Il ruolo oggi del CISO, Chief Information Security Officer

Il profilo professionale del CISO moderno richiede un mix di competenze tecniche, manageriali e comunicative, per affrontare le sfide multidimensionali di oggi.

sicurezza informatica CISO

Nel sistema digitale contemporaneo, caratterizzato da minacce informatiche sempre più sofisticate e da un panorama normativo in costante evoluzione, la figura del Chief Information Security Officer (CISO) sta subendo una profonda trasformazione. Da responsabile tecnico della sicurezza informatica a stratega aziendale con un ruolo chiave nei processi decisionali al più alto livello, è questa la parabola evolutiva di una professione diventata cruciale per la resilienza e la competitività delle organizzazioni moderne.

Il CISO di oggi ha completamente superato i confini che tradizionalmente delimitavano questa figura professionale, confinandola nell’ambito puramente tecnologico. Questa evoluzione riflette un cambiamento fondamentale nella percezione della cybersecurity: non più un costo o un ostacolo operativo, ma un fattore abilitante per l’innovazione e un elemento distintivo sul mercato. Le aziende più lungimiranti hanno ormai compreso che investire in sicurezza significa proteggere il proprio valore e, potenzialmente, crearne di nuovo.

Competenze ibride per sfide complesse

Il profilo professionale del CISO moderno richiede un mix di competenze tecniche, manageriali e comunicative che riflette la natura multidimensionale delle sfide che deve affrontare. La padronanza degli aspetti tecnologici rimane imprescindibile, ma deve essere accompagnata da una solida comprensione del business e delle sue dinamiche.

Secondo una recente analisi condotta da Var Group, sistema integrato di soluzioni digitali con sede a Empoli, le competenze più richieste per i CISO italiani oggi includono:

  • Profonda conoscenza delle tecnologie di sicurezza e delle metodologie di protezione, con particolare attenzione all’intelligenza artificiale, al cloud computing e all’Internet of Things
  • Competenze di risk management e comprensione dell’impatto economico delle minacce informatiche
  • Capacità di governance e allineamento alle normative nazionali ed europee
  • Abilità comunicative e diplomatiche per influenzare le decisioni aziendali e guidare il cambiamento culturale
  • Visione strategica e capacità di anticipare le minacce emergenti

La crescente importanza delle soft skill riflette l’esigenza di un CISO capace di operare efficacemente all’interno dell’ecosistema aziendale, collaborando con le diverse divisioni e comunicando in modo chiaro ed efficace con il management.

Reply, multinazionale italiana specializzata in servizi di consulenza e integrazione di sistemi, ha recentemente implementato programmi formativi dedicati ai propri CISO che integrano competenze tecniche avanzate con moduli di leadership, comunicazione strategica e business acumen. Questo approccio formativo ibrido rappresenta un trend in crescita anche presso altre realtà italiane come Tinexta Cyber e Telsy, che riconoscono la natura multidisciplinare del ruolo.

Fortinet, gli hacker alzano il tiro sulle tattiche di evasione

Le preoccupazioni principali

In un contesto di minacce informatiche in rapida evoluzione, i CISO si trovano ad affrontare sfide sempre più complesse. Secondo l’ultimo rapporto del Clusit (Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica), gli attacchi ransomware contro organizzazioni italiane sono aumentati del 35% nell’ultimo anno, con un impatto economico medio per incidente stimato in 1,8 milioni di euro.

La superficie di attacco in costante espansione rappresenta una delle principali preoccupazioni. La digitalizzazione accelerata, l’adozione massiva del cloud e la diffusione del lavoro ibrido hanno creato nuovi vettori di attacco che richiedono approcci di sicurezza innovativi. Le aziende italiane, tradizionalmente caratterizzate da infrastrutture IT stratificate e complesse, si trovano particolarmente esposte a questo rischio.

L’intelligenza artificiale rappresenta contemporaneamente una nuova frontiera della sicurezza e una fonte di preoccupazione. Se da un lato strumenti basati su AI avanzata permettono di automatizzare il rilevamento delle minacce e migliorare la risposta agli incidenti, dall’altro lato l’AI generativa sta potenziando le capacità offensive dei criminali informatici, rendendo più sofisticati i tentativi di phishing e social engineering.

La carenza di talenti specializzati in cybersecurity rappresenta un’altra sfida critica. Secondo le stime di Anitec-Assinform, l’associazione di Confindustria che raggruppa le aziende ICT, in Italia mancano circa 15.000 professionisti della sicurezza informatica, con un gap destinato ad allargarsi nei prossimi anni. Questa scarsità di risorse qualificate costringe i CISO a competere duramente sul mercato del lavoro e a investire significativamente nella formazione interna.

La conformità normativa, in particolare con il GDPR e con il nuovo regolamento NIS2, continua a rappresentare una priorità assoluta. L’inasprimento delle sanzioni e l’ampliamento degli obblighi di reporting stanno spingendo i CISO a rafforzare la collaborazione con i dipartimenti legali e a implementare processi strutturati di governance della sicurezza.

sicurezza online cyberattacchi

Resilienza e risk management avanzato

Di fronte a questo scenario complesso, i CISO italiani stanno adottando approcci innovativi che spostano il focus dalla tradizionale prevenzione delle minacce alla costruzione di una cyber-resilienza organizzativa.

Il paradigma “assume breach” (presupporre la violazione) sta guadagnando terreno anche in Italia, con un numero crescente di organizzazioni che riconosce l’inevitabilità di incidenti di sicurezza e si concentra sulla capacità di rilevare rapidamente le intrusioni, contenere i danni e ripristinare le operazioni. Var Group ha recentemente introdotto un servizio di “resilienza operativa” che integra tecnologie di detection avanzata con piani di risposta agli incidenti altamente automatizzati.

La Zero Trust Architecture, che abbandona il tradizionale modello di sicurezza perimetrale in favore di un approccio basato sulla verifica continua di ogni accesso, rappresenta un’altra tendenza significativa. Accenture Italia, attraverso il suo Innovation Center di Milano, sta guidando diverse implementazioni di questo modello presso grandi organizzazioni nazionali, dimostrando come l’approccio “never trust, always verify” sia particolarmente adatto al contesto lavorativo ibrido emerso dopo la pandemia.

Verso un ruolo sempre più strategico

Guardando al futuro, il ruolo del CISO è destinato ad assumere una rilevanza ancora maggiore all’interno delle organizzazioni. La crescente digitalizzazione dei processi aziendali e l’emergere di tecnologie trasformative come l’intelligenza artificiale, il quantum computing e il metaverso industriale creeranno nuove sfide di sicurezza che richiederanno visione strategica e capacità di innovazione.

In questo scenario, i CISO più efficaci saranno quelli capaci di operare come veri e propri business enabler, abilitando l’adozione sicura di nuove tecnologie e contribuendo attivamente alla creazione di valore. La sicurezza informatica diventerà sempre più un elemento di differenziazione competitiva, specialmente in settori ad alta intensità di dati come la sanità, la finanza e l’industria manifatturiera avanzata.

Le aziende italiane più innovative, come Reply, Engineering e Lutech, stanno già posizionando i propri CISO come partner strategici del business, coinvolgendoli nelle decisioni relative a fusioni e acquisizioni, espansioni internazionali e sviluppo di nuovi prodotti digitali. Questa tendenza è destinata a rafforzarsi, con i CISO che assumeranno un ruolo sempre più centrale nei processi decisionali al più alto livello.

La collaborazione tra pubblico e privato in ambito cybersecurity rappresenterà un altro elemento chiave per il futuro. L’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) sta promuovendo iniziative di condivisione delle informazioni sulle minacce e best practice che vedono i CISO delle principali aziende italiane collaborare attivamente con le istituzioni per rafforzare la resilienza del sistema-paese.