Un’indagine di IBM evidenzia come nelle aziende dell’area EMEA la produttività cresca grazie all’impiego dell’AI prevedendo un ritorno dell’investimento (ROI) entro i prossimi 12 mesi. La ricerca ‘The Race for ROI’ però evidenzia che le PMI e le organizzazioni del settore pubblico siano in ritardo nel tradurre l’AI in benefici di produttività rispetto alle grandi aziende private.
Il parere dei senior leader
Realizzato in collaborazione con Censuswide, il report si basa su 3.500 interviste a senior leader di 10 Paesi, compresa l’Italia. Gli intervistati provengono da organizzazioni che attualmente utilizzano strumenti di intelligenza artificiale che rappresentano vari settori. Il 66% di tutti gli intervistati ha dichiarato che la propria azienda ha ottenuto significativi miglioramenti della produttività operativa grazie all’AI, quota che in Italia scende al 56%. In particolare, il 13% dei senior leader italiani riferisce che questi benefici hanno influito sulla trasformazione del loro modello di business.
Meno costi e più ricavi e soddisfazione dei dipendenti
Nell’area EMEA circa un intervistato su 5 ha dichiarato che la propria organizzazione ha già raggiunto gli obiettivi di ROI grazie all’aumento di produttività basata sull’intelligenza artificiale. Mentre il 41% prevede in media di conseguirli entro 12 mesi. Tra gli impatti più citati riduzione dei costi (41%), risparmio di tempo (45%), aumento dei ricavi (37%), soddisfazione dei dipendenti (42%) e incremento del Net Promoter Score (43%). Inoltre, ci si attende che l’introduzione degli agenti di intelligenza artificiale porti vantaggi ancor più significativi: il 92% dei leader prevede un ROI misurabile entro 2 anni dall’adozione di AI agentica.
La zona EMEA
A livello EMEA, le aree di business dove ci si aspetta il maggiore impatto sulla produttività sono lo sviluppo software e l’IT in generale (32%), il servizio clienti (32%) e gli acquisti (27%). Parallelamente, i leader EMEA indicano come principali vantaggi la maggiore efficienza operativa (55%), il miglioramento dei processi decisionali (50%). Oltre alla possibilità di dotare i lavoratori di strumenti migliori grazie all’automazione delle attività ripetitive (48%).
L’impatto sulla produttività in Italia
Nel nostro Paese l’aumento di produttività abilitato dall’intelligenza artificiale è più evidente in alcuni settori. Come ad esempio automotive e i trasporti (67%), energia e servizi pubblici (60%), informatica e software (57%), manifatturiero (60%) e logistica (75%). In tutti questi ambiti oltre la metà dei senior leader segnala incrementi significativi dell’efficienza operativa. Tuttavia, non solo in Italia ma in tutta l’area EMEA, i benefici non sono distribuiti in modo uniforme. Infatti il 72% delle grandi imprese intervistate ha dichiarato un aumento della produttività grazie all’AI, solo il 55% delle PMI riporta lo stesso risultato.
Come l’intelligenza artificiale trasforma i modelli di business
Nell’area EMEA, i dati mostrano che i leader fanno sempre più leva sull’AI per guidare la trasformazione strategica del business. Il 66% degli intervistati segnala aumenti significativi di produttività e il 24% attribuisce all’AI il cambiamento del proprio modello di business. Sorprendentemente, circa un terzo degli intervistati sta già impiegando l’AI per ripensare le proprie operazioni. In particolare, per accelerare i tempi dell’innovazione (36%); dare continuità a processi decisionali basati sull’AI anziché su cicli di pianificazione periodici (32%). Infine per ridisegnare i flussi di valore intorno all’AI, anziché limitarsi ad automatizzare le fasi esistenti (32%). Due intervistati su 5 intendono intervenire in tutte queste aree. Il 48% dei senior leader considera questa tecnologia un alleato a supporto dei lavoratori.
Tanti i benefici per i dipendenti
Tra i 200 leader italiani, le cui organizzazioni utilizzano già strumenti di AI, il 51% afferma che i dipendenti possono investire più tempo nel miglioramento dei processi operativi. Beneficiano dell’adozione anche l’analisi avanzata dei dati (36%), il lavoro creativo (29%), le iniziative di engagement dei dipendenti (28%) e la collaborazione interfunzionale (27%). I leader segnalano, inoltre, una maggiore focalizzazione all’innovazione (26%), alla pianificazione strategica (25%) e all’attenzione verso la sostenibilità (24%). Con quasi uno su 5 che evidenzia relazioni più solide con i clienti e maggiori opportunità di sviluppo professionale.
A cosa dare priorità per un incremento della produttività
Lo studio ha evidenziato che apertura, interoperabilità e scelta sono priorità trasversali a tutte le organizzazioni. L’85% degli intervistati considera fondamentale la trasparenza di sistemi e modelli di intelligenza artificiale, per adottare tecnologia etiche e responsabili. Parallelamente, l’84% ritiene essenziale l’interoperabilità, così da integrare in modo fluido gli strumenti di AI con i sistemi IT esistenti e massimizzare efficienza e adattabilità. Un ulteriore 85% apprezza la possibilità di scegliere e adattare soluzioni o fornitori di AI in base alle esigenze d’uso. Sottolineando una forte esigenza di evitare scatole nere e situazioni di lock-in.
Superare il rischio e la complessità
Sebbene i risultati indichino progressi verso un ROI crescente, emergono anche timori. In particolare su sicurezza, privacy ed etica – dal rischio di violazioni dei dati all’affidabilità dei sistemi – che il 66% identifica come principale ostacolo a scalare i progetti pilota di successo. A breve distanza seguono le sfide relative alla complessità IT, in particolare l’integrazione dell’intelligenza artificiale con sistemi legacy, citate dal 65% dei senior leader.
Come accelerare il ROI: cinque priorità
- Stabilire un modello operativo efficace per l’AI. Un approccio comune e universalmente compreso per la trasformazione di tutta l’organizzazione grazie all’AI. Insieme a una chiara ownership, è fondamentale per ottenere i ROI attesi.
- Coltivare l’alfabetizzazione dell’AI e una cultura dell’innovazione, dal cda a tutti i livelli. Nei prossimi anni, gli strumenti di AI saranno sempre più integrati in ogni interazione. La diffusione della conoscenza su come e perché utilizzare questi strumenti tra team e funzioni aiuterà l’organizzazione ad adattarsi e prosperare. E questo man mano che le capacità dell’AI e le opportunità che ne derivano continueranno a evolversi.
- Prendere confidenza con l’incertezza e i rapidi cambiamenti: ovunque stiamo entrando nell’era dell’intelligenza artificiale. Gli strumenti di AI saranno integrati in ogni livello di interazione: nei motori di ricerca, nei dispositivi con cui le persone interagiscono e nelle aziende con cui vengono in contatto. Avere successo in questa fase significa sviluppare una cultura che abbracci il cambiamento e l’incertezza e favorisca un’innovazione rapida e mirata.
- Comprendere i rischi legati all’implementazione dell’AI. Come per ogni tecnologia, l’AI va applicata con cautela e con una comprensione dettagliata dei rischi normativi, reputazionali e operativi. Le aziende dovrebbero adottare solidi strumenti e processi di governance dell’AI per monitorare e mitigare i potenziali rischi, come la condivisione non autorizzata dei dati e i pregiudizi indesiderati.
- Istituire un ‘AI Board’ interaziendale per mitigare il rischio. Il suo ruolo è definire i principi etici e la propensione al rischio e valutare i casi d’uso dell’AI prima che vengano implementati. Questo, combinato con una maggiore alfabetizzazione sull’AI, darà alle business unit un elevato livello di autonomia per agire in sicurezza.






