
Come la sostenibilità aziendale stia trasformando il reporting ESG: da obbligo normativo ad asset competitivo per imprese sia globali che italiane.
La nuova PwC Global Sustainability Survey 2025 evidenzia come la sostenibilità aziendale stia diventando un asset strategico. Il 68% delle imprese che pubblica il report ESG ottiene benefici concreti oltre la compliance. Allo stesso tempo, il 42% delle aziende internazionali soggette alla CSRD – e il 23% in Italia – ha deciso di rinviare l’obbligo di due anni. Mentre cresce il coinvolgimento della leadership. Con il 60% delle imprese che ha aumentato tempo e risorse dedicate al reporting.
I numeri del report sulla sostenibilità aziendale
È questo quanto emerge dalla Global Sustainability Survey di PwC che ha coinvolto 496 executive e professionisti CLevel, di cui 74 italiani, provenienti da 40 Paesi. Il 52% degli intervistati ricopre ruoli legati alla sostenibilità (Chief Sustainability Officer o Head of Sustainability). Il 19% si occupa di reporting ESG. E un ulteriore 19% opera in ambito finance e accounting (CFO, controller, chief accountant). Dal punto di vista delle dimensioni aziendali, il 18% delle imprese ha ricavi superiori a 10 miliardi di dollari. Mentre il 63% si colloca nella fascia tra 100 milioni e 10 miliardi. Geograficamente, il 66% ha sede in Europa occidentale, il 22% in Asia-Pacifico. E il restante 12% è distribuito tra Stati Uniti (6%), Regno Unito (4%), Canada (2%) e America Latina (2%).
I settori più rappresentati sono l’industria manifatturiera e automotive (29%), i servizi finanziari (19%), l’energia, le utilities e le risorse (18%), e i mercati consumer (16%). Il 36% delle aziende ha già pubblicato report ESG, il 41% prevede di farlo secondo la direttiva CSRD, e il 23% in base alle norme ISSB.
Tecnologia e collaborazione: le leve per un reporting efficace
Oltre la metà delle aziende internazionali che ha già pubblicato report ESG utilizza strumenti digitali per la gestione dei dati, il calcolo delle emissioni e la disclosure. L’adozione dell’intelligenza artificiale è quasi triplicata in un solo anno, passando dall’11% al 28%. Le applicazioni più comuni riguardano la redazione e sintesi dei report. L’identificazione dei rischi e l’integrazione dei dati da sistemi diversi. Ma la tecnologia da sola non basta. Il successo del reporting ESG dipende anche dalla collaborazione interfunzionale. Il 37% delle aziende che ha già pubblicato il report ESG ritiene che un coinvolgimento anticipato dei revisori avrebbe migliorato la qualità del reporting (il 43% in Italia).
Sostenibilità aziendale sotto pressione: le imprese rispondono investendo
La pressione per fornire dati ESG è aumentata in modo significativo. Oltre il 60% ha aumentato risorse e tempo dedicati dal top management al reporting ESG. Mentre solo il 5% ha ridotto gli investimenti. Nonostante le incertezze normative, il 42% delle aziende soggette alla CSRD rinvierà il reporting di due anni, in linea con la direttiva UE (in Italia solo il 23%). Mentre un altro 40% ha scelto di pubblicare volontariamente anche senza obbligo. Il valore del reporting ESG è evidente. Il 68% delle aziende che ha già pubblicato il report dichiara di aver ottenuto benefici concreti oltre la compliance. Con un 28% (vs 39% in Italia) che rileva un impatto significativo su decisioni strategiche, gestione dei rischi, trasformazione della supply chain e investimenti.
Le aziende che traggono maggiore valore sono anche quelle che hanno investito di più. Il 56% ha aumentato significativamente le risorse dedicate (36% in Italia), il 40% ha coinvolto maggiormente il top management.