Oracle: i punti salienti emersi al CloudWorld 2023

Rafforzamento del rapporto con Microsoft Azure e sviluppo dell’impiego dell’AI generativa sono tra gli annunci più importanti dell’evento Oracle CloudWorld 2023.

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Il 26 settembre a Milano, Oracle ha incontrato i giornalisti per parlare delle novità più importanti annunciate durante l’evento Oracle CloudWorld 2023, tenutosi a Las Vegas dal 18 al 21 settembre. L’evento a Las Vegas è stato dedicato a clienti e partner dell’azienda americana. All’incontro con i giornalisti a Milano hanno partecipato Andrea Sinopoli, VP e Cloud Technology Country Leader, Oracle Italia, e Giovanni Ravasio, VP e Cloud Applications Leader Italia e Iberia di Oracle. Simona Menghini, Communications Director di Oracle Italia, ha fatto da moderatrice.

Microsoft Azure e l’AI generativa

Andrea Sinopoli ha posto l’accento su uno degli annunci più significativi dell’evento a Las Vegas: il rafforzamento della partnership con Microsoft Azure, un rapporto iniziato nel 2019.

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Andrea Sinopoli, VP e Cloud Technology Country Leader, Oracle Italia
Il data base di Oracle verrà ospitato sul cloud di Microsoft Azure, perché l’affermarsi dell’AI generativa e il bisogno dei nostri clienti di operare l’AI in maniera sempre più performante e ottimizzata porta alla necessità di ridurre il più possibile le latenze, idealmente portarle a zero. La presenza del data base Oracle nel cloud di Microsoft permette quasi di azzerare le latenze, così da abilitare ancora di più gli algoritmi dell’AI generativa.

Il secondo messaggio da parte di Oracle, nell’ottica di pensare sempre di più all’open tecnology, è di avere il suo data base indipendente dalla piattaforma, cioè avere un data base aperto. Quest’ultima caratteristica è nel DNA di Oracle da sempre, ma se in passato si parlava di sistemi operativi, oggi si tratta di piattaforme cloud.

Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale generativa, in occasione dell’evento americano è stato ribadito come l’AI renda più veloci le operazioni legate all’elaborazione dei dati contenuti in un data base come quello di Oracle. La piattaforma cloud di Oracle è di fatto lo stato dell’arte per ospitare nella maniera più efficiente tutte le funzionalità e le modalità di addestramento degli algoritmi per l’AI. Questo grazie a tre caratteristiche in particolare: un network velocissimo nel cloud e l’aver investito tantissimo nell’automazione e nella sicurezza.

In ambito strutturale, un altro punto di forza è la partnership con Ampere, azienda che fornisce tecnologie computazionali (in pratica chip SoC ARM di nuova generazione, con fino a 128 core ad alte prestazioni per la variante Ampere Altra), che Oracle usa in maniera massiva per i servizi offerti ai clienti, così da ottenere migliori performance e soprattutto minori consumi di energia, in un’ottica di sostenibilità (un tema molto importante per Oracle). Il passaggio ad Ampere rappresenta un cambio di rotta importante e radicale, che allontana l’azienda dalla storica piattaforma x86 e dai processori sia Intel sia AMD. I processori di Ampere sono ottimizzati per le applicazioni cloud-native, l’elaborazione di big data, l’intelligenza artificiale e altri carichi di lavoro intensivi.

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Oracle ha annunciato che a breve saranno disponibili le nuove istanze di OCI (Oracle Cloud Infrastructure) Compute basate su GPU Nvidia H100 Tensor Core (per addestrare più velocemente modelli AI di grandi dimensioni), GPU Nvidia L40S (per gestire carichi di lavoro quali l’inferenza AI o l’addestramento di modelli AI di piccole e medie dimensioni) e sulle CPU Ampere AmpereOne (che offrono il miglior rapporto prezzo/prestazioni e il maggior numero di processori core disponibile nei rispettivi settori). Per quanto concerne Nvidia, Oracle si è assicurata i diritti d’uso di circa un terzo delle Gpu Nvidia, per creare un cluster di calcolo distribuito estremamente potente, capace di gestire compiti particolarmente gravosi e l’elaborazione di grandi quantità di dati. Esattamente quello che serve per le AI generative più avanzate.

Sono state annunciate anche altre due feature importanti: JSON Relational Duality e il vector data base. JSON Relational Duality, introdotto con la release più recente di Oracle Database, la 23c, rivoluziona lo sviluppo di app unificando i vantaggi dei modelli di dati relazionali e documentali in un unico data base. Con JSON Relational Duality, i dati sono archiviati in tabelle relazionali in modo normalizzato, ma possono essere esposti alle app come documenti JSON. L’archiviazione dei dati in tabelle relazionali offre tutti i vantaggi del modello relazionale, mentre esponendo gli stessi dati come documenti JSON si ottiene una grande flessibilità per le app, flessibilità tipica del modello documentale.

Con il vector data base si classificano all’interno di un vettore numerico dati, informazioni e immagini. Grazie all’AI generativa è possibile interagire con il data base usando un linguaggio naturale, così, seguendo un processo iterativo, il sistema può suggerire all’utente il comando SQL server più adatto per ottenere la risposta che sta cercando. In un certo senso, è un po’ come se si parlasse al data base.

Tutto questo sempre nel rispetto della proprietà dei dati: l’addestramento dell’AI di Oracle è sempre fatto solo con i dati del cliente, mai con quelli di altre aziende.

Generazione di codice e analytics con l’AI generativa

Giovanni Ravasio ha evidenziato che Oracle ha preparato LLM (Large Language Model) specifici per creare codice, così da sviluppare applicativi tramite l’AI generativa, liberando lo specialista software dalla necessità di preparare codice da zero. Il processo è fatto via APEX (Application Express, un linguaggio di Oracle che permette di creare applicazioni in maniera semplice, senza necessariamente avere conoscenze approfondite di coding). Questo modo di procedere implica che il codice è completamente libero da bug relativi alla security, perché l’AI generativa impiegata per generare il codice è stata allenata anche per quanto riguarda la sicurezza.

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Il processo di creazione del codice è quindi più veloce, meno costoso rispetto al metodo tradizionale senza AI (con un rapporto 1:5, secondo Oracle) e completamente libero da problemi di sicurezza. Anche gli aggiornamenti sono molto più veloci. Questi miglioramenti, nel loro insieme, consentono a Oracle di avere maggiori possibilità di penetrazione in nuovi settori.

Grazie all’AI generativa, Oracle può rilasciare 50 nuove funzionalità (annunciate durante l’evento a Las Vegas) in pochi mesi. Queste novità possono essere divise in due gruppi: creazione assistita dall’AI Oracle e generazione di suggerimenti per la creazione di nuovi dati (per esempio per completare la descrizione di nuovi prodotti di un cliente o delle competenze delle persone impiegate in un’azienda).

In ogni caso, il contributo umano nel giudicare i risultati e le proposte dell’AI è sempre necessario. Serve sempre un esperto per valutare la bontà dei risultati.

Con Oracle, anche la parte di analytics è potenziata dalla AI generativa. Con una grande mole di dati e con l’intelligenza artificiale generativa è finalmente possibile avere un risultato utile, come nel caso del settore sanitario. Rendendo anonimi i dati sulla salute e sulla storia medica dei pazienti, è possibile avere analisi statistiche valide, previsioni sull’andamento della salute sia della popolazione sia dei singoli. Sono analisi utili sia ai dottori per i loro pazienti sia alle case farmaceutiche che vogliono avere un ritorno di informazioni sull’efficacia dei nuovi medicinali da poco immessi sul mercato.

Oracle ha lanciato l’anno scorso un progetto sul B2B, puntando all’automazione di processo e facendo un’alleanza con JP Morgan e con FedEx. Quest’anno l’azienda ha esteso la collaborazione a Mastercard (per aiutare le aziende clienti ad automatizzare le transazioni di pagamento B2B, in modo end-to-end), HSBC e Uber, sempre nell’ottica di automatizzare il più possibile il B2B. Oracle punta a rendere automatico lo scambio tra le aziende di documentazione, ordini, contratti, fatture.

In particolare, Oracle e Uber hanno annunciato la nuova offerta “Collect and Receive” sulla piattaforma Oracle Retail, che mette in contatto gli operatori del mondo retail e i loro clienti, per migliorare e arricchire la logistica dell’ultimo miglio.