Lo stato dell’arte della cybersecurity in azienda, report Bitdefender

Tra le principali evidenze, il timore che la tecnologia di intelligenza artificiale generativa sia una minaccia.

Protezione MDR cybersecurity

Nel report “Valutazione sullo stato della Cybersecurity nel 2024”, Bitdefender. indaga sui problemi legati a questo tema, le pratiche e le sfide che le aziende affrontano quotidianamente. Il report si basa su un sondaggio indipendente e sulle risposte di oltre 1.200 professionisti dell’IT e della sicurezza, dai responsabili ai Ciso. Figure che lavorano in aziende con 1.000 o più dipendenti in regioni geografiche di tutto il mondo, tra cui Francia, Germania, Italia, Singapore, Regno Unito e Stati Uniti.

Ridurre il rischio e ottimizzare le risorse

Andrei Florescu, President & General Manager of Bitdefender Business Solutions Group
Le aziende di ogni settore si trovano a affrontare sfide senza precedenti. E questo a causa dell’aumento della superficie di attacco, delle vulnerabilità zero-day, degli errori di configurazione nel cloud e delle nuove minacce emergenti guidate dall’intelligenza artificiale.

I risultati di questa indagine sottolineano un approccio ormai vitale alla cybersecurity che stratifica prevenzione, protezione, rilevamento e risposta alle minacce in tutti gli ambienti. Compresi l’infrastruttura cloud, i servizi e le supply chain. L’obiettivo di una cybersecurity efficace non è solo quello di bloccare gli attacchi al punto d’ingresso, ma anche di ridurre il rischio e ottimizzare le risorse (in termini di tecnologia e persone) per contribuire a alleggerire la pressione sui team di sicurezza.

I principali risultati del report: la cybersecurity in azienda

 L’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI) è considerata una minaccia da quasi tutti gli intervistati. Alla domanda su quanto la tecnologia GenAI rappresenti una minaccia per il panorama generale della cybersecurity, ben il 96% di tutti gli intervistati. Il il 36% (32% in Italia) ha dichiarato che il suo utilizzo per la manipolazione o la creazione di contenuti ingannevoli (deepfake) rappresenta una minaccia significativa. È interessante notare che la fiducia (o forse l’eccessiva fiducia) nella capacità di individuare un attacco di tipo deepfake (audio/video) è  elevata, con il 74% (76% in Italia) che ritiene che i colleghi del proprio reparto siano in grado di farlo.

Le violazioni dei dati continuano ad aumentare rispetto all’anno precedente. Il 57% degli intervistati a livello globale e in Italia ha subito una violazione dei dati o una fuga di dati negli ultimi 12 mesi. Con il 73,5%, gli intervistati del Regno Unito hanno registrato il maggior numero di violazioni o fughe di dati, in Germania (61%). Singapore ha registrato invece il minor numero di violazioni (33%) (24% al di sotto della media).

Troppa pressione sui team

Un’enorme pressione spinge i professionisti della sicurezza a cercare nuove opportunità di lavoro. Il 64,3% di tutti gli intervistati (61% in Italia) ha dichiarato che cercherà un nuovo lavoro nei prossimi 12 mesi, +25% rispetto ai risultati dello scorso anno. Questo dato è correlato al fatto che il 70,2% degli intervistati (64% in Italia) dichiara di dover lavorare nei fine settimana a causa dei problemi di sicurezza che l’azienda si trova ad affrontare. Gli intervistati nel Regno Unito sono i più propensi a lavorare nei fine settimana (81%) e quelli tedeschi sono i più propensi a cercare un nuovo lavoro (76,6%,12,2% in più rispetto alla media).

Quanto pesano le criticità degli ambienti cloud

La gestione delle identità e degli accessi (IAM) e la conformità sono le principali sfide del cloud. Alla domanda su quali siano i principali problemi di sicurezza nella gestione degli ambienti cloud, il 38,7% (35% in Italia) ha indicato la gestione di identità e accessi. Segue a ruota il mantenimento della conformità al cloud (38% a livello globale e in Italia). Con il 36%, (32% in Italia) lo shadow IT si è piazzato al terzo posto, seguito dal rischio di errori di configurazione con il 34% (33,5% in Italia). Inoltre, alla domanda su come viene monitorato il rischio nell’infrastruttura cloud, solo il 44,6% (44% in Italia) ha dichiarato di condurre verifiche e valutazioni regolari.

Le principali minacce

Oltre il 74% (69,5% in Italia) concorda sul fatto che phishing e social engineering sono diventati più sofisticati. Secondo gli intervistati tra le minacce più temibili il phishing/social engineering e le vulnerabilità software e/o zero-day, entrambi al 32% (in Italia rispettivamente 34% e 32,5%). Seguono con il 29% l’influenza della GenAI sulle minacce informatiche (23% in Italia), il ransomware (28% in Italia) e le minacce interne al 28% (27,5% in Italia). Oltre il 74% (69,5% in Italia) degli intervistati dichiara di aver assistito a un aumento della sofisticazione degli attacchi di phishing (probabilmente correlato all’improvvisa ascesa del GenAI). Sorprendentemente, nelle regioni di Francia, Stati Uniti e Germania, la GenAI è stata considerata la minaccia principale rispetto al ransomware, rispettivamente al 35,5%, 34,3% e 32,8%.

Lo stato dell’arte della cybersecurity in azienda

Copertura 24×7 della cybersecurity e accesso a talenti selezionati fondamentali per le aziende. Gli intervistati hanno citato i motivi principali per cui utilizzano o prevedono di utilizzare un servizio di rilevamento e risposta gestito (MDR). Oltre un terzo (28% in Italia) ha indicato la copertura della sicurezza 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 come la ragione principale.

Seguita dall’accesso ad analisti della sicurezza di alto livello (29% in Italia) e dalla capacità di cacciare le minacce in modo proattivo (27,50% in Italia), entrambi al 29%. Per quanto riguarda i servizi gestiti, il 93% (87% in Italia) prevede di aumentare gli investimenti in misure proattive di cybersecurity (ad esempio, pen test, red teaming), con il 37% che afferma che è molto probabile (35,5% in Italia). Con il 97% (87% in Italia), gli intervistati di Singapore sono i più propensi a investire nella cybersecurity proattiva.

La sfida più grande per le aziende

La conformità dei dati e le normative inducono le aziende a ripensare la propria strategia legata alle soluzioni. Alla domanda su quale sia la sfida più grande per le attuali soluzioni di sicurezza di un’azienda, il 28% degli intervistati (27,5% in Italia) ha indicato il rispetto della conformità di dati e normative. L’estensione delle funzionalità in più ambienti è al secondo posto con il 27,5% (25% in Italia), seguita dall’incompatibilità con altre soluzioni di sicurezza con il 25% (31% in Italia). Con il 29%, gli intervistati negli Stati Uniti si sono dimostrati più preoccupati per la sicurezza dei partner di terze parti, ovvero il 5% in più rispetto alla media.