Livio Pisciotta, Client Solutions Sales Manager di Dell Italia, ci aiuta a interpretare l’andamento del mercato legato al comparto PC.
Nelle ultime settimane sono arrivate da più parti conferme della crescita del comparto Client: per la prima volta dopo 6 anni il segno più saluta le vendite del trimestre appena concluso, il secondo consecutivo. Non accadeva dal 2012. Ma si tratta davvero di una sorpresa?
A nostro avviso la risposta è no, o almeno non proprio. Tutto questo è dovuto a una serie di elementi – condizioni del mercato, evoluzione di alcuni prodotti, precisi accadimenti – ma anche e soprattutto a una strategia di innovazione che è sempre, e in tutti i settori, il fattore determinante per il successo. Il fatto che, sia a livello globale sia in Italia, la quasi totalità del mercato – circa il 70% – si concentri nelle mani di soli tre produttori (tra cui Dell) consente a queste società di concentrarsi in modo importante sull’innovazione, offrendo sul mercato prodotti sempre più innovativi, frutto degli investimenti in R&D.
Gli ambiti su cui ci si sta focalizzando in modo particolare sono quelli più legati all’utente e all’utilizzo che egli fa dei suoi device, che nella maggioranza dei casi rientrano nella sfera professionale: sempre più persone lavorano fuori dagli orari canonici, da casa o in mobilità, i Millennials sono sempre più attenti alle novità tecnologiche e a come queste possono essere impiegate in modo produttivo, si sviluppano modalità di lavoro sempre più collaborative, anche grazie a una maggiore disponibilità di dati.
Tutto questo non è marginale rispetto alla crescita di cui abbiamo parlato all’inizio: la spinta, sia dall’alto – lato vendor – che dal basso – i clienti -, produce un effetto positivo sul comparto e a beneficiarne sono tutti gli attori della catena: dai produttori, ai distributori e rivenditori fino agli utenti finali. L’ormai noto fenomeno della consumerizzazione si traduce infatti in un’ampia disponibilità di prodotti di nuova generazione. Sebbene infatti i prodotti tradizionali rappresentino ancora la fetta più grande del mercato, sono gli Ultrabook a far registrare crescite importanti, con volumi sempre più vicini a quelli dei notebook tradizionali e i 2-in-1, in particolar modo i convertibili 360°, raddoppiano i volumi di vendita anno su anno. E se i detachable (le tastiere rimuovibili) hanno fatto fatica a decollare, al contrario i convertibili hanno raccolto un gradimento altissimo nel mondo aziendale, complice la riduzione dei pesi e volumi.
Se guardiamo alle altre tipologie di PC, le workstation sembrano non aver mai conosciuto crisi e continuano a crescere, segno che anche in questo ambito migliora la consapevolezza tecnologica. In crescita anche i sistemi Rugged, ossia dispositivi rinforzati per ambienti difficili che, seppur rappresentino volumi bassi rispetto alle altre categorie, sono in crescita sia nella versione notebook che tablet.
Hanno contribuito alla crescita del comparto anche la vendita di tutti quei device collegati ai vari prodotti e che rientrano in un più ampio ecosistema, come le Docking-Station, che permettono gli utilizzi ibridi, ossia trasformano notebook Ultrabook e tablet in vere postazioni fisse (crescono a due cifre, complice anche la standardizzazione tecnologica e di mercato dovuta alla tecnologia Type-C) e i display, spesso utilizzati in coppia per singola postazione o nel formato large, ideali per le sale conferenze/meeting.
Discorso a parte meritano i Chromebook, anch’essi in crescita, ma che ad esempio in Italia faticano a decollare come invece accade nel resto d’Europa. Questo a nostro avviso è dovuto al fatto che nel nostro Paese il mondo Education non ha ancora adottato questa tecnologia e che un altro settore in cui potrebbero essere utilizzati, quello delle aziende medio grandi, non ne sembra particolarmente attratto al momento.
Una cosa è certa: la crescita è trainata dal mondo Professionale più che da quello Consumer, complice anche una serie di accadimenti. Ad esempio, l’epocale cambiamento del sistema operativo introdotto da Microsoft con Windows 10 che ha determinato, nella maggior parte dei casi, la scelta non già di gestirne l’upgrade su una macchina preesistente, ma di acquistare un prodotto che lo prevedesse. Ciò ha dato un notevole impulso alle vendite a livello mondiale nella prima parte dell’anno e continuerà probabilmente anche nel secondo semestre.
Non va poi dimenticato che, dopo uno stallo durato oltre due anni, le aziende di tutte le dimensioni non hanno più potuto rimandare il salto generazionale del proprio parco macchine; vuoi per motivi di compatibilità dei sistemi, di sicurezza, di deadline imposte da normative, ma anche per una sempre maggiore attenzione all’esperienza d’uso del dipendente, che oggi è chiaro influenzare significativamente la sua produttività.
Altro fattore di impulso alle vendite è stata anche la vulnerabilità dei processori che si è scoperta qualche mese fa; in diversi casi infatti questo ha fatto sì che le aziende, soprattutto le grandi, anticipassero il refresh hardware per ovviare rapidamente al problema. Da non sottovalutare nemmeno il fattore legato al costo dei componenti, in particolare delle memorie, che dopo una corsa al rialzo, sembrano essersi stabilizzati, anche se non si prevedono discese a breve.
E per quanto riguarda l’Italia? Da noi la situazione è in evoluzione. Sebbene Dell sia in continua crescita, a livello di mercato vedremo probabilmente una crescita nella seconda metà dell’anno, in leggero ritardo rispetto alla media mondiale.
Sul fronte più squisitamente dei prodotti, in particolare di quelli hardware in ambito Business, va detto che le aziende italiane siano tradizionalmente poco propense alle novità (basti pensare al numero incredibilmente alto di notebook clamshell 15’’ nella fascia di prezzo più bassa); ultimamente però notiamo una certa propensione a sondare “nuovi territori”: per quanto riguarda i notebook, oggi si cercano prodotti di dimensioni variegate (il 13” è sempre più diffuso e viene visto come alternativa in molti casi sia al 12’’ sia al 14’’), cornici ridotte, risoluzioni video sempre più elevate e dischi più veloci, mentre per il comparto dell’All-In-One è lo schermo Touch che guida la scelta.
Più in generale, per quanto riguarda l’Italia, ciò che ci fa piacere rilevare è che, finalmente, anche nel nostro Paese comincia ad esserci una ‘consapevolezza tecnologica’. E in quanto società da sempre impegnata ad esprimere la massima qualità sia nel prodotto sia nel servizio e che ha sempre promosso l’innovazione, evitando prodotti da “scaffale”, questo non può che farci piacere.