere in considerazione una strategia multi-cloud per soddisfare le proprie esigenze.
Prima di parlare dei vantaggi e delle sfide che le aziende devono prendere in considerazione, esaminerò cos’è il multi-cloud e in cosa si differenzia dal cloud ibrido.
Pubblico, privato, ibrido e multi – una lezione di cloud
Viviamo nell’era dell’adozione del cloud: un rapporto pubblicato da Eurostat nel dicembre 2018 ha rivelato che il 26% delle imprese europee utilizza il cloud, in Italia il tasso è leggermente inferiore (23%). Anche se il dato può sembrare basso, il punto è che c’è ancora un enorme spazio per la crescita, dal momento che sempre più aziende stanno avviando una transizione a un’infrastruttura basata su cloud.
Il multi-cloud e il cloud ibrido sono strettamente correlati ma non sono la stessa cosa. Il cloud ibrido, come suggerisce il nome, è una combinazione di servizi cloud pubblici e privati. Per alcuni settori, il modello consente alle organizzazioni di sfruttare i vantaggi del cloud pubblico, mantenendo il proprio cloud privato per dati e applicazioni sensibili, critici o altamente regolamentati.
Negli ultimi anni, la popolarità del cloud pubblico e ibrido ha mostrato come sempre più aziende cerchino servizi off-premise. Ciò detto, il cloud ibrido offre solo un servizio, ovvero un’entità singola. Il multi-cloud, d’altro canto, è composto da una serie di entità che possono essere portate sotto una gestione centralizzata. Una strategia multi-cloud è un approccio che gestisce qualsiasi combinazione di cloud privati, pubblici e ibridi; pertanto, un’organizzazione può avere più cloud pubblici e privati o più cloud ibridi, tutti connessi o meno.
A prescindere dalla tipologia di ambienti cloud in cui si sceglie di operare, sono le innovative caratteristiche tecnologiche insite nell’infrastruttura cloud che hanno permesso alle aziende di ideare nuove soluzioni e servizi a un ritmo più veloce.
Prendiamo ad esempio il fenomeno dell’Internet of Things. La proliferazione di dispositivi indossabili, elettrodomestici intelligenti e sensori di sicurezza è stata resa possibile solo grazie agli sviluppi nell’infrastruttura multi-cloud. Ma mettendo da parte le tendenze globali su Internet, quali sono i vantaggi di una strategia multi-cloud? E quali sono le sfide da prendere in considerazione quando lo si implementa?
Con il multi-cloud il mondo è come un’ostrica
Vale la pena, per un momento, di soffermarsi ad analizzare in prima battuta i vantaggi del cloud ibrido. Il cloud ibrido consente alle organizzazioni di sfruttare la scalabilità offerta dal cloud pubblico, di condividere risorse e migrare tra cloud pubblici e privati per sfruttare ottimizzazioni nei costi delle risorse e i livelli di traffico di rete che con ritmi rapidissimi.
Ciò detto, con il multi-cloud il mondo diventa la tua ostrica. Un approccio multi-cloud fornisce il mix più completo di cloud pubblici e privati e non è necessario che sia obbligatoriamente integrato, a differenza del cloud ibrido. Inoltre, le aziende oggi non devono essere bloccate nel rapporto con un unico fornitore. Alcune piattaforme sono basate su tecnologie open source come OpenStack, ampiamente supportate da una vasta gamma di provider di servizi cloud e vendor. Optare per un cloud aperto offre alle aziende un ulteriore elemento di flessibilità.
Attraverso un rapporto costante con OVH, e combinando l’infrastruttura on-premise e cloud con una strategia multi-cloud, i nostri clienti hanno potuto connettersi alle reti in modo totalmente isolato e sicuro attraverso numerosi punti di presenza in tutto il mondo.
In aggiunta, ho constato come ciò abbia permesso alle organizzazioni di passare al cloud secondo i propri ritmi adottando un approccio flessibile, il tutto rispondendo a precisi obiettivi strategici. Ciò significa che le aziende possono controllare ed eseguire un’applicazione, un carico di lavoro o dati su qualsiasi cloud (pubblico, privato e ibrido) in base ai propri requisiti tecnici specifici.
Un’attenta valutazione
Unitamente ai numerosi vantaggi di una strategia multi-cloud, con il nuovo processo, ci sono anche nuove sfide. Piattaforme cloud multiple possono aumentare la vulnerabilità. Pertanto, richiedono uno sforzo supplementare per ottenere sicurezza, governance e conformità efficaci. Oggi, tuttavia, le aziende dispongono di strumenti di controllo ed eventuali malfunzionamenti possono essere individuati grazie alla crescente competenza dei dipendenti di un azienda in materia di sicurezza. Ad esempio, le organizzazioni possono implementare una formazione obbligatoria del personale IT su come evitare la mancata protezione e quale dovrebbe essere la reazione alla violazione dei dati.
Pertanto, una strategia sulla sicurezza in un multi-cloud di successo richiede l’adozione di una proposta cloud in grado di fornire verifica, analisi e governance continue durante i processi di delivery e operation del software dell’azienda.
Un altro punto da considerare quando si sceglie un cloud differente riguarda il mantenimento del controllo del proprio budget. Per garantire la massima efficienza con una strategia multi-cloud può essere utile avere un team interno in grado di consolidare i dati e fornire un’analisi costi-benefici per l’organizzazione. È inoltre importante monitorare le spese cloud e ottimizzarle in base ai progetti attuali e futuri.
A prescindere dalla propria visione, l’adozione del cloud non è una questione di “sé”, ma di “quando”. È importante sottolineare che se un’azienda sta affrontando un cambiamento, c’è una miriade di ambienti cloud in grado di aiutare le organizzazioni a gestire tale cambiamento. Con il continuo avanzare della tecnologia, l’infrastruttura cloud diventerà un requisito obbligatorio per lo sviluppo e la crescita di organizzazioni di qualsiasi dimensione. Per soddisfare le mutevoli esigenze di ogni realtà stiamo sempre più sostenendo un approccio multi-cloud che consentirà alle aziende di soddisfare le proprie necessità di trasformazione digitale.