Ponti radio: come funzionano e perché sono indispensabili

La ricezione in diversità di spazio, il riuso intelligente della frequenza, le soluzioni full duplex e le sperimentazioni oltre i 100 GHz rappresentano passi avanti che permettono di soddisfare i requisiti di capacità e latenza-

Ponti radio

I ponti radio sono in grado di collegare aree remote grazie all’utilizzo di connessioni stabili e veloci anche là dove la fibra non può arrivare.

I ponti radio rappresentano oggi una delle tecnologie più strategiche per garantire connessioni stabili e veloci. Anche dove le infrastrutture tradizionali incontrano limiti tecnici o geografici. Basati sulla trasmissione a microonde, continuano a evolversi e a dimostrare prestazioni affidabili anche in condizioni complesse.

Ponti radio e microonde: un binomio ancora decisivo

La tecnologia a microonde è parte delle reti di comunicazione moderne da decenni. Anche se la fibra ottica è ormai la protagonista dell’espansione infrastrutturale, i ponti radio restano indispensabili quando i collegamenti fisici diventano troppo costosi, troppo lenti o impossibili da realizzare. Un recente caso nella regione del Golfo dimostra in modo esemplare quanto questa tecnologia sia ancora centrale e perché la sua rilevanza sia destinata a crescere anche in Europa.

Le onde elettromagnetiche utilizzate per i collegamenti a microonde, comprese tra 4 e 86 GHz, permettono la trasmissione di dati tra due punti fissi, normalmente antenne o tralicci. Si tratta di collegamenti punto-punto, veloci da installare e capaci di raggiungere prestazioni nell’ordine dei gigabit. Rendendoli una soluzione concreta nei contesti in cui la fibra ottica non può arrivare rapidamente.

Ponti radio in condizioni estreme: il caso del Golfo

Un importante operatore come Zain Saudi Arabia aveva la necessità di collegare diverse isole remote alla rete nazionale. La posa di cavi sottomarini risultava impraticabile a causa di condizioni geografiche e climatiche estreme. La soluzione è stata la realizzazione di un collegamento a microonde di 26 chilometri sopra il mare aperto.

Nonostante possa sembrare semplice, il progetto si è rivelato tecnicamente molto impegnativo. L’umidità, l’aria salmastra e la riflessione della luce sull’acqua rappresentavano ostacoli significativi per la stabilità del segnale. Per garantire prestazioni affidabili è stato necessario utilizzare potenze di trasmissione elevate, un allineamento di precisione e la Space Diversity, tecnica che prevede l’uso di più antenne separate per compensare interferenze o guasti.

Il risultato ha superato le aspettative. Un throughput stabile di 2 Gbit/s e una disponibilità del 100% per un mese intero di test, resa possibile grazie alla modulazione multilivello 1024QAM, una tecnologia che permette un uso estremamente efficiente della banda, pur essendo particolarmente sensibile ai disturbi.

Anche in Italia troviamo esempi significativi. Nel collegamento ad alta capacità (800 Mbit/s) tra Pantelleria e Lampedusa, realizzato da TIM e Alcatel-Lucent nel 2015, la tecnologia microwave ha garantito prestazioni elevate nonostante condizioni ambientali molto difficili. Ancora una dimostrazione di come i ponti radio possano operare in scenari complessi con risultati eccellenti.

L’importanza strategica dei ponti radio nelle reti moderne

Il caso del Golfo evidenzia come la tecnologia a microonde non sia più una soluzione emergenziale, ma un’integrazione necessaria alla fibra ottica nei contesti in cui rapidità e flessibilità sono fondamentali. I ponti radio risultano essenziali per collegare impianti industriali remoti, isole, infrastrutture energetiche come l’eolico e tutte quelle zone difficilmente raggiungibili con soluzioni cablate.

La loro efficacia dipende da una progettazione accurata, che comprende la scelta della frequenza, l’altezza delle antenne, l’analisi delle condizioni ambientali e la potenza del sistema. Quando questi elementi sono coordinati con precisione, è possibile garantire collegamenti stabili anche su distanze superiori ai venti chilometri.

In Europa i ponti radio sono parte integrante delle architetture di rete moderne. Molti siti di telefonia mobile, soprattutto nelle zone rurali, utilizzano ancora oggi collegamenti a microonde per raggiungere il core network. Con l’espansione del 5G, il loro ruolo diventa ancora più significativo, perché consentono di realizzare rapidamente la rete di backhaul che collega le celle mobili alla rete principale. Non a caso, oltre il 50% delle stazioni mobili a livello mondiale è collegato tramite ponti radio.

Anche nel settore energetico, industriale e pubblico, questa tecnologia è ampiamente utilizzata per collegare infrastrutture critiche come parchi eolici offshore, stazioni di trasformazione o centrali di controllo remote. L’indipendenza dai cavi tradizionali la rende un elemento fondamentale per garantire resilienza e continuità operativa.

Innovazione costante dei ponti radio nel panorama digitale

L’evoluzione delle reti moderne si fonda sull’equilibrio tra fibra ottica e collegamenti a microonde. La fibra offre capacità elevate, mentre i collegamenti a microonde garantiscono velocità, flessibilità e soprattutto indipendenza dalle infrastrutture fisiche. Questa complementarità è decisiva in un mondo in cui comunicazione, energia e industria richiedono reti sempre più robuste.

Negli ultimi anni la tecnologia microwave ha beneficiato di innovazioni continue. La ricezione in diversità di spazio, il riuso intelligente della frequenza, le soluzioni full duplex e le sperimentazioni oltre i 100 GHz rappresentano passi avanti che permettono di soddisfare i requisiti di capacità e latenza richiesti dalle nuove applicazioni digitali e dal 5G.

È evidente come, dalle isole del Golfo ai parchi eolici offshore, fino alle zone rurali europee, i ponti radio continueranno a svolgere un ruolo chiave nel rendere le reti più rapide, capillari e affidabili dal punto di vista geografico.