Buffalo propone la nuova linea di LinkStation 220 per lo storage di rete dei piccoli gruppi di lavoro, degli studi professionali e per ambienti SoHo. A un prezzo contenuto, questo NAS offre caratteristiche interessanti e una buona ergonomia d’uso generale.
La gamma comprende cinque varianti, accomunate da una base hardware entry-level e che prevede l’adozione della CPU Marvell Armada 370 a 800 MHz e 256 MByte di RAM DDR3 a 1.066 MHz. Con questa generazione di NAS, Buffalo punta a soddisfare le esigenze di storage e backup di tutti i giorni e, per meglio assecondare le differenti necessità del mercato propone modelli diskless, a partire da Euro 149,00 (IVA inclusa). In questo caso, laddove si posseggano uno o due drive compatibili con il NAS, sarebbe possibile ridurre i costi iniziali e avviare immediatamente il dispositivo. Diversamente, i due drive bay, compatibili con dischi da 3,5″ e 2,5″ accogliere unità da 1, 2, 3 o 4 TByte come default di fabbrica. Per i test e le prove di usabilità abbiamo ricevuto il modello di taglio intermedio, munito di due hard disk Seagate Barracuda ST2000DM001, con capacità singola di 2 TByte. In questo modo, in base al tipo di configurazione RAID prescelta, sarà possibile disporre di un massimo di 4 TByte di spazio (RAID 0 oppure JBOD).
A livello costruttivo, il prezzo relativamente economico si riflette necessariamente su alcuni dettagli del prodotto, che risulta ben assemblato ma rifinito con materiali plastici di qualità mediocre. Lo sportellino frontale ha il compito di nascondere i due drive bay interni ma il fermo di protezione non include alcuna serratura di sicurezza e appare piuttosto fragile. I dischi alloggiano in una slitta di plastica morbida senza meccanismi di blocco. Il cestello interno è di metallo e incorpora due guide che indirizzano gli hard disk verso le porte Serial Ata della daughterboard avvitata sulla piastra posteriore. L’operazione di rimozione e reinserimento avviene senza dover utilizzare strumenti particolari e non richiede conoscenze tecniche specifiche. La scheda madre principale è invece integrata sul fianco destro del NAS e non è raggiungibile in modo diretto. La scelta di uno chassis compatto (87x126x205 mm) privilegia l’ergonomia nel posizionamento dell’unità in ufficio e sulla scrivania, tuttavia la mancanza di una porta USB frontale, per la sincronia rapida, si fa sentire.
Per poter effettuare questa operazione è necessario utilizzare la porta USB host (ancora di tipo 2.0) integrata sul lato posteriore e l’apposito pulsante “function”. Sempre sul retro della LinkStation 220 sono stati integrati i connettori relativi all’adattatore Ethernet GBit, l’ingresso per l’alimentazione e lo switch per accendere l’unità.
Nonostante il prezzo contenuto e alcune piccole limitazioni, lo storage Buffalo LinkStation 220 vanta caratteristiche tipicamente presenti sui modelli di fascia superiore. Tra queste, il supporto per l’aggregazione di dominio Active Directory, un sistema dedicato di gestione dell’alimentazione e un pacchetto di cinque licenze del software NovaBackup Business Essentials, particolarmente utile per gli ambienti con pochi client. La disponibilità di un pacchetto licenziato “pronto all’uso” permette infatti di programmare al meglio il salvataggio dati dei dispositivi interni all’ufficio.
Il NAS include inoltre un client BitTorrent, il supporto DLNA, iTunes, Bonjour ed Apple TimeMachine.
Per facilitare le operazioni di stampa, il NAS Buffalo include un server dedicato, per convertire eventuali dispositivi USB collegati in vere e proprie stampanti di rete. Per l’accesso remoto, LinkStation 220 incorpora un server FTP e supporta l’accesso Web tramite dispositivi remoti, grazie a WebAccess App, disponibile per iOS, Android e Windows Phone 7 e 8. In questo modo è possibile realizzare una rete di dati condivisi con l’esterno, per un accesso remoto sicuro e per sincronizzare i propri documenti con il cloud personale.