Il ruolo dei data center, in ottica di potenzialità di sviluppo del business, è fondamentale. Le sfide: security, erogazione dei servizi, compliance e privacy.
Il valore degli investimenti nei data center a livello globale lo scorso anno è più che raddoppiato. Il numero totale di transazioni di data center è aumentato del 64% nello stesso periodo. Si prevede che la straordinaria crescita continuerà anche quest’anno. Il 45% degli sviluppatori, il 56% dei fornitori di debito e il 67% degli investitori azionari prevede di investire in quattro o più progetti di data center nei prossimi 24 mesi. La domanda record di data center è guidata dalla crescita degli hyperscaler, come Facebook, Google e Microsoft, che hanno prosperato nel passaggio ai servizi cloud, a loro volta intensificati dalla pandemia.
Sebbene gli investimenti nei data center siano stati indirizzati principalmente negli Stati Uniti e in Europa, si prevede che la regione Asia-Pacifico sarà la principale fonte di crescita futura. Nonostante il 70% degli intervistati consideri gli asset dei data center statunitensi sopravvalutati, il Paese rappresenta quasi la metà della capacità hyperscale globale. Tuttavia, il 79% degli intervistati ha scelto la Cina come uno dei tre Paesi in cui si prevede una maggiore crescita degli investimenti nei prossimi 24 mesi. Seguita dall’India (56%) e dagli Stati Uniti (54%). Questo spostamento verso gli investimenti nell’area APAC è dovuto all’ascesa degli hyperscaler cinesi, tra cui Alibaba, Tencent e ByteDance.
Le tendenze che stanno in parte determinando la trasformazione delle strutture dei data center sono molteplici e sono anche in parte legate alle opportunità offerte dalla digitalizzazione con l’implementazione di nuove tecnologie come IoT, Cloud, Big Data, 5G e Intelligenza Artificiale. Chiaramente tutto questo comporta l’utilizzo di infrastrutture in grado di supportarle, unitamente a competenze e figure professionali altamente specializzate.
Secondo Gartner, crescita, digitalizzazione ed efficienza sono i tre obiettivi principali delle organizzazioni di tutto il mondo. A permettere di raccogliere questa sfida è la “cloudificazione”, accelerata dalla pandemia e favorita dai programmi di aiuto dei governi europei nell’ambito del piano di accelerazione della transizione digitale. Il cloud offre infatti alle aziende la possibilità di lavorare, innovare e collaborare ovunque e in qualunque momento, attraverso piattaforme agili e sicure su cloud a scelta (pubblici, privati e ibridi). Inoltre, sempre secondo le previsioni di Gartner, entro il 2025 le piattaforme native cloud ospiteranno più del 95% delle nuove iniziative digitali, facendo così registrare un aumento del 40% rispetto al 2021.
Cloud e data center, binomio inscindibile
Il cloud vive la sua evoluzione in modo fortemente dinamico.
Attualmente, vi è un crescente interesse per i modelli hybrid cloud che combinano risorse on-premise e off-premise e offrono quindi l’efficienza dei costi di un cloud pubblico e la flessibilità di un cloud privato per l’implementazione dei requisiti aziendali.
Tuttavia, l’implementazione di una strategia di questo tipo richiede sempre un approccio studiato nei dettagli, ed è l’unico modo per garantire al progetto un successo sostenibile e a lungo termine.
L’uso di ambienti hybrid cloud sta guadagnando popolarità man mano che le aziende cercano tecnologie e soluzioni efficienti ed economiche che soddisfino le loro esigenze in tempo reale. Ma la tecnologia da sola non basta. Per un’implementazione efficace è necessario un approccio strategico, ben ponderato e dettagliato.
Quando si progetta un ambiente ibrido, le imprese devono prima determinare quali aree continueranno ad operare localmente e quali applicazioni saranno invece spostate nel cloud.
Le aziende di tutte le dimensioni che vogliono intraprendere o potenziare il percorso verso la Digital Transformation possono contare sull’innovazione delle soluzioni cloud offerte direttamente dai provider e gestite attraverso il portfolio dei numerosi player di mercato oggi disponibili. La proposta include servizi sia standard che personalizzabili sulla base delle specifiche richieste.
A guidare la progressiva trasformazione dell’offerta e del portfolio dei system integrator e dei distributori c’è senza dubbio l’evoluzione tecnologica. Ma non vanno dimenticate le rinnovate esigenze dei clienti verso le soluzioni cloud-based. Aziende grandi e piccole chiedono sempre maggiore flessibilità e sicurezza.
Data center affidabili
La sempre più ampia diffusione del cloud implica necessariamente la costruzione e la gestione di datacenter in grado di supportare tali servizi.
In un mondo in rapida evoluzione la complessità architetturale e le continue novità IT comportano un ricambio tecnologico fortemente accelerato. Così, sempre più spesso, rimanere al passo coi tempi risulta complesso e fonte di grande stress. Questo, a maggior ragione, in ambienti di piccole dimensioni, dove non si ha tempo o non si hanno le competenze per reggere il ritmo.
Per non rimanere indietro e non perdere il treno dell’innovazione, che porta benefici al business e può incrementare i ricavi, sempre più realtà imprenditoriali si appoggiano ad esperti del settore e ai servizi scalabili offerti dal cloud.
Tuttavia, ciò che molte volte non viene percepito dall’utente finale è come questi service possano funzionare e quali infrastrutture si rendano necessarie per una operatività continuativa e affidabile.
Lo sanno invece molto bene i gestori di datacenter e i provider cloud, costantemente impegnati nella ricerca della migliore soluzione possibile, per sfruttare al meglio le risorse disponibili, nel rispetto degli accordi presi con i clienti e dell’ambiente che ci circonda.
I servizi online che utilizziamo tutti i giorni, a livello professionale, ma anche personale, passano necessariamente da infrastrutture hardware, opportunamente orchestrate dal software, il tutto alimentato e manutenuto presso i datacenter che sorgono sul territorio nazionale, e non solo.
Per un gestore e provider, dunque, la capacità di costruire e realizzare al meglio uno o più datacenter significa mettere in pratica una visione più ampia, strategica e di lungo periodo.
Green data center
L’intero stack cloud, dall’hosting alla “nuvola”, poggia sulla robusta architettura dei datacenter (storage di classe enterprise, reti ridondate, server ad alte prestazioni), per una rapida distribuzione di servizi, dal cloud backup al load balancing, dal DRaaS, al cloud pubblico, privato e ibrido.
Risulta facile intuire come la diffusione di data center “ecologici” ed energeticamente autosufficienti sia da auspicare, per un futuro sostenibile e una reale disponibilità di servizi efficaci ed efficienti, su più livelli. Di fatto, l’archiviazione di informazioni e il volume dei dati stanno crescendo a ritmi serrati; la creazione di nuovi datacenter risulta dunque imprescindibile in ottica futura.
La centralizzazione dei dati e il proliferare di data center hanno certamente favorito la digitalizzazione della popolazione. Tuttavia, non hanno necessariamente migliorato i consumi di energia. Per essere sostenibili e realizzare infrastrutture ecocompatibili occorre un impegno costante e attenzione continua su ogni singola scelta progettuale e manutentiva.
Per realizzare un Climate Neutral Data Center è importante avere chiare linee guida, indispensabili per indirizzare e validare le scelte fatte in fase di progetto.
In ottica green data center è importante fissare obiettivi ben definiti, come indicato, per esempio, dal Patto per la neutralità climatica dei data center, stilato dalla European Green Digital Coalition. Questo raggruppamento di primarie aziende tecnologiche si propone il comune obiettivo di sostenere la trasformazione verde e digitale dell’economia, sia in Europa sia a livello internazionale.
Questa volontà comune si traduce in azioni concrete, a partire da un consistente sforzo in termini di investimenti nello sviluppo e nella diffusione di tecnologie e servizi digitali sostenibili.
Si lavora anche per realizzare e supportare metodi e strumenti per misurare l’impatto netto delle tecnologie digitali verdi sull’ambiente e sul clima. Fondatori e aziende si impegnano a co-creare linee guida per la trasformazione verde a vantaggio dell’ambiente e dell’economia.
Un secondo aspetto cruciale per la realizzazione di un data center sostenibile riguarda l’approvvigionamento energetico. I service provider devono provvedere alla selezione di fornitori green. Molti provider, ad esempio, acquistano esclusivamente energia con Garanzia di Origine da fonti rinnovabili.
Come spiega il GSE
la Garanzia di Origine (GO) è una certificazione elettronica che attesta l’origine rinnovabile delle fonti utilizzate dagli impianti qualificati IGO.
Per ogni MWh di energia elettrica rinnovabile immessa in rete da impianti qualificati IGO, il GSE rilascia un titolo GO, in conformità con la Direttiva 2009/28/CE. Tutti i titoli GO vengono rilasciati, trasferiti e annullati in maniera elettronica tramite l’apposito Portale web.
In alcuni casi, per raggiungere più rapidamente la visione di un green data center, i service provider più avveduti provvedono a integrare le fonti di energia primarie con sistemi di produzione interna.
L’autoproduzione può arrivare dai pannelli fotovoltaici installati sul tetto del data center o a terra. Oppure, ancora, può essere generata tramite fonti rinnovabili come eolico, idroelettrico e geotermico (quest’ultimo adottato come soluzione efficiente per il raffreddamento delle sale server).
Per i data center più estesi, i big della Rete e le società più sensibili alle tematiche ambientali realizzano impianti a rinnovabili indipendenti e capaci soddisfare buona parte delle esigenze energetiche del data center. In questo modo è possibile andare nella direzione della piena integrazione della rete energetica, sfruttando un circolo virtuoso di autoproduzione, reimmissione in rete e autoconsumo.