Trovare la causa di un problema in ambiente multi-cloud può essere complicato per gli IT manager, Stefano Bisceglia di KEMP Technologies ci illustra una possibile soluzione al problema.
Collegare un problema di rendimento applicativo alla sua origine in un ambiente implementato sul multi cloud privato e pubblico è una sfida che può richiede davvero molto tempo. Gli Application Delivery Controller (ADC) possono aiutare a scalare e a mantenere sia le prestazioni delle applicazioni sia l’accesso ai server e alle applicazioni. Tuttavia, con applicazioni e componenti distribuiti su numerose reti, servizi cloud e aree geografiche, la congestione della rete può causare problemi di performance tanto quanto un server non performante.
La cattura dei pacchetti e gli strumenti NetFlow sono in grado di fornire un aiuto diagnostico, ma queste soluzioni richiedono una discreta quantità di tempo, competenza e pazienza. In un ambiente ibrido e multi-cloud, tracciare la causa principale di un problema richiede spesso la consulenza di vari strumenti di intelligenge on-premise, di rete e basati su cloud. Nel frattempo, non solamente si stressano le risorse IT, ma i tempi di inattività e il rendimento avranno un impatto negativo sulla produttività e sul fatturato.
C’è un altro modo però. Alcuni degli application delivery controller emergenti forniscono non solo un unico strumento di gestione centralizzata ADC sugli ambienti in cloud e sul data center, ma anche la consapevolezza del protocollo OpenFlow SDN e la visibilità della rete e dell’automazione che essa fornisce. Grazie all’integrazione con i controller standard SDN, gli strumenti di gestione ADC riescono a migliorare le prestazioni applicative, non solo a livello di server, ma anche a livello di rete.
Il diagramma mostra come un’architettura application delivery controller SDN-consapevole potrebbe risolvere un problema di performance applicativa, rilevando la congestione della rete. In questo esempio, lo strumento ADC ha rilevato la congestione del traffico tra VBR 2 e 3 sulla porta 2-3 a 3-2 sul percorso ai server che gestisce. Una volta che la congestione è scoperta, lo strumento si assicura che il controller SDN reindirizzi automaticamente il traffico su un altro percorso meno congestionato per evitare il collo di bottiglia e migliorare il rendimento del network. Il coinvolgimento delle risorse IT è minimo ed i problemi delle applicazioni vengono affrontati e risolti in pochi minuti o addirittura secondi, prima che abbiano un impatto sul business. Si tratta di una soluzione sorprendentemente semplice e rapida ad un problema apparentemente complesso.
Il lancio recente del nuovo framework KEMP360, anche permette agli amministratori IT di risolvere rapidamente i problemi e automatizzare le attività di amministrazione di routine. La soluzione che comprende KEMP360 Central e KEMP360 Vision offre un unico punto di controllo per la gestione, il monitoraggio e la diagnosi delle infrastrutture applicative, contemporaneamente migliora l’efficienza operativa completa per l’azienda grazie ad una maggiore visibilità del panorama applicativo con una considerevole riduzione dei costi generali. Il KEMP360 facilita il rilevamento precoce e proattivo dei problemi prima che possano impattare la performance del network, riducendo i tempi di risoluzione e migliorando la QoE per l’utente finale.
“Con gli ambienti IT sempre più diffusi nei data center interni, nei siti CoLo e nei servizi cloud pubblici, KEMP 360 permette agli amministratori di disporre di un unico punto di gestione, che riduce i carichi di lavoro di amministrazione e migliora notevolmente la disponibilità delle applicazioni attraverso una visibilità superiore dei problemi emergenti e una diagnosi più veloce.” afferma Bisceglia, “KEMP360 è in grado di essere integrata anche con un ambiente SDN (Software Defined Network) per identificare i percorsi congestionati tra i dispositivi di bilanciamento del carico e i server applicativi.”