Stefano Bossi, AD e direttore generale, delinea lo sviluppo di Vem Sistemi, il cui ottimo stato di salute è evidenziato dall’aumento del fatturato e del personale.
“Il lavoro dell’aggregatore è difficilissimo – sottolinea Stefano Bossi, amministratore delegato e direttore generale di Vem Sistemi -, accedere alla tecnologia è facile o relativamente facile poi serve un valore e un’idea distintiva che marchi la differenza.”
In occasione del VEMFWD2018, Bossi ci ha illustrato caratteristiche e prospettive della società.
L’ecosistema dei partner
Nei progetti si integrano, tra le altre, security, customer application development, data integration, mobile app e per fare questo è importante sviluppare un ecosistema di partner.
Probabilmente ne arriveranno altri perché abbiamo l’obiettivo di sviluppare talenti e anche di far crescere l’ecosistema.
Il che non è facile perché quando si lavora con le startup bisogna essere sicuri che durino nel tempo perché quando si avvia un progetto con un cliente serve stabilità.
Con lo stesso criterio con cui cerchiamo i talenti cerchiamo gli ecosystem partner.
Il lavoro dell’aggregatore è difficilissimo, accedere alla tecnologia è facile o relativamente facile poi serve un valore e un’idea distintiva che marchi la differenza.
Al nostro interno procediamo anche a una revisione degli skill tradizionali, per esempio i soft skill.
Le aziende come la nostra hanno una forte specializzazione sulle competenze e una concentrazione sugli hard skill, addirittura talmente hard che ci sono i tecnici specializzati sui prodotti e le soluzioni di specifici vendor. C’è una forte verticalizzazione specialistica, però gli specialisti corrono il rischio di capire solo una tecnologia.
Quest’anno abbiamo dato come obbligo che una percentuale del budget di formazione fosse investito nei soft skill, per esempio corsi di public speaking, corsi di recitazione, perché è importante che sempre più persone sappiano relazionarsi con l’esterno, bisogna avere più persone in grado di fare da evangelisti della VEM.
I rapporti con i vendor
In generale la gestione dei vendor è semplice perché noi, almeno in alcuno ambiti, abbiamo delle scelte monoteiste. Schneider per il mondo data center infrastructure, NetApp i per big data e lo storage, Cisco per il computing, il networking, lo smartworking.
La trasversalità c’è perché per quanto riguarda la security la tecnologia impone un insieme di soluzioni, non è possibile dare risposte credibili ai clienti con una risposta monolitica per cui abbiamo diversi partner e addirittura abbiamo fondato una società che realizza servizi di cyber defense su tecnologie proprietarie.
La presenza sul territorio
Siamo presenti a Forlì, Padova, Senigallia, Milano e Modena.
Le nostre più che filiali sono sedi perché non sono solo presenze commerciali, per esempio dappertutto abbiamo il magazzino scorte perché questo ci dà la possibilità di eseguire la manutenzione di prossimità e anche questo è un po’ in controtendenza perché molti hanno chiuso le filiali territoriali e se le hanno sono solo rappresentanze commerciali.
La prossimità fisica ai clienti sta pagando.
Sono investimenti maggiori e c’è un rischio di impresa maggiore ma i risultati premiano.
Crescita del fatturato e aumento del numero di dipendenti
Nel 2012 abbiamo fatturato circa 22 milioni di euro, lo scorso anno siamo arrivati a 40,3 milioni di euro e quest’anno ci aspettiamo una crescita ampiamente a due cifre.
L’assunzione di dipendenti è anche legata alla crescita aziendale perché per sostenere la crescita serve la qualità.
La crescita deve essere sostenibile anche per la qualità dei servizi
Questo ha comportato assumere persone ma è necessario sceglierle capaci e poi integrarle, perché bisogna continuare a produrre e allo stesso tempo fare mentoring per integrare le nuove persone e le due attività non sono facili.
Per questo abbiamo potenziato l’area Risorse umane e realizzato programmi di orientamento nelle scuole e nelle università.
Tra l’altro abbiamo un turn over molto basso, nell’ordine del 3%, 6-8 persone all’anno. Quest’anno siamo cresciuti di 44 persone, quasi il 30% come numero di dipendenti, che è una crescita importante.
La distribuzione di queste persone è davvero trasversale, siamo intervenuti ovunque. Giovani avvocati e giovani commercialisti per la parte di credit management e di GDPR, poi ovviamente la maggioranza per l’area technology e anche nell’area commerciale. che forse è la scelta più rischiosa perché mentre un percorso tecnico è più facile da sostenere la crescita delle persone per la vendita è meno preventivabile.
Le opportunità offerte dal GDPR (regolamento generale sulla protezione dei dati – General Data Protection Regulation)
La data di entrata in vigore si avvicina (maggio 2018 – ndr) e VEM ha un team dedicato che già a maggio di quest’anno era completamento saturo fino a maggio del 2018.
Quello che abbiamo fatto è stato di utilizzare ancora una volta un ecosistema. Ci siamo mossi per tempo coinvolgendo studi legali avanzati, quelli orientati verso le consulenze direzionali (uno dei quali peraltro lo utilizziamo anche per aiutare VEM a verificare la nostra conformità al GDPR), perché è un’attività che sta generando tanto lavoro in termini consulenziali, poi ci sarà la ricaduta tecnologica.
Il GDPR ti mette nella straordinaria posizione di advisor del governo dei processi di sicurezza, ma eseguita l’analisi di ciò che è e di come dovrebbe essere (gap analysis) poi c’è l’intervento tecnologico per superare questo differenziale e portare l’azienda a essere conforme al regolamento.