Le aziende spendono troppo nei servizi cloud. Una ricerca Couchbase

Nonostante le sfide future, la previsione aziendale è che il 58% della spesa IT totale verrà investito nel cloud pubblico entro il 2025.

servizi cloud

Couchbase ha pubblicato i dati di una ricerca che mostra come la spesa relativa all’impiego dei servizi cloud sia eccessiva, oltre il 35% in più del necessario.

Questo a causa di fattori diversi. Ad esempio piani tariffari poco flessibili, strumenti di gestione che non offrono il livello di controllo necessario agli utenti, dati che non vengono archiviati dove necessario.

Secondo la ricerca, un’azienda spende oltre 33 milioni di dollari all’anno per i servizi cloud. Di questi 8,75 milioni potrebbero essere risparmiati o spesi altrove se aziende e cloud service provider riuscissero a risolvere efficacemente questi problemi. Il sondaggio è stato condotto online tra febbraio-aprile 2022 da Vanson Bourne su 650 responsabili della trasformazione digitale in organizzazioni con almeno 1.000 dipendenti. I Paesi interessati: Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Italia, Turchia e Israele.

Gli highlight della ricerca

I servizi cloud non soddisfano le aspettative e aumentano complessità e costi. A livello globale, il 36% delle imprese ha dichiarato che i servizi cloud adottati negli ultimi tre anni non hanno soddisfatto le aspettative. Il 56% ha affermato che le decisioni prese in passato sul cloud hanno reso i progetti di trasformazione digitale più difficili nel 2021, e il 48% più costosi. I dati in Italia appaiono invece più positivi, con solo il 20% degli intervistati che si dichiara insoddisfatto.

Aziende spendono troppo nel cloud

I fattori che contribuiscono all’eccesso di spesa: Tra i fattori: mancanza di visibilità adeguata sui costi o di modi per ottimizzarli; necessità di migliorare le funzionalità di sicurezza e conformità; piani tariffari poco flessibili che non comprendono tutto in un unico pacchetto. E ancora: strumenti di gestione che non garantiscono il controllo necessario; dati che non vengono archiviati dove necessario per soddisfare i requisiti normativi o di performance. Infine vendor lock-in, ovvero l’impossibilità per le aziende di utilizzare l’infrastruttura cloud che desiderano.

Le aziende stanno affrontando limitazioni dei servizi. Il 61% ha dovuto ridurre le proprie ambizioni di trasformazione digitale a causa di problemi legati ai servizi cloud. Il 58% ha scelto servizi cloud che non consentivano la scalabilità necessaria a soddisfare la domanda.

La generale tendenza verso il cloud è inarrestabile: Il 95% dichiara che il passaggio dell’infrastruttura al cloud è “inevitabile”, un trend confermato anche dal 96% degli intervistati italiani.

Uno slancio inarrestabile

Ravi Mayuram, Chief Technology Officer di Couchbase
Non si può negare l’impatto del cloud, che offre alle grandi imprese livelli superiori di scalabilità e agilità. Mentre alle piccole accesso servizi e applicazioni che non potrebbero implementare internamente.

Le aziende sono convinte di ottenere ciò di cui hanno bisogno, altrimenti non vedremmo questo slancio apparentemente inarrestabile. Resta una domanda da porsi, ed è “potrebbero ottenere ancora di più?”. 8,75 milioni di dollari sono troppi per essere considerati solamente un costo di gestione. Se le imprese elevassero le proprie aspettative e i service provider affrontassero le inefficienze, si potrebbero aprire nuove opportunità di trasformazione digitale o, semplicemente, ridurre i costi.

I vantaggi offerti dal cloud

Nonostante costi e sfide da affrontare, le aziende sono ottimiste riguardo al cloud. Quasi tutti gli intervistati sono convinti che i servizi cloud offrano i livelli di sicurezza, disponibilità, prestazioni, economicità, controllo, scalabilità e conformità di cui hanno bisogno. A questo corrisponde una spesa crescente per il cloud. Entro il 2025, le aziende intendono destinare il 58% della loro spesa IT al cloud pubblico, trovandosi attualmente già oltre la metà del percorso (56%) verso questo obiettivo.

Le ragioni sono chiare. Alla domanda specifica sui database-as-a-service (DBaaS), hanno risposto che i servizi cloud possono offrire SLA di uptime superiori rispetto al team interno, con un budget ottimizzato passando a una tariffazione a consumo. Questo consentirebbe loro di riallocare le risorse attualmente utilizzate per gestire l’infrastruttura di database, impiegandole in modo più produttivo in altre aree.

Aziende spendono troppo nel cloud

Per quanto riguarda le principali preoccupazioni legate alla nuova infrastruttura cloud, al primo posto la sicurezza dei dati (43%). Seguono la gestione dei dati nel cloud (33%) e la capacità di soddisfare le future esigenze digitali (31%). Mentre il 30% si preoccupa di tenere sotto controllo i costi in ottica futura.

Ravi Mayuram, Chief Technology Officer di Couchbase
Se costi e preoccupazioni continueranno a crescere, vedremo sempre più aziende in difficoltà nel soddisfare i propri progetti di crescita. La chiave di molte di queste preoccupazioni e dei costi aggiuntivi che le aziende devono affrontare è lo sprawl, la dispersione. Un maggiore controllo sui propri dati, compreso dove archiviati e le modalità di gestione, permetterà di aumentare la loro protezione, avere servizi a prova di futuro e controllare i costi. Siamo consapevoli che non sia possibile tornare indietro nel processo di adozione del cloud, né le aziende dovrebbero volerlo, ma dobbiamo invece assicurarci che sia all’altezza di ogni aspettativa.