Red Hat Storage, SDS open source che accelera il business

Che lo storage dati sia sempre più importante, non stupisce; non tutti però sanno quanto forte sia la tendenza verso le soluzioni di Software Defined Storage.
Chi, certamente, ha le idee molto chiare in merito, è Red Hat.

Red Hat Storage, SDS open source che accelera il business

Alberto Fidanza, Storage Sales Leader ITI Region (Italy, Turkey, Israel, Greece, Cyprus), ci ha fornito un quadro sul mondo Red Hat per lo storage. Prima di tutto, Fidanza ha ricordato la grande importanza di tale comparto all’interno del budget IT.
17 miliardi di dollari, su un totale di 72, ne fanno di fatto la terza voce di spesa più pesante del paniere. Da anni, l’enterprise storage cresce a ritmi di circa il 40% anno su anno, e non si vede alcun segno di rallentamento.

Ovviamente, Red Hat non è (né progetta di essere) un produttore di storage hardware: è il Software Defined Storage il terreno di caccia del leader mondiale del software open source. Con il rapido declino dei sistemi basati su HDD, soppiantati da soluzioni flash entro il 2020, si aprono importanti scenari per i SDS. Grazie alle performance offerte dagli storage flash, entro il 2021 circa il 30% degli enterprise data center sarà basato proprio su software defined storage; un repentino aumento, se si pensa che oggi la quota è di circa il 10%.

Red Hat Storage, SDS open source che accelera il business

D’altronde, i vantaggi di queste soluzioni sono innegabili:
Nessun vincolo di hardware, dato che qualsiasi sistema x86 è compatibile. La possibilità di scegliere hardware standard comporta ovvi risparmi economici. Essendo soluzioni software, evitano rapide obsolescenze. Infine, la scalabilità è sia semplice che economica; fattore di indubbio interesse.
La gamma di Red Hat Storage copre ogni esigenza: la proposta Ceph, per i block storage e gli object storage, e Gluster per i file storage.

Conti alla mano, scegliere soluzioni SDS comporta risparmi enormi, superiori di almeno il 50% in termini di TCO, rispetto ad appliance-based storage. Considerando la grande attenzione al contenimento dei costi, non sorprende affatto l’interesse attorno a questo mondo. In questo senso, il mercato si è dimostrato particolarmente ricettivo: in Italia, i clienti Red Hat Storage sono passati da 2 a 50 in poco più un anno!

Red Hat Storage, SDS open source che accelera il business

Fra i clienti possiamo annoverare quasi tutti i pesi massimi del nostro Paese: tutte le Telco, le prime due energy company, le prime cinque banche, molte aziende di manufacturing, oltre a una massiccia presenza in Ministeri e aziende della pubblica amministrazione. Insomma, una forte presenza in tutta quella che è, a tutti gli effetti, la spina dorsale italiana, a riprova della validità e dell’efficienza di Red Hat anche nel comparto storage.

Fidanza ha confermato che il trend di crescita della divisione Storage di Red Hat è assolutamente positivo, e ci si aspetta che giochi un ruolo sempre maggiore.
Crediamo sia impossibile dare torto al manager italiano: l’aumento del volume di dati sembra essere senza sosta, tanto nel mondo consumer, quanto in quello enterprise. Tecnologie come edge computing e IoT non faranno che premere ancora di più sull’acceleratore e le prossime reti 5G potrebbero perfino creare nuovi modi di “consumare” dati, verso scenari dai contorni non definiti, ma tutti chiaramente indirizzati verso una crescita tanto robusta, quanto duratura nel tempo.

Come spesso accade, sono le realtà più dinamiche a trarre per prime i vantaggi dalle nuove prospettive di sviluppo tecnologico e non solo. In questo, Red Hat ne è un esempio lampante.