Quantcast: il programmatic advertising con o senza cookie

Uno dei cambiamenti più visibili in questo periodo è la sparizione dei cookie in nome del rispetto della privacy: già oggi più del 50% del Web è cookieless.

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Quantcast è un’azienda internazionale specializzata nell’applicazione dell’AI al programmatic advertising, con soluzioni sia cookieless sia cookie based.

Per conoscere questa realtà abbiamo incontrato Ilaria Zampori, VP Italy & Spain, che ci ha illustrato le strategie del marchio e le soluzioni – sia cookieless sia cookie based – che la società offre ai suoi clienti.

La presenza in Italia, la crescita e gli obiettivi

Quantcast è stata fondata nel 2006 a San Francisco ed è presente a livello mondiale in 10 Paesi con 20 uffici. In Italia è arrivata nel 2015 e da allora è cresciuta costantemente, tanto che oggi può vantare un posizionamento di rilievo per quello che riguarda il mondo dell’advertising nell’open Internet all’interno del mercato italiano.
L’obiettivo dell’azienda è offrire sistemi per semplificare la gestione della pubblicità all’interno dell’open Internet, l’insieme dei siti che compongono il Web e che sono visitati ogni giorno da un numero molto elevato di persone. Questo obiettivo è raggiunto grazie alla tecnologia e all’intelligenza artificiale.

Le soluzioni di Quantcast

Il marchio ha iniziato con il suo Quantcast Measure, il primo strumento di misurazione dell’audience basato sui dati in tempo reale e dotato di machine learning. Oggi è utilizzato da più di 100 milioni di destinazioni Web nel mondo.

L’offerta di Quantcast permette di ottenere insight rilevanti per comprendere come si comporta il pubblico, quali sono gli obiettivi raggiunti e l’impatto delle campagne. Il tutto, in tempo reale, grazie ai dati ottenuti direttamente dalla sorgente, senza usare cookie di terze parti che, di base, non sono real time. Solo con i dati rilevati istantaneamente e “di prima mano” è infatti possibile comprendere veramente come si comporta il consumatore.

L’azienda ha sviluppato in questi anni una soluzione che non necessita di cookie e già integrata nella sua DSP (Demand Side Platform), Quantcast Advertising Platform, testata in più di 6.000 campagne a livello globale. Al momento attuale, il marchio continua a usare anche i cookie di terze parti, destinati però a sparire per il rispetto della privacy.

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Intelligenza artificiale e programmatic advertising

L’intelligenza artificiale applicata al mondo del programmatic advertising ha potenzialità veramente importanti. L’AI integrata nella DSP di Quantcast ottimizza le campagne pubblicitarie e fa la sintesi di un’enorme quantità di dati. Inoltre, libera gli specialisti di marketing dai compiti di routine e che fanno perdere molto tempo: la pianificazione, l’attivazione, la misurazione e l’ottimizzazione delle campagne. Queste figure specializzate possono così focalizzarsi sulla parte più strategica e creativa del loro lavoro.

Quantcast, che fin dalla sua fondazione ha combinato il pensiero umano con il machine learning e l’IA, ha sviluppato in-house algoritmi proprietari di intelligenza artificiale e machine learning che, insieme ai dati di prima parte, alimentano la piattaforma, ma sta studiando anche modelli di AI generativa di terze parti.

Ilaria Zampori, VP Italy & Spain di Quantcast
I test in corso servono per verificare l’efficacia dell’AI generativa nell’estrapolazione delle informazioni significative da una grande quantità di dati, per sviluppare campagne e per valutare i risultati ottenuti. L’AI generativa ha grandi potenzialità nel nostro mercato e nel prossimo futuro consentirà di raggiungere obiettivi sempre più sfidanti.

Un periodo di grandi trasformazioni

Stiamo vivendo un periodo di grande trasformazione: la necessità di analizzare in tempi brevissimi – idealmente in tempo reale – grandi quantità di dati provenienti da diversi canali e il sempre crescente impiego dell’AI impongono cambiamenti che le piccole agenzie faticano a compiere, soprattutto se dispongono di risorse limitate.

Uno dei cambiamenti più visibili in questo periodo è la sparizione dei cookie in nome del rispetto della privacy: già oggi più del 50% del Web è cookieless. Un’agenzia o un esperto di marketing che continua a basare il suo lavoro sui cookie deve cambiare modo di lavorare e di ragionare, un compito tutt’altro che facile.
Per molti anni in passato i cookie sono stati il collante del sistema advertising, ma ormai non è più così: è necessario riconoscere questo cambiamento e rinnovare il proprio business in un’ottica moderna. Quindi anche le realtà più piccole devono cominciare a valutare quali soluzioni alternative usare per continuare a operare in modo efficace.

Ilaria Zampori
Un’altra tematica a mio avviso molto importante, sicuramente legata al tema cookieless, è la privacy, sempre più sentita dai consumatori. Abbiamo incominciato con il GDPR, ma ci saranno sempre nuove normative, e quella sulla privacy è in continua evoluzione. Quindi dobbiamo essere sicuri che tutte le soluzioni che mettiamo in campo siano conformi alle esigenze della privacy.

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L’omnicanalità è un altro cambiamento che va considerato: i consumatori sono connessi tramite diversi canali, come i siti delle aziende, i social, le e-mail, gli SMS, i canali televisivi, i servizi on demand. Questi canali sono attivi 24 ore su 24, 7 giorni su 7 ed è importante raggiungere le persone con messaggi pertinenti, indipendentemente dal mezzo che stanno utilizzando. La difficoltà non riguarda solo la preparazione e l’invio del messaggio ma anche la misurazione del risultato raggiunto, perché valutare insieme canali così diversi non è affatto facile.

Se, prima del lancio della sua ultima piattaforma, Quantcast aveva come clienti solo i marchi più importanti, con l’introduzione della sua nuova DSP l’azienda ha allargato la sua offerta alle agenzie di tutte le dimensioni, anche a quelle piccole, abbattendo ogni tipo di barriera all’ingresso ed eliminando la necessità di fare investimenti fuori dalla portata delle agenzie più piccole. Adesso, chiunque può registrarsi nella piattaforma e usarla per comprendere la propria audience, per raggiungere i propri obiettivi di business e per lanciare le campagne.

I vantaggi di una piattaforma self-service

L’obiettivo che Quantcast si è posta quando ha sviluppato la sua piattaforma self-service, presentata di recente, era democratizzare l’open Internet. In altre parole, offrire una piattaforma per tutti, dotata però degli strumenti e degli insight che in precedenza erano appannaggio delle sole agenzie più grandi.

Il mondo dell’advertising è complesso e dinamico, con cambiamenti quotidiani. Anche per questo motivo era importante non aggiungere ulteriore complessità ma, al contrario, semplificare le attività di tutti i giorni, con una soluzione intuitiva e di immediato apprendimento. La proposta di Quantcast replica in sostanza la semplicità e l’efficacia dei walled garden (ecosistemi digitali chiusi e protetti), che devono il loro successo anche alla loro facilità d’uso.

Un altro aspetto importante è l’unicità dei dati, ottenuti ed elaborati in tempo reale, indipendentemente dal fatto che arrivino tramite cookie o che siano di prima parte. Grazie al sistema di analytics di Quantcast, i clienti possono misurare i risultati delle proprie campagne in maniera precisa, semplice e veloce, grazie anche all’ampia varietà di report che si possono generare.