Secondo un’indagine Citrix, lo smart working rappresenta il futuro delle aziende, tuttavia la transizione in atto richiede un’attenta pianificazione e investimenti.Ales Market Research ha intervistato per Citrix 300 responsabili di risorse umane per capire come lo smart working stia cambiando le imprese e i loro dipendenti. Il 44% degli intervistati sostiene attivamente lo smart working e il 61% delle aziende ha una precisa politica per regolare questo tipo di lavoro. Il 72% degli intervistati afferma che i propri dipendenti esprimono esigenze di telelavoro e il 64% incoraggia questo tipo di lavoro adottando nel 60% dei casi policy BYOD.
I vantaggi di questo tipo di approccio al lavoro consentono ai dipendenti di essere sempre connessi e l’84% afferma che lo smart working migliora la flessibilità dell’azienda e che la possibilità di telelavorare rende l’offerta più interessante e competitiva. Il 63% afferma che questi tipo di lavoro viene spesso offerto alle generazioni più giovani.
Benjamin Jolivet, Country Manager di Citrix Italia, South Eastern Europe e Israele
Anche in Italia sono sempre di più le aziende che percepiscono lo Smart Working come un driver per il successo del loro business. Come recentemente rilevato dall’Osservatorio del Politecnico di Milano, con il quale collaboriamo da anni, lo smart working interessa oggi oltre 250.000 lavoratori, ma potenzialmente abbraccia un bacino di oltre 5 milioni. Se pensiamo a un target come quello dei Millennials, infatti, il classico modo di lavorare di fronte a una scrivania e con orari definiti non esiste praticamente più e, proprio per questo, lo smart working è uno strumento vincente per restare competitivi anche nell’attrarre i migliori talenti.
Ci sono comunque anche degli aspetti su cui riflettere, ad esempio il 52% degli intervistati rileva che la dimensione sociale dell’azienda possa essere in pericolo a causa dello smart working e che la mancanza di controllo per il 57% possa ridurre le performance. Inoltre trasformare i posti di lavoro da tradizionali a smart richiede investimenti e il 64% ritiene che sia altamente costoso. Il 56% ritiene che lo smart working non è supportato dalla cultura aziendale. Nondimeno per poter lavorare in modalità smart è richiesta anche una particolare attenzione alla sicurezza dei sistemi informativi e quasi la metà degli intervistati (48%) ritiene che le aziende non siano pronte.
Benjamin Jolivet
Naturalmente, la strada per lo Smart Working non è tutta in discesa, ma anche in Italia la cultura del lavoro sta cambiando e sono sempre di più le aziende che pensano allo spazio di lavoro non più come a un luogo fisico, ma come a uno spazio virtuale sempre disponibile che permetta l’accesso alle app e ai dati in qualsiasi luogo e da qualsiasi dispositivo.