Il 7 novembre, Jabra GN (Great Northern Telegraph Company) o più semplicemente Jabra, azienda danese conosciuta per le sue cuffie telefoniche, auricolari e speaker per i professionisti e le aziende, ha incontrato la stampa per presentare i dati di una ricerca globale su come l’intelligenza artificiale sta cambiando il mondo del lavoro e su come le aziende si apprestano a introdurre questi mutamenti nel loro workflow. Durante l’evento sono state anche sottolineate le caratteristiche salienti dei più recenti prodotti del marchio, capaci di captare e far sentire al meglio la voce delle persone. Hanno partecipato Adriano Palomba, Sales Director Large Enterprise South EMEA Region, e Riccardo Brenna, Head of Research, Marketing Insights.
Interagire al meglio con l’intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale nelle aziende non è più la novità che sbalordisce. Passati lo stupore e l’euforia iniziali, oggi si cerca di capire come, dove e quanto l’AI può essere utile per migliorare e potenziare il lavoro delle persone.
In base alla ricerca “AI 4 Italy – Impatti e prospettive dell’intelligenza artificiale generativa per l’Italia e il Made in Italy”, condotta da Microsoft e Studio Ambrosetti nel settembre 2024, l’AI avrà un impatto importante nel prossimo futuro, nel mondo e anche in Italia. Si prevede infatti una crescita del 18% del PIL, equivalente a 312 miliardi di euro. Le PMI, in particolare, potrebbero beneficiare di un incremento di 122 miliardi in valore aggiunto.
Anche Jabra ha compiuto diverse ricerche negli ultimi anni, concentrandosi sull’importanza che le comunicazioni verbali da remoto hanno sul lavoro in ufficio. L’indagine più recente sull’AI (agosto 2024) ha coinvolto 1.800 decision maker in sei Paesi (in Europa, America e Oriente) e 4.200 impiegati in 14 nazioni, tra cui l’Italia.
Adriano Palomba, Sales Director Large Enterprise South EMEA Region
Da questa indagine è emerso che gli impiegati compiono diverse attività poco produttive ma che richiedono un grande consumo di tempo, come scrivere e-mail (62% nel mondo e 70% in Italia), partecipare a riunioni (57% e 61%), collaborare con i colleghi (52% e 68%). D’altra parte, il 59 – 53% degli impiegati ritiene importanti la comunicazione con i clienti, l’apprendimento e lo sviluppo, prendere decisioni strategiche, prendersi cura dei dipendenti, collaborare con i colleghi.
Riccardo Brenna
Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, l’85% dei decision maker è interessato all’AI e l’84% ritiene che questa possa migliorare l’ambiente di lavoro, mentre il 64% degli impiegati (il 68% in Italia) pensa che possa far risparmiare tempo lavorativo. Ma nonostante questo entusiasmo nei confronti dell’AI, con l’80% delle aziende che sta investendo in questo campo, la metà delle imprese non è sicura di come utilizzarla. Per di più, attualmente solo il 26% degli impiegati usa l’AI nella vita personale (il 21% in Italia) e il 27% al lavoro (il 22% nel nostro Paese).
Ma quali sono i compiti che la maggior parte degli impiegati vorrebbe affidare all’intelligenza artificiale? Secondo l’indagine di Jabra, sono:
- Prendere appunti e riassumere le riunioni
- Ricerca e analisi dei dati
- Pianificazione dei calendari e delle riunioni
- Creazione di report e presentazioni
- Produzione di contenuti e attività creative
In sintesi, il desiderio comune è che l’AI ci renda più efficienti, non che svolga il nostro lavoro per noi. Questo vale soprattutto per i lavori che richiedono decisioni personali, creatività o collaborazione tra team. I dipendenti vogliono che l’intelligenza artificiale riduca le perdite di tempo e si assuma l’onere dei compiti ripetitivi, in modo che possano concentrarsi su altre attività più importanti.
L’importanza della voce
Oggi le persone che lavorano in ufficio sono molto impegnate ma sono poco produttive. Secondo Jabra, il 68% degli impiegati afferma di avere difficoltà con il ritmo e il carico di lavoro. I dipendenti trascorrono il 60% del loro tempo su e-mail, chat e riunioni e il 40% usando programmi per la creazione di documenti, come Word e PowerPoint.
L’intelligenza artificiale generativa può migliorare questa situazione in maniera importante, grazie alla sua capacità di interagire con le persone tramite il linguaggio naturale. Ma il massimo beneficio si ottiene solo se si usa la voce per comunicare con l’AI, perché con la voce siamo mediamente quattro volte più veloci nell’esprimerci, rispetto alla scrittura con la tastiera.
Riccardo Brenna
Però l’intelligenza artificiale spesso non capisce tutto quello che diciamo, e quando le parole non comprese sono troppe, l’AI fornisce risposte, interpretazioni, informazioni e sintesi sbagliate, che possono essere molto dannose sul lavoro, sia perché tendiamo a fidarci ciecamente di quello che l’intelligenza artificiale ci dice sia perché una verifica puntuale di ciò che arriva dall’AI richiede molto tempo ed energie.
Secondo l’analisi di Jabra, una delle cause principali delle incomprensioni da parte dell’intelligenza artificiale è la scarsa qualità dei sistemi audio per la cattura della voce dell’utente. Questo per via di microfoni con una fedeltà sonora troppo scarsa ed eventualmente anche per la presenza di rumore di fondo che rende inintelligibile il parlato.
Per quantificare in maniera oggettiva questo problema, Jabra ha sviluppato una procedura di test con la collaborazione di FORCE Technology, una società di consulenza indipendente danese, specializzata in tecnologia e dotata delle strutture e dei laboratori necessari per eseguire prove complete di apparati audio. I più recenti prodotti di Jabra sono quindi stati certificati come pienamente compatibili con l’intelligenza artificiale. Parliamo della barra con webcam PanaCast 50, il vivavoce da tavolo Speak2, le cuffie con microfono Engage ed Evolve2. In particolare, secondo i test condotti da FORCE Technology con le cuffie Evolve2 55, la trascrizione dei dialoghi captati in un ambiente rumoroso ha raggiunto una precisione del 95%, contro il 70% degli Apple Airpods 3.
Ancora, le barre audio video per sale riunioni PanaCast 50 e PanaCast 50 RS sono le prime a essere state certificate come Microsoft Intelligent Speaker, grazie agli 8 microfoni, alla tecnologia di beamforming, al rilevamento di precisione della voce e agli algoritmi proprietari.
In definitiva, Jabra offre dispositivi audio personali, pensati in maniera specifica per le aziende. I modelli più recenti sono ideali per essere usati nelle riunioni in remoto e con l’intelligenza artificiale, grazie alla loro elevata fedeltà nel riprodurre e soprattutto nel catturare la voce umana, anche in ambienti rumorosi come possono essere gli uffici affollati.