Qlik: il valore aziendale e l’alfabetizzazione dei dati

Qlik: il valore aziendale dipende dall’alfabetizzazione dei dati

Commissionato da Qlik, il Data Literacy Index sostiene che le organizzazioni con una buona alfabetizzazione dei dati aziendali hanno un valore superiore fino al 5%. Il Corporate Data Literacy Index è stato creato da Qlik all’interno del Progetto Data Literacy, una nuova community globale che ha lo scopo di favorire discussioni e sviluppare gli strumenti di cui abbiamo bisogno per formare una società sicura e di successo, in grado di leggere e trattare i dati. Tra i soci fondatori: Cognizant, Qlik, Pluralsight, Experian, The Chartered Institute of Marketing e Data to the People.

La Data Literacy, o alfabetizzazione dei dati, è la capacità della forza lavoro di un’azienda di leggere, analizzare, utilizzare i dati per prendere decisioni e comunicare con i dati in tutta l’organizzazione. Oltre ad avere dipendenti che sanno sfruttare i dati, per competere nella quarta rivoluzione industriale, le aziende devono garantire che queste competenze siano utilizzate all’interno del processo decisionale. Nonostante la chiara correlazione tra valore aziendale e alfabetizzazione dei dati, c’è un divario tra il modo in cui le aziende percepiscono l’importanza dei dati e come si stanno attivando in termini di alfabetizzazione dei dati sulla forza lavoro.

Jordan Morrow, Global Head of Data Literacy di Qlik
Accanto alla diffusione di automazione, robotica e intelligenza artificiale, sta emergendo la quarta rivoluzione industriale. I dati saranno il suo linguaggio universale e le aziende che lo padroneggeranno ne trarranno notevoli vantaggi. Eppure, mentre le aziende prestano attenzione all’alfabetizzazione dei dati per il proprio business, la loro disponibilità a impegnare risorse per i dipendenti che si occupano di dati è carente, così come l’impegno ad attuare cambiamenti che consentirebbero decisioni basate sui dati.

L’alfabetizzazione dei dati può migliorare le prestazioni finanziarie
Il Data Literacy Index è un modello rigoroso che classifica le società in base alla disponibilità dei dati necessari e alla capacità di utilizzarli nel processo decisionale. Riguardo alle performance, le organizzazioni classificate nelle prime tre posizioni del Data Literacy Index mostrano un valore aziendale che va dal 3% al 5% in più rispetto alle altre. Inoltre, una migliore alfabetizzazione dei dati sembrerebbe avere una correlazione positiva con altre metriche tra cui il margine lordo, il rendimento delle attività, il rendimento sul capitale e l’utile sulle vendite.

Per stilare il Data Literacy Index sono stati intervistati 604 decision maker di aziende globali provenienti da 10 aree geografiche. Alcuni dati dello studio, definito dagli accademici di Wharton e condotto da PSB Research, evidenziano che:

-Le aziende non sono pronte a spendere per spingere la competenza nell’utilizzo dei dati;
-La maggior parte dei decision maker aziendali ritiene essenziale che i dipendenti siano alfabetizzati, ma solo il 24% della forza lavoro globale è pienamente sicura della propria capacità di leggere e comunicare con i dati;
-Ciò che aggrava ulteriormente il divario di competenze, è che i due terzi delle aziende (63%) stanno pianificando di assumere più dipendenti con competenze di analytics, ma questo onere ricade sul singolo. I leader aziendali non sono infatti disposti a impegnare risorse per migliorare l’alfabetizzazione della propria forza lavoro.

Le aziende europee mostrano maggior maturità in fatto di dati
L’Europa detiene il più alto punteggio di alfabetizzazione dei dati rispetto a qualsiasi altra regione, con Regno Unito, Germania e Francia in testa. Con un punteggio leggermente inferiore, gli Stati Uniti e l’APAC sono più o meno allo stesso livello, sebbene Singapore sia la nazione più alfabetizzata di dati a livello globale.
Ci sono differenze più significative nell’alfabetizzazione tra i vari settori, piuttosto che tra regioni. I settori sanitario, retail e immobiliare sono quelli che hanno registrato performance con i risultati più bassi (con i rispettivi punteggi di 67,1, 69,2 e 70,7), mentre i settori amministrativi, tech e finanziari hanno ottenuto risultati più consistenti (rispettivamente 81,1, 80,2 e 77,4).