Aumentano gli stabilimenti balneari che utilizzano un software per la gestione delle prenotazioni, con un trend a +35% rispetto allo scorso anno. Le analisi di Spiagge.it.
Le stime per il 2026 rilevano che entro l’anno, oltre il 50% degli stabilimenti balneari utilizzerà soluzioni digitali di prenotazione, sfruttando funzionalità avanzate anche integrate con IA, per consentire esperienze personalizzate. 2500 sono gli stabilimenti che, su un totale di 7200 censiti in Italia, hanno già adottato soluzioni digitali per la gestione della spiaggia mentre 1800 sono le strutture che hanno avuto almeno una prenotazione online nella stagione 2024.
+35% degli stabilimenti hanno utilizzato un software gestionale per la spiaggia, contro il 6% di 4 anni fa. Quest’estate il canale online ha raggiunto il 2% della spesa estiva per il noleggio di servizi balneari in Italia, con un volume superiore ai 50 milioni di euro; 11 volte di più rispetto a quanto stimato nell’estate 2020.
Osservatorio sulla digitalizzazione del settore balneare
Le stime per il 2026: funzionalità avanzate per esperienze personalizzate
I clienti sono alla ricerca di canali digitali per la prenotazione di esperienze extra, per vivere a pieno la loro vacanza. Per soddisfare le aspettative, i gestori faranno ricorso a piattaforme tecnologiche evolute per sfruttare al meglio i dati, gli analytics e abilitare servizi di automazione marketing.
Protagonista del cambiamento nel settore sarà l’intelligenza artificiale. Gli strumenti di prenotazione del futuro sfrutteranno la ricerca conversazionale, che permetterà di pianificare la vacanza con il supporto di un agente virtuale.
Il turista digitale
Il turista digitale ha un’età media di 25-40 anni, è un lavoratore impegnato in orario d’ufficio che prenota online in orari serali, quando lo stabilimento è chiuso. Predilige organizzare le vacanze con la famiglia e apprezza la chiarezza delle politiche di cancellazione delle piattaforme online.
La spesa media effettuata per un ombrellone è di 36,00 euro con prenotazioni che durano mediamente 1,3 giorni e includono un ombrellone. La durata media di una vacanza del turista tipo al mare è di 7 giorni; inizia a prenotare il proprio posto in spiaggia già da gennaio anche se è nei mesi successivi che vengono finalizzate la maggior parte delle prenotazioni: il 10% del totale prenotato online viene raggiunto entro maggio, prevalentemente per assicurarsi un posto in spiaggia nei mesi di luglio e agosto.
E gli stranieri?
Sempre più turisti stranieri scelgono il canale online per prenotare le postazioni in spiaggia, dimostrando una crescente fiducia nei servizi digitali per organizzare le proprie vacanze. Nella piattaforma spiagge.it questi rappresentano il 21% delle prenotazioni online, una quota in costante crescita che evidenzia l’importanza di adattare l’offerta a un pubblico internazionale.
Questa tipologia di utenti effettua prenotazioni più lunghe, spende di più e decide con largo anticipo.
Le regioni con il numero più alto di prenotazioni da parte di turisti stranieri sono: Friuli-Venezia Giulia (41%), seguita da Campania (36%), Sardegna e Veneto (entrambe 21%).
In Friuli-Venezia Giulia e Campania, gli stranieri rappresentano oltre il 35% delle prenotazioni online, con un anticipo nella prenotazione della vacanza di circa 25 giorni. In Liguria, Puglia, Sicilia e Sardegna, gli stranieri rappresentano tra il 15-20% delle prenotazioni online e prenotano con un anticipo di circa 7 giorni. In Calabria, Lazio e Basilicata gli stranieri invece sono in minoranza. In queste regioni gli stranieri prenotano con un anticipo di 6 giorni.
Settore balneare, limiti e sfide digitali
Secondo l’analisi dei dati della piattaforma spiagge.it, province quali Napoli, Savona, Salerno e Lecce spiccano per un numero particolarmente elevato di ricerche, segno di un grande interesse da parte dei turisti. Tuttavia, anche in province meno conosciute o con minore visibilità c’è una domanda latente che spesso però non trova un’offerta adeguata.
I principali gap digitali che limitano la crescita in alcune zone litorali d’Italia sono in primis la mancanza o l’inefficacia del sito web: circa il 50% degli stabilimenti non dispone di un sito web adeguato oppure non l’ha affatto. Nello specifico, il 30% degli stabilimenti ne è proprio sprovvisto, il che determina una potenziale perdita di valore prenotazioni di circa 15mila euro per stabilimento rispetto a chi ha un sito web ottimizzato per ricevere prenotazioni.
Chi ha un sito ben strutturato riesce a generare introiti fino a 3 volte in più rispetto a chi non l’ha.
Ma c’è di più, i gestori tendono a favorire gli abbonamenti stagionali, limitando la disponibilità per i clienti occasionali, più propensi a prenotare tramite piattaforme digitali e a contribuire così a incrementare la visibilità web dello stabilimento. In media, gli stabilimenti balneari con meno del 40% di occupazione stagionale registrano il doppio delle prenotazioni online rispetto a quelli con spiagge principalmente occupate da clienti stagionali.
Infine, troppi stabilimenti non sono presenti sui principali portali di prenotazione e non sfruttano le potenzialità offerte dai motori di ricerca per migliorare la visibilità organica o attraverso campagne pubblicitarie.