Maurizio Desiderio, Country Manager di F5 Networks, ci spiega come l’innovazione tecnologica stiamo progressivamente assumendo un ruolo importante nel settore sanitario.
L’obiettivo è duplice: ridurre le pressioni economiche e amministrative e, contemporaneamente, fornire un maggiore sostegno alla salute dei cittadini.
Un tema importante, che sottende il cambiamento in atto, è quello dell’evoluzione delle applicazioni. Sia che vengano utilizzate dalle organizzazioni per adattare e semplificare i processi, migliorando l’accesso ai dati e alla cura dei pazienti, sia dai pazienti stessi desiderosi di scoprire nuove modalità che permettano loro di comprendere meglio e gestire il proprio stato di salute, il settore sanitario è destinato a essere trasformato profondamente dall’evoluzione delle applicazioni.
F5 Networks ha recentemente commissionato il report Future of Apps condotto da Foresight Factory, che presenta alcune intuizioni interessanti sui trend tecnologici emergenti e il loro impatto sulla società nel prossimo decennio. I risultati comprendono nuovi trend significativi anche per il futuro del settore healthcare; uno dei più interessanti riguarda l’adozione delle componenti embeddable (cioè dotati chip RFID o NFC), che trasformeranno il modo in cui monitoriamo e ci prendiamo cura della nostra salute.
Una nuova frontiera: l’uomo del futuro
Anche se non ancora molto diffuso, esiste un mercato emergente per i prodotti embeddable, che consentono agli utenti di intraprendere con maggiore facilità diverse azioni, come sbloccare la propria auto o il telefono semplicemente con un cenno della mano – dopo tutto poco tempo fa anche aprire l’auto senza la chiave sembrava rivoluzionario! La tecnologia ci è arrivata rapidamente, e tale velocità si rispecchia anche nell’healthcare.
In medicina, la ricerca sta esplorando la possiblità di sfruttare gli impianti celebrarli per espandere e sviluppare la memoria. Kernel, un’azienda americana che si occupa di “human intelligence”, sta sviluppando una neuro-protesi che potrebbe “imitare, riparare e migliorare le capacità cognitive”. L’azienda intende creare un chip impiantabile, posto nella regione dell’ippocampo in grado di stimolare elettricamente alcuni neuroni. Cercando di replicare il modo in cui le cellule cerebrali comunicano tra di loro, potrebbe aiutare chi ha perdite di memoria o lesioni cerebrali permettendo di creare nuovamente ricordi a lungo termine.
Uno dei pionieri nel campo delle tecnologie per il potenziamento umano o “transumanesimo” è Neil Harbisson, artista e co-fondatore della Fondazione Cyborg, che abbiamo intervistato per il nostro report. Appena nato Harbisson era in grado di vedere solo le tonalità del grigio. Per percepire i colori ha scelto di farsi impiantare un’antenna con un sensore montato sulla testa, che gli permette di percepire colori visibili e invisibili, quali infrarossi e ultravioletti, attraverso le onde sonore.
Grazie all’antenna, Harbisson è anche in grado di ricevere immagini, video, musica o telefonate direttamente nella sua testa tramite dispositivi esterni come telefoni cellulari o satelliti.
Harbisson ha donato antenne a comunità di non vedenti e ipovedenti e crede che quelli che lui definisce gli “eyeborg” ed ogni altra estensione cibernetica debbono essere trattati come parti del corpo e non come strumenti. Ora si sta occupando della progettazione di un nuovo “organo”, che sarà controllato tramite un’applicazione esterna e porterà un’ulteriore dimensione ai suoi sensi.
Forse l’atteggiamento di Harbisson rispetto alla fusione del corpo con la tecnologia può sembrare estremo, ma l’avvento di tecnologie come la stampa 3D anche per la produzione di materiali biologici aprirà certamente nuovi orizzonti e possibilità, anche dal punto di vista dell’anatomia e del potenziamento umano.
In un orizzonte temporale di dieci anni, saranno ancora pochi i consumatori che potranno avviarsi verso questa prospettiva di “potenziamento”, tuttavia, questo concetto porterà alla nascita di una tipologia nuova di applicazioni, molto diverse dalle precedenti, in grado di modificare o aumentare quello che i nostri sensi sperimentano; applicazioni che si trasformeranno in una sorta di “telecomando per il corpo umano”.
Salute e tecnologia: sempre più intrecciate nella nostra vita quotidiana
È sicuramente poco probabile che lo scenario sopra descritto diventi “mainstream” in breve tempo, è certo però che il settore sanitario è sottoposto a una pressione crescente nel trasformare i propri servizi e capacità, con nuove richieste di adeguamento che si susseguono rapidamente e un aumento esponenziale delle preoccupazioni in termini di sicurezza.
In questo contesto, il nostro report Future of Apps mostra chiaramente che la tecnologia e la nostra salute saranno sempre più intrecciate.
A breve termine, mi aspetto di vedere nascere nuove applicazioni che colmeranno la distanza che separa, ad esempio, l’osservazione dei parametri del nostro corpo dalla tecnologia consentendo alle organizzazioni e al singolo individuo di avere una comprensione migliore di se stesso, del sistema sanitario, delle cure che gli sono riservate e dell’impatto che tutto questo avrà sul suo stile di vita. Questo scenario creerà opportunità inimmaginabili anche per chi sarà in grado di fornire queste applicazioni in modo rapido, funzionale e sicuro.
Confrontandoci con le aziende principali del settore sanitario, abbiamo scoperto che molte organizzazioni hanno appena iniziato a trarre vantaggio dalle applicazioni e sono ancora troppo preoccupate delle implicazioni che uno spostamento e un’apertura troppo rapida del mercato potrebbe avere in termini di sicurezza, come quando Barnaby Jack rivelò che era possibile hackerare un pacemaker. L’accesso a un numero sempre crescente di dati personali, unitamente alla capacità di elaborare e gestire queste informazioni a livello locale, porterà anche a nuove opportunità per i consumatori che saranno sempre più “detentori e amministratori” dei propri dati personali.
In sintesi, ritengo che la necessità di una maggiore trasparenza, unita a nuovi modelli e processi aziendali, spingerà sempre più persone a chiedere alle aziende del settore sanitario di salvaguardare i loro dati e migliorare gli standard globali di sicurezza delle applicazioni. In tutto questo, sarà necessario che le organizzazioni dell’healthcare sappiano tenere il passo con l’innovazione e pianifichino il proprio futuro nell’era delle app.