Perché per Daniela Valterio, Environment, Quality & Product Safety Manager Canon Italia, il maggior impatto per la sostenibilità del pianeta sarà il cambiamento del comportamento delle aziende focalizzate su rigenerazione ed economia circolare.
Obiettivo più rigenerazione ed economia circolare
Ogni decisione genera delle conseguenze: da ciò che mangiamo al modo in cui scegliamo di viaggiare, dai vestiti che acquistiamo ai prodotti che usiamo. Le nostre azioni definiscono se abbiamo uno stile di vita sostenibile o meno. Come singoli individui, piccoli cambiamenti alle nostre attività di ogni giorno possono aiutare l’ambiente, portando a un’importante riduzione delle emissioni di CO2. Tuttavia il maggior impatto positivo sarà indubbiamente guidato dal cambiamento del comportamento di governi e grandi aziende.
Raggiungere la neutralità climatica
Fortunatamente, le aziende che desiderano adottare un approccio più sostenibile possono ormai contare su governance e regolamenti nazionali e internazionali sempre più accurati. Seguendo le linee guida del loro settore, possono infatti identificare le aree di maggiore impatto e, a sostegno della spinta UE verso il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, iniziare a valutare quali investimenti, ricerche o innovazioni promuovere. Tuttavia, indipendentemente dal settore, esiste un unico principio che le aziende potrebbero adottare con grande successo: rigenerare i propri prodotti.
L’economia di domani è circolare e sostenibile
L’espressione “ridurre, riutilizzare, riciclare” è apparentemente chiara. È facilmente applicabile tanto alle operazioni aziendali quanto alle abitudini dei singoli consumatori. Riducendo le azioni che danneggiano l’ambiente, riutilizzando gli oggetti e i materiali e, in mancanza d’altro, riciclando il più possibile, si possono drasticamente ridurre i rifiuti.
Come dimezzare le emissioni di CO2
L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che segue questo stesso principio. Direttiva chiave del Green Deal europeo, l’economia circolare si fonda sui principi di riduzione dei rifiuti, riprogettazione dei prodotti e dei servizi che fanno un uso intensivo di risorse e ridefinizione dei materiali “di scarto”. Si tratta di un’economia guidata dal design finale dei prodotti. Il prolungamento del ciclo di vita degli oggetti si traduce in una riduzione della produzione, abbattendo le emissioni generate dall’approvvigionamento e lavorazione delle materie prime e dalla scomposizione degli articoli riciclati.
Più sostenibilità uguale più rigenerazione ed economia circolare
Perseguendo un’economia che genera il minimo spreco, si istituisce un approccio più sostenibile al consumo. È stato infatti stimato che l’adozione su larga scala di pratiche di economia circolare in Europa potrebbe dimezzare le emissioni di CO2 entro il 2030. L’economia circolare non fa bene solo all’ambiente ma anche al business. E le aziende che agiscono secondo questo principio, applicando la sostenibilità ai propri processi di produzione, distribuzione e consumo, ne beneficiano in termini di crescita, competitività, innovazione.
Meno costi più benefici
Il nostro Paese si contraddistingue per una grande varietà di materie prime, ma in ridotte quantità. Utilizzare materiale riciclato ci permette di essere meno dipendenti dall’approvvigionamento all’estero. Significa un’ottimizzazione dei costi che porta benefici sia alle imprese produttrici che ai cittadini, con un impatto positivo sulla competitività generale. Si può ancora fare molto per potenziare il cammino virtuoso affrontato da molte aziende. È necessaria una strategia nazionale forte, così come un piano di azione ben definito che preveda la creazione di strumenti che promuovano il modello circolare nella produzione, nel consumo e nella gestione dei rifiuti. È necessario puntare sulla realizzazione di infrastrutture, impianti e modelli di business che guardino al futuro dell’economia circolare come uno standard fondamentale da cui partire per la creazione di ogni processo produttivo e operativo delle imprese.
Rigenerare fa rima con innovare
Il settore tecnologico è stato più lento ad adeguarsi a questo modello di riduzione dei rifiuti, in parte a causa delle particolari difficoltà che incontra nella produzione. Si tratta infatti di un processo ad alto impiego di risorse, che richiede materie prime e metodi di fabbricazione che possono gravare pesantemente sull’ambiente. Allo stesso tempo, il costante sviluppo tecnologico richiede di realizzare aggiornamenti e miglioramenti a un ritmo più veloce rispetto ad altri settori. Chiaramente, le aziende desiderano i dispositivi più recenti con le migliori funzionalità.
Il modello “take-make-dispose”
Il riciclo potrebbe sembrare la soluzione più idonea. Sfortunatamente, l’Agenzia europea dell’ambiente ha pubblicato dei dati che dimostrano che il tasso di riciclo dei rifiuti elettronici è decisamente inferiore a quello dei rifiuti domestici o urbani. Questo modello “take-make-dispose” non è sostenibile a lungo termine ed è qui che la rigenerazione può aiutare a colmare il divario. Viene utilizzata una combinazione di parti esistenti, riparate e nuove per creare un dispositivo completamente “nuovo”. Diversamente dai dispositivi ricondizionati, quelli rigenerati vengono interamente smontati da tecnici, sottoposti a uno scrupoloso processo di pulizia industriale e riassemblaggio, quindi collaudati e ripristinati.
I dispositivi rigenerati sono veramente “come nuovi”?
Il processo di rigenerazione varia a seconda del dispositivo. Lo scopo è quello di utilizzare quanto più possibile materiale di recupero, integrando esclusivamente componenti necessarie per garantire prestazioni elevate. Dopo un esame iniziale, le parti che non possono essere riutilizzate vengono riciclate mentre i componenti utili vengono smontati, riparati e ricostruiti.
La sostenibilità aziendale passa per più rigenerazione ed economia circolare
Conservando il maggior numero possibile di parti di un dispositivo, la rigenerazione riduce il tempo e le energie spese per approvvigionare e lavorare i materiali richiesti per la realizzazione di prodotti nuovi. Continuando così a utilizzare i materiali per la creazione di un prodotto che è essenzialmente “di nuova costruzione”.
Rigorosamente collaudati, puliti e ripristinati, questi dispositivi funzionano come un prodotto completamente nuovo, con pari aspettative di vita. Il nostro predominante interesse per la novità ci ha sempre condotti a considerare i prodotti rigenerati come “inferiori”, anche di fronte alla garanzia di ottime prestazioni. Ma per le aziende che comprendono le sfumature del processo di rigenerazione, esiste la possibilità di beneficiare di opzioni più sostenibili ed economiche, senza compromettere le prestazioni.
Verso un futuro sostenibile
Forse il più grande ostacolo affrontato dal modello di economia circolare è la difficoltà dei clienti di comprendere il processo. L’esitazione nei confronti dei dispositivi ricondizionati è un chiaro indicatore di questa incomprensione; mentre il settore della stampa è in prima linea con una crescente richiesta di dispositivi ricondizionati, il ricondizionamento su larga scala nel settore tecnologico non avanza.
I vantaggi della rigenerazione
Molto deve ancora essere fatto per educare le aziende sui vantaggi dei dispositivi ricondizionati, in termini di riduzione sia dell’impatto ambientale sia dei costi. Una volta consolidati i vantaggi della rigenerazione, più produttori saranno in grado di abbracciare la transizione verso un processo di produzione circolare. La partecipazione è importante, perché per assicurare il futuro dei dispositivi rigenerati, occorre prestare attenzione a ogni fase per valutare quali parti possano essere sostituite, quali gruppi possano essere automatizzati e quali elementi possano essere realizzati in modo da durare più a lungo. È la considerazione dell’intero processo, guidata dalla progettazione che consentirà al settore tecnologico di operare in modo sostenibile in futuro.
Più rigenerazione ed economia circolare
Le aziende devono essere disposte a investire in questi processi per poter cogliere i benefici ambientali ed economici in futuro. Si avverte l’esigenza di una maggiore guida da parte di governi e legislatori per rendere la rigenerazione una pratica standard del settore. Nonostante le difficoltà, non c’è dubbio che i dispositivi rigenerati siano destinati a esercitare un importante impatto positivo sul settore tecnologico. Quanto prima i governi, le industrie e le aziende adotteranno questo modello tanto meglio sarà per il futuro del pianeta.
Il 90% di parti usate
In quest’ottica Canon presenta imageRUNNER ADVANCE ES, nuova gamma di dispositivi rigenerati che amplia e consolida l’attuale portfolio di stampanti Canon. Completa di modelli a colori e in bianco e nero, la gamma è stata realizzata utilizzando almeno il 90% di parti usate, offrendo al contempo le potenti funzionalità delle stampanti imageRUNNER ADVANCE di terza generazione.