Massimo Palermo, VP & Country Manager Italia e Malta di Fortinet, ci parla di sicurezza informatica e di come l’AI stia cambiando le dinamiche di mercato.
La cybersecurity è diventata una priorità a livello dirigenziale, spinta dall’ascesa dell’AI e dai rischi crescenti nelle operazioni aziendali. Come riportato nel “2025 Global Cybersecurity Skills Gap Report di Fortinet” l’AI guida la trasformazione del mercato e rappresenta un elemento imprescindibile per colmare la carenza di competenze nella cybersecurity. L’87% dei professionisti di cybersecurity si aspetta che l’IA migliori il proprio lavoro, offrendo efficienza e supporto in un contesto carente di competenze informatiche, ma ritiene necessario migliorare le proprie skill per sfruttarne appieno il potenziale
Mentre le minacce informatiche continuano ad aumentare, le organizzazioni devono affrontare il fatto che gli attacchi alla sicurezza non sono solo una possibilità, ma una certezza. Allo stesso tempo, si stima una carenza globale di oltre 4,7 milioni di professionisti qualificati, il che comporta che ruoli critici per la sicurezza rimangano vacanti proprio nel momento in cui sono più necessari.
L’86% delle organizzazioni ha subito almeno una violazione informatica nel 2024, e quasi un terzo (28%) ne ha segnalate cinque o più. Queste cifre indicano un aumento significativo rispetto al 2021, quando è stato pubblicato il primo Global Skills Gap Report, in cui l’80% delle organizzazioni aveva segnalato violazioni, e solo il 19% ne aveva subite cinque o più.
Le ripercussioni finanziarie delle violazioni rimangono significative. Più della metà delle organizzazioni intervistate (52%) afferma che gli incidenti informatici costeranno loro oltre 1 milione di dollari nel 2024, in linea con i risultati dell’anno precedente e in forte aumento rispetto al 38% del 2021.
Sicurezza informatica – La promessa dell’AI
L’intelligenza artificiale potrebbe alleggerire il carico di lavoro dei team di sicurezza.
La tecnologia di sicurezza con funzionalità AI è stata ampiamente adottata. Il 97% delle organizzazioni intervistate sta già utilizzando o prevede di implementare soluzioni di cybersecurity basate sull’AI, per il rilevamento e la prevenzione delle minacce – che sono citati come le principali aree di interesse per l’applicazione dell’AI nella cybersecurity.
L’AI può aiutare ad alleviare il carico di lavoro dei team di sicurezza a corto di personale. L’87% dei professionisti di cybersecurity si aspetta che l’AI migliori il proprio ruolo, piuttosto che sostituirlo, offrendo efficienza e supporto in un contesto di carenza di competenze.
AI e Cda, la comprensione dell’impatto resta bassa
La priorità attribuita alla cybersecurity dai Consigli di amministrazione cresce, con il 76% che ha aumentato la propria attenzione sulla questione nel 2024. Quasi tutte le organizzazioni oggi considerano la cybersecurity una priorità, dal punto di vista sia aziendale (96%), sia finanziario (95%). I membri dei Cda non sono sufficientemente consapevoli dei potenziali rischi che l’uso dell’IA comporta per le loro organizzazioni. Meno della metà di tutti gli intervistati (49%) ha indicato che i propri Consigli di amministrazione comprendono appieno i rischi posti dall’IA, ma sono comunque consapevoli del fatto che le proprie organizzazioni stiano già implementando l’IA nei propri programmi di cybersecurity.

Colmare la carenza di competenze
Mentre la carenza di competenze informatiche persiste, le certificazioni continuano a essere molto apprezzate dai datori di lavoro. L’89% dei decision maker IT preferisce assumere candidati in possesso di certificazioni. La maggior parte degli intervistati ha affermato che le certificazioni attestano le conoscenze in materia di cybersecurity (67%), dimostrano la capacità di rimanere aggiornati in un settore in rapida evoluzione (61%), e indicano la familiarità con gli strumenti chiave dei fornitori (56%). Il sostegno delle organizzazioni al finanziamento delle certificazioni è diminuito. Solo il 73% degli intervistati dichiara di essere disposto a pagare per consentire ai dipendenti di ottenere le certificazioni, in calo rispetto all’89% del 2023.






