SAP: con l’AI, un nuovo modo di fare impresa

L'autonomous enterprise, il modello di impresa permeato dall'intelligenza artificiale, si costruisce attraverso un "circolo virtuoso che parte dall'applicazione, va ai dati, coinvolge l'AI e poi ritorna".

trasformazione aziendale

L’intelligenza artificiale sta ridefinendo le priorità aziendali in Italia, dove l’adozione della Gen AI è in cima alle agende. L’Amministratore Delegato di SAP Italia, Carla Masperi, ha aperto i lavori del SAP NOW AI Tour delineando una chiara visione strategica.

L’AI calata nel business

È chiaro che l’AI è al centro dell’attenzione – ha esordito Masperi –, ma vogliamo dare un flavour un po’ particolare. Ricordiamoci che la nostra è sempre una business AI, quindi, non partiamo dalla tecnologia in senso stretto e fine a sé stessa, ma proviamo subito a calarla nel business. Questo è il principio dietro al sottotitolo Unleash your future with business AI, perché l’AI “può aprire nuovi orizzonti al futuro e può aprire anche un nuovo modo di fare impresa. È il concetto di autonomous enterprise”.

processi aziendali

L’AI è vista come una risposta fondamentale all’incertezza, che è il denominatore comune dei nostri tempi. Le aziende cercano resilienza e prontezza ai cambiamenti: “la domanda più importante da parte delle aziende è come risolvere i problemi, come far fronte alle sfide o come diventare più resilienti, più pronte ai cambiamenti di mercato” ha aggiunto Masperi.

Dati, rischi e strategia SAP

I dati del recente studio SAP Business and Technology Priorities confermano che la quasi totalità del campione intervistato (12.000 decision maker nel mondo, di cui 575 in Italia) basa la crescita della propria organizzazione sull’efficienza, con il 94,9% che dà priorità alla semplificazione e al miglioramento dei processi. Tra le sfide più urgenti, il 38,1% lamenta interruzioni o debolezze del procurement e della supply chain, un dato che Masperi sottolinea come variabile o sfida a cui occorre far fronte ogni giorno.

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Riguardo ai rischi dell’AI, il 29% delle organizzazioni teme di agire sulla base di informazioni errate, le note allucinazioni. Su questo Masperi è categorica: “È cruciale trovare il giusto equilibrio, quindi, guardare a questa tecnologia con la giusta curiosità e la giusta comprensione delle potenzialità, ma senza trascurare il fatto che un’adozione superficiale o non preparata può portare appunto rischi“.

Il circolo virtuoso che porta all’autonomous enterprise

L’autonomous enterprise, il modello di impresa permeato dall’intelligenza artificiale, si costruisce attraverso un “circolo virtuoso che parte dall’applicazione, va ai dati, coinvolge l’AI e poi ritorna – spiega Masperi –. Fondamentale è la base dati, che SAP sta arricchendo in partnership con Databricks, permettendo di abbinare i dati enterprise con dati esterni. Questo vuol dire creare una base dati che è arricchita e su cui l’AI ovviamente può prosperare“.

L’AI rovescia un po’ il modo in cui concepiamo le applicazioni – aggiunge Masperi – e questo è il motivo per cui stiamo pesantemente guardando alla base applicativa come la business suite“. In un’ottica di ottimizzazione dei processi e di valorizzazione del capitale umano, il supporto a tale trasformazione si concretizza nell’introduzione di agenti di intelligenza artificiale deputati a specifiche funzioni aziendali (quali human resource, finanza e supply chain). Come illustrato da Masperi, “l’agente, l’assistente per ruolo è qualcuno che conosce bene i miei compiti e quindi come un vero assistente mi aiuta a svolgerli”.

Il pragmatismo nell’industria e la ricerca di efficienza

L’efficacia dell’intelligenza artificiale si manifesta pienamente nella sua applicazione pratica in ambito industriale. Paolo Cervini, Ceo di Polifin, ha sottolineato la necessità di adottare un approccio rigorosamente pragmatico nei settori manifatturiero e delle costruzioni.

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Come dichiarato da Cervini: “Per realtà come le nostre, le applicazioni devono essere sviluppate con un elevato pragmatismo, un po’ per evitare di fare voli pindarici che poi possano risultare dannosi, un po’ per evitare l’immobilismo e la negazione dell’impatto di tali evoluzioni“. Tale orientamento ha rappresentato la chiave per la crescita dimensionale del gruppo, resa possibile unicamente grazie a un “percorso strutturato e strategico di digitalizzazione dell’azienda“, mirato a definire “un piano strategico di adozione dell’AI in modo da renderlo efficace ed efficiente anche in termini di investimenti“.

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Anche Gianfranco D’Amico, CEO del Gruppo Nutkao, produttore di ingredienti per il settore dolciario, ha riconosciuto che la rapida crescita (quadruplicata in 6 anni) ha richiesto una base tecnologica solida: “Questo sviluppo così rapido non si puoi fare se non hai una piattaforma, una base tecnologica adeguata”, ha affermato. Per D’Amico, l’AI è una rivoluzione copernicana, vitale per la predittività in un contesto minacciato dai cambiamenti climatici fondamentali per materie prime come la fava di cacao che sono essenziali per Nutkao, che deve gestire una filiera complessa, che parte dal Ghana e arriva in Europa. L’azienda ha adottato il cloud per l’agilità e la scalabilità e sta sviluppando la parte di business intelligence legata all’AI con RISE.

Il cloud per un inizio green field

Fabio Veronese, Chief Information & Technology Officer di FiberCop, ha rimarcato come i sistemi ERP legacy nelle grandi aziende, spesso rappresentati da installazioni SAP datate, possano diventare una fonte di rigidità operativa e tecnologica. “Questa complessità accumulata negli anni, dettata da esigenze aziendali transitorie o da personalizzazioni non standard, finisce per ostacolare l’agilità e l’innovazione. Invece di fungere da supporto all’evoluzione del business, il sistema legacy agisce come freno, rendendo costosi e rischiosi gli aggiornamenti (come la migrazione al cloud o l’integrazione di nuove funzionalità AI”.

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La scelta per FiberCop è stata una netta rottura con il passato. Veronese ha spiegato: “Abbiamo colto, seppur con la dovuta cautela, l’opportunità di implementare un sistema in modalità green field, mutuando l’approccio tipico delle startup“. Questa scelta strategica, orientata al public cloud tramite l’offerta SAP S/4HANA Cloud, ha permesso di eliminare le problematiche legate alla legacy infrastrutturale e alla gestione degli upgrade. “Con il Public Manager Cloud – ha affermato Veronese – la gestione di tali attività ricade sul partner tecnologico, sollevando la nostra organizzazione da ogni onere operativo. Questa soluzione spinge alla standardizzazione dei processi, evitando la tentazione di una customizzazione eccessiva”.