DM Management & Consulting si propone alle aziende clienti come una solution house, per affiancarle e guidarle lungo il percorso della digitalizzazione.
La società è nata nel 2011 con l’intento di sviluppare una soluzione applicativa per la digitalizzazione del manufacturing. Da allora è cresciuta ed è diventata un player di rilievo per il settore delle aziende manifatturiere. Nel 2022, DM è stata acquisita al 100% da uno dei più grandi player internazionali del settore, il gruppo TXT e-solution. Per esaminare le tematiche relative all’Industry 5.0 e alla Smart Factory abbiamo incontrato Stefano Massari, Sales Account Manager del marchio.
– Oggi come si posiziona DM a livello italiano e globale?
A seguito dell’acquisizione nel 2022, DM ha vissuto un riposizionamento di mercato e oggi è un marchio che offre soluzioni specifiche per le medie e grandi imprese manifatturiere, senza però dimenticare il passato, dato che l’azienda mantiene tuttora diversi contatti con le PMI. A seguito di questo cambiamento, DM ha compiuto un salto importante nelle quote di mercato: ora il brand è tra i primi player in Italia e ha ampliato il suo raggio d’azione all’estero, nell’area EMEA e negli USA, grazie a rapporti con nuovi clienti che operano a livello internazionale.
DM sta lavorando per passare da una logica di prodotto MES/MOM (Manufacturing Execution Systems / Manufacturing Operations Management) a soluzioni di più ampio respiro e integrate, sempre adatte alle società manifatturiere. In pratica, si tratta di sistemi che vanno dalla presa in carico dei dati generati dalle macchine fino ad arrivare all’analisi e all’ottimizzazione della produzione, nell’ottica di ottenere risparmi economici a pari livello produttivo.
Questo si ottiene bilanciando i carichi lavorativi delle macchine e degli operatori, gestendo al meglio la manutenzione delle prime e limitando al minimo i fermi macchina. La gestione di una fabbrica moderna è un lavoro complesso, che DM facilita tramite la sua Suite dmp, la cui release più recente è stata presentata nel 2024.
Il gruppo TXT e-solution, di cui DM fa parte, ha poi creato una business unit dedicata alle industrie, dove DM è uno degli attori principali, per offrire una copertura ancora più ampia nel campo delle soluzioni per la fabbrica, così da arrivare a una proposta totalmente integrata, che copre ogni settore produttivo, dall’ingegneria alla gestione della produzione.
Grazie a questa offerta, il fatturato di DM è in crescita, anche in termini di redditività. L’azienda ha definito un piano di investimenti triennale per sviluppare le tecnologie più recenti, in particolare l’intelligenza artificiale. In questo campo, DM ha già compiuto alcuni passi e ha creato un gruppo che sta lavorando per valutare l’applicazione dell’AI all’interno delle sue proposte.
– In quali mercati DM opera e come stanno cambiando?
L’ambito in cui DM opera è quello delle aziende manifatturiere, a prescindere da ciò che costruiscono. Il marchio vanta clienti nei settori metalmeccanico, alimentare, chimico, del lusso, del packaging. Ha inoltre avviato trattative con brand nel campo della moda.
Questa versatilità è possibile perché l’offerta di DM non è verticale, ma è un sistema che al 60% può essere adattato a diversi settori merceologici. Su questa base è poi costruito il resto della soluzione, in base alle esigenze e alle richieste del cliente.
In questi ultimi anni il mondo dell’industria si è evoluto e si sta ancora evolvendo in maniera importante. Si è partiti dal reparto amministrativo-contabile con i sistemi gestionali ERP, poi, per essere sempre più competitivi ed efficienti, l’analisi, il controllo e la gestione si sono allargati ai reparti produttivi. Questa tendenza sta acquistando sempre più forza, perché un controllo consapevole e razionale, basato sui dati, è necessario per essere competitivi e per crescere, per sfruttare al massimo le macchine dei reparti produttivi. DM, con le sue soluzioni, punta proprio a questo.
Digitalizzazione, Smart Factory e Industry 5.0: il punto di vista di DM
Il primo passo per la digitalizzazione di un’azienda è la presa di coscienza che per essere più competitivi ed efficienti è necessario un maggior controllo sulla produttività. Questo porta a problematiche che spesso l’impresa non è in grado di gestire in autonomia: in pratica si parla di digitalizzazione, di Smart Factory, che non è solo il passaggio a macchine comandate da un computer e connesse alla rete, ma anche un cambio di mentalità delle persone a tutti i livelli aziendali, dal presidente all’operaio. Per questo cambio serve la formazione, un’attività che non tutte le aziende sono portate a fare, perché è costosa e richiede tempo.
Ma la formazione è un passo fondamentale, perché è grazie a questa che si prende coscienza dei cambiamenti che devono essere fatti. Un’impresa è composta da diversi reparti che formano un’ideale catena, ogni reparto è cliente di quello precedente e fornitore di quello successivo, e ciascuno deve poter lavorare al meglio, senza sprechi e senza tempi morti. Questo è possibile tramite un’analisi dei flussi di lavoro e dei materiali, perché solo tramite l’analisi si riescono a evidenziare potenziali problemi, come i colli di bottiglia.
Industry 5.0 è una serie di norme tese a stimolare le industrie a percorrere la strada della digitalizzazione, ma, stando ai dati disponibili, non sta avendo il successo dell’Industry 4.0.
L’Industry 5.0 introduce il concetto di progetto, necessario per avere i vantaggi fiscali. Questo progetto deve basarsi sulla riduzione dei consumi energetici, ma per ottenere un risparmio energetico bisogna ottimizzare la fabbrica e renderla più efficiente a livello di linee di produzione. Di conseguenza cambia la logica per approcciare queste tematiche e gli stessi consulenti devono fare un salto qualitativo, perché è possibile ottenere un aumento di efficienza in molti modi. È fondamentale raccogliere una grande quantità di dati sul funzionamento di tutte le macchine delle linee produttive, poi interpretarli e analizzarli per estrarre informazioni utili.
Questo step evolutivo è molto complesso dal punto di vista burocratico, perché richiede valutazioni ex ante riguardanti le previsioni e le stime dei miglioramenti ottenibili. È poi necessario dichiarare i valori ottenuti ex post, e, dopo cinque anni, verificare che quello che è stato stabilito si sia effettivamente concretizzato.
Il Governo sta promulgando diverse semplificazioni della 5.0, ma i tempi per il loro recepimento sono comunque lunghi e la scadenza del 31 dicembre 2025 per la presentazione dei progetti per Industry 5.0 è sempre più vicina.
– Come potenziare le competenze delle imprese in un’Italia afflitta da scarsi investimenti e carenza di conoscenze?
Se vogliamo che ci sia una forte spinta verso la digitalizzazione, verso un vero cambiamento tecnologico delle imprese italiane, bisogna partire dalla base, ovvero macchine che comunichino in maniera efficace dati significativi e personale formato. Ma la formazione non può limitarsi al sapere come si usa una macchina o un software, deve far capire a ogni impiegato quali sono i vantaggi di una maggiore efficienza. Serve un vero e proprio salto culturale, che purtroppo molte imprese non vogliono compiere.
Soprattutto in un periodo così difficile come quello attuale, tra crisi energetica, instabilità internazionali e dazi crescenti, le aziende manifatturiere non devono chiudersi a riccio, ma avere il coraggio e la lungimiranza di investire nella formazione del personale e nell’aggiornamento delle attrezzature produttive. Solo così possono e potranno essere reattive per fronteggiare questa crisi.
Su questo fronte, DM cerca di fare la sua parte, innanzitutto al proprio interno, organizzando sia attività per migliorare la cultura interna circa la digitalizzazione delle imprese sia stringendo rapporti con le università, accogliendo tirocinanti e stagisti.
Il marchio organizza anche corsi di formazione nelle aziende clienti, con simulazioni di quanto è possibile migliorare con l’adozione della sua Suite dmp. La formazione include visite presso realtà che hanno già raggiunto un buon livello di digitalizzazione, così da favorire un dialogo tra imprenditori. Il 24 ottobre dell’anno scorso DM ha organizzato con Focus PLM ed Ennova l’evento TXT Industrial Connect 2024 presso il museo Alfa Romeo di Arese. Durante una sessione dedicata, un cliente ha presentato i risultati ottenuti in produzione grazie all’applicazione delle tecnologie digitali.
– Quali sono la vision, i valori, l’offerta di DM nella trasformazione digitale dei processi produttivi?
DM definisce con il cliente gli obiettivi che si vogliono raggiungere, per fare in modo che l’azienda cresca. Una crescita non solo economica, perché la digitalizzazione deve portare miglioramenti in tutti gli ambiti, dalla produzione alla qualità degli articoli che escono dallo stabilimento.
Il valore, per DM, è avere un dialogo con il cliente, un rapporto che metta al centro l’individuo, perché le imprese sono fatte e guidate da persone.
L’azienda si propone non come una semplice software house ma come una solution house, capace di offrire architetture evolute per lo sviluppo delle imprese. Si tratta di un servizio a 360°, dove fornitore e cliente lavorano “fianco a fianco” con un obiettivo comune.