VMware, i trend per il 2023 di un’IT in crescita costante

VMWare traccia una panoramica dei trend che caratterizzeranno il settore IT per l'anno in corso. Il cloud è sicuramente protagonista, ma non è l'unico.

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VMware: “Il 2022 sarà ricordato come uno degli anni più “turbolenti” degli ultimi tempi, in quanto ha sollevato numerose questioni che sembrano destinate a trasformare radicalmente il business e la società. La tecnologia non ha fatto eccezione in questo sconvolgimento, con sfide significative da gestire: dalle preoccupazioni per la privacy e la responsabilità a nuove normative, alla crescente attenzione alla sostenibilità”.

Per VMware: innovare e sperimentare per avere successo nel futuro

Così si esprime Joe Baguley, Vice President e Chief Technology Officer EMEA di VMware, facendo un bilancio dell’anno appena concluso. “Tuttavia – prosegue Baguley – nel complesso, l’IT continua a offrirci enormi prospettive per il futuro, in un momento in cui la certezza e l’affidabilità scarseggiano”.

Il cloud diventa smart

Nonostante gli eventi che hanno portato sconvolgimenti a livello globale (o, forse, proprio per quelli), il settore dell’Information & Communication Technology presenta una crescita costante. Le prospettive di cui parla Baguley vedono protagonista l’innovazione, che ha alla base la transizione digitale e il cloud. Un cloud sempre più smart come lo definisce Raffaele Gigantino, Country Manager VMware Italia, ovvero un multicloud intelligente, “che si avvicina il più possibile alle esigenze applicative dell’azienda e che offre la possibilità di spostare un workload da AWS a Google Cloud, fino all’edge o al proprio data center, a seconda delle necessità.

VMware, incertezze, ipotesi, speranze di una nuova normalità

In pratica, un cloud che è scelto in base poi al proprio portafoglio applicativo e alla convenienza economica, che in alcuni casi può voler addirittura dire migrare da un hyperscaler a un service provider locale. E questo è perfettamente in linea con la nostra strategia, che dà la piena flessibilità alle aziende pubbliche e private di spostare i workload dove più interessa”.

Il cloud smart è un metodo sicuro per ottenere valore dal cloud, cosa che non è sempre scontata. Infatti, è vero che il cloud presenta una serie di vantaggi, ma si deve saperli sfruttare, altrimenti il rischio che diventi una spesa eccessiva per quello che può fornire non è troppo remoto. E quando un’azienda se ne accorge è sempre troppo tardi e deve affrontare costi importanti per ritornare a operar in toto o in parte in modo tradizionale. “E ci sono già diverse aziende, anche italiane, che stanno effettuando la repatriation, ovvero stanno riportando on premise dei workload”, evidenzia Gigantino.

Il ruolo strategico del PSN

Riguardo la Pubblica amministrazione, VMWare sta lavorando insieme al Polo Strategico Nazionale per far sì che lo stesso PSN diventi un sovereign cloud e che possa erogare servizi con il più alto grado di sicurezza. “È un trend importante, che stiamo notando sia nella Pubblica amministrazione centrale sia nella Pubblica amministrazione locale – aggiunge Gigantino –. Nella Pa stanno creando data center moderni, aperti al cloud smart che possono offrire servizi alle Pubbliche amministrazioni locali e alle ASL. Con un’infrastruttura tecnologica aperta, e quindi flessibile, si possono anche creare federazioni tra il PSN e i vari poli strategici regionali per avere comunque quella flessibilità, quel controllo e quella governance dei dati che possono essere necessari in diverse situazioni. E questo è perfettamente in linea con i trend che stiamo vedendo in tutto il mondo”.

Smart working, un passaggio obbligato per le aziende

Un altro aspetto che Gigantino vuole sottolineare perché ritiene essenziale nel panorama IT per il 2023 è il mondo del lavoro. “Il dibattito ibrido o non ibrido, smart working o lavoro in presenza è ancora molto attivo – sottolinea Gigantino –. Credo che dare ai giovani la possibilità di scegliere sia importante. Devono poter avere un luogo dove confrontarsi, essere creativi, avere un brainstorming, lasciando il massimo della flessibilità altrimenti non si riescono ad attrarre talenti. Questo perché, oggi, i talenti e i giovani che si affacciano al mondo del lavoro, specialmente sul digitale, sono estremamente competitivi, hanno richieste importanti e la flessibilità è un aspetto essenziale, che ti fa decidere se accettare un’offerta oppure no. O anche che ti fa abbandonare il posto dove stai già lavorando”.

In linea con questa linea di pensiero, per il Country Manager VMware Italia nel 2023 continueremo ad avere investimenti in infrastrutture o anche in applicazioni che permettono di lavorare in modo ibrido. “E questo è un ambito in cui noi siamo molto attivi, con tutta le nostre soluzioni tecnologiche che permettono veramente di creare un digital workspace innovativo in grado di favorire un aumento della produttività”, afferma Gigantino.

Sicurezza, sostenibilità e intelligenza artificiale

VMwareAi trend dello smart cloud e del lavoro ibrido evidenziati da Gigantino, Sabino Trasente, Business Solution Strategy Director SEMEA VMware, ne aggiunge altri tre: sicurezza, sostenibilità e intelligenza artificiale.

Anzitutto la sicurezza – afferma Trasente –. È vero che non è una novità, ma è un problema sempre più sentito, soprattutto considerando la situazione geopolitica. Tutte le tecnologie che mettiamo in campo per mitigare il rischio di essere attaccati rimarranno attuali per l’intero 2023 e si rafforzerà anche la resilienza, intesa come protezione dei dati. Questo aspetto riguarda il PNS, ma anche nel mondo privato il concetto di resilienza diventa sempre più importante. Un esempio è la decisione di portare i dati come copia sui cloud provider o dai cloud provider verso i propri datacenter. C’è un mix ibrido per contrastare gli attacchi che ritorna nel cloud smart e a cui possiamo contribuire con i nostri sistemi per la gestione della sicurezza”.

Riguardo la sostenibilità, Trasente precisa che è un concetto che va considerato in modo olistico. “La sostenibilità riguarda l’ambente, ma anche l’ethical leadership e la diversity inclusion”. A tal proposito Trasente cita la classifica Just One Hundred stilata dall’emittente televisivo statunitense CNBC e che ha posizionato VMWare all’11 posto complessivo e al numero 2 in quella della lista dei software vendor, dietro Microsoft. “La classifica viene stilata proprio in base ai criteri di ethical leadership e diversity inclusion. Per cui, per esempio, lo stesso salario è dato indistintamente a tutte le persone dell’azienda che occupano la stessa posizione oppure viene fornita la medesima tecnologia per permettere a tutti di lavorare da remoto e, soprattutto, di accedere alle risorse aziendali. Per cui ancora una volta, la tecnologia è intesa come equal access, un fattore abilitante per tutti”.

Va poi da sé che in tema di rispetto per l’ambiente VMWare abbia gioco facile, visto che da sempre virtualizzazione è sinonimo di risparmio dei consumi.

Un altro trend verso cui c’è oggi molta attenzione è l’artificial intelligence. “Lo vedremo affermarsi sempre di più anche a livello enterprise”, precisa Trasente. ChatGPT ha un po’ sdoganato il concetto dell’utilizzo dell’AI perché chiunque l’abbia utilizzata si è reso conto che si iniziano a ottenere risultati interessanti. “C’è ancora il bisogno di qualche fine tuning – conclude Trasente – però almeno ha dato a tutti la consapevolezza della possibilità di usare dell’IA in modo efficace. D’altra parte, VMWare ha da sempre integrato funzionalità di AI all’interno delle soluzioni per la gestione della capacity, delle operation del data center e anche della threat analysis volta alla gestione della security”.