Attacchi informatici, nonostante tutto aumenta la fiducia dei CISO italiani

L’attenzione però deve sempre essere massima: sentirsi preparati per un attacco informatico è molto diverso che esserlo.

CISO

Voice Of The CISO 2022 di Proofpoint: secondo le analisi più recenti, le minacce più significative arrivano da insider, attacchi smishing, frodi via email.

Se hanno trascorso il 2021 a fare i conti con nuovi modi di lavorare, oggi molti CISO sentono di avere un maggiore controllo del loro ambiente. A livello globale solo il 48% (46% di quelli italiani) ritiene che la propria organizzazione sia a rischio di subire un attacco informatico nei prossimi 12 mesi.

In Italia aumenta la fiducia nei CISO

Questa crescente fiducia dei CISO è probabilmente più il risultato di aver superato indenni un evento sconvolgente, la pandemia. Non di un cambiamento tangibile dei livelli di preparazione al rischio. Il report Proofpoint il 50% dei CISO globali ritiene ancora che la loro organizzazione sia impreparata a gestire un attacco IT. Il 56% considera l’errore umano come la più grande vulnerabilità informatica. In particolare, modalità consolidate di lavoro da qualsiasi luogo e il fenomeno delle dimissioni di massa presentano oggi nuove sfide alla protezione delle informazioni.

L’opinione di 1.400 CISO

Il report Voice of the CISO di quest’anno raccoglie le risposte di oltre 1.400 CISO di organizzazioni di medie e grandi dimensioni di diversi settori. Nel corso del primo trimestre del 2022, sono stati intervistati cento CISO in ogni mercato di 14 paesi: Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia, Paesi Bassi, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Australia, Giappone e Singapore.

Le tre aree della ricerca

La ricerca approfondisce tre aree principali. Essi sono: il rischio di minaccia e le tipologie di attacchi che i CISO combattono quotidianamente. Poi i livelli di preparazione dei dipendenti e dell’organizzazione nell’affrontarli. Per finire l’impatto derivante dalla necessità di supportare di una forza lavoro ibrida mentre le aziende si preparano al rientro in ufficio. Analizza inoltre anche le sfide che i CISO devono affrontare nel loro ruolo, la posizione all’interno della C-suite e le aspettative di business dei loro team.

La percezione della sicurezza da parte dei CISO italiani

Il report Voice of the CISO 2022 di Proofpoint evidenzia i trend generali e le differenze regionali nella community globale dei CISO. In particolare, i risultati emersi dall’indagine condotta sui CISO italiani evidenziano che:

Attacchi informatici, in Italia aumenta la fiducia nei CISO

I CISO italiani sono più fiduciosi della loro postura di sicurezza informatica. Dopo due anni di interruzioni senza precedenti, sentono ora di avere un maggiore controllo del loro ambiente. Poco meno della metà degli intervistati (46%) ritiene che la propria organizzazione sia a rischio di subire un attacco informatico nei prossimi 12 mesi. Rispetto al 64% dello scorso anno. La media globale è del 48%.

Manca il consenso tra i CISO sulle minacce più significative rivolte alla loro organizzazione. Quest’anno, le minacce interne rappresentano la prima fonte di preoccupazione per i CISO italiani al 34%. Seguite da attacchi smishing e vishing (33%) e dalle frodi via email (Business Email Compromise) al 30%. Nonostante sia stato protagonista indiscusso nelle notizie di cronaca, il ransomware è aumentato solo di 1 punto percentuale rispetto allo scorso anno, al 28%.

La preparazione informatica delle organizzazioni è migliorata, ma rimane una preoccupazione importante. La crescente familiarità con l’ambiente di lavoro post-pandemia ha permesso ai CISO di sentirsi più preparati ad affrontare le minacce IT. Nel 2021, il 63% dei CISO italiani non si riteneva sufficientemente preparato per un attacco mirato nel 2021, percentuale scesa al 42% quest’anno.

La consapevolezza della sicurezza dei dipendenti è in aumento, ma gli utenti non sono ancora adeguatamente preparati. Il 51% degli intervistati italiani ritiene che i dipendenti comprendano il loro ruolo nella protezione dell’azienda dalle minacce. Solo il 43% dei CISO italiani considera l’errore umano la più grande vulnerabilità informatica della loro organizzazione. Ben al di sotto della media globale del 56%. Nell’ultimo anno, solo il 40% dei CISO italiani intervistati ha aumentato la formazione sulla sicurezza informatica per i dipendenti.

Il lavoro ibrido a lungo termine mette ancora alla priva i CISO italiani per la protezione dei dati. Con i dipendenti che rappresentano ora il perimetro difensivo in qualsiasi luogo lavorino, il 37% dei CISO italiani concorda sul fatto di aver osservato un aumento degli attacchi mirati negli ultimi 12 mesi. Quasi la metà afferma che il maggiore turnover di dipendenti ha reso la protezione dei dati una sfida maggiore. Alla domanda relativa a come i dipendenti fossero più propensi a causare una violazione dei dati, i CISO italiani hanno indicato come vettore più probabile gli attacchi insider compromessi. In cui i dipendenti espongono inavvertitamente le loro credenziali, fornendo accesso a dati sensibili ai cybercriminali.

Le notizie sul ransomware hanno aumentato la consapevolezza del rischio informatico a livello di C-Suite e hanno provocato cambiamenti di strategia. I recenti attacchi di alto profilo hanno reso il ransomware una priorità nelle agende aziendali. Con il 52% dei CISO italiani che ha rivelato di aver stipulato un’assicurazione cyber. Mentre il 53% si concentra sulla prevenzione rispetto a strategie di detection e response. Nonostante l’aumento della posta in gioco, , un preoccupante 45% dei CISO ammette di non avere in atto una policy di pagamento del riscatto.

Cala leggermente la pressione sui CISO italiani, ma il board buy-in rimane precario e il rischio informatico preoccupa i dirigenti aziendali. Il 45% dei CISO italiani ritiene che le aspettative sulla loro funzione siano eccessive. In calo rispetto al 48% dello scorso anno. Tuttavia, cresce la percezione della mancanza di allineamento con il consiglio di amministrazione. Solo il 10% dei CISO italiani concorda fortemente sul fatto che il loro consiglio di amministrazione sia allineato sulle questioni di cybersecurity. Quando si tratta di rischio informatico, i CISO italiani hanno elencato danni alla reputazione, perdita di clienti attuali e tempi di inattività significativi come principali preoccupazioni del board.

Attacchi informatici, in Italia aumenta la fiducia nei CISO

Luca Maiocchi, Country Manager di Proofpoint Italia
Due anni a rafforzare le difese per supportare il lavoro ibrido. Ora i CISO hanno dovuto dare priorità agli sforzi per affrontare le minacce che prendono di mira la forza lavoro distribuita e dipendente dal cloud. Di conseguenza, la loro attenzione si è man mano concentrata verso la prevenzione degli attacchi più probabili. Come la compromissione delle email aziendali, ransomware, minacce interne e attacchi DDoS.

Nel complesso, i CISO sembrano considerare il 2022 come un anno di calma dopo la tempesta. Potrebbero però incappare in un falso senso di sicurezza. Con l’aumento delle tensioni geopolitiche e degli attacchi focalizzati sulle persone, le stesse lacune di consapevolezza, preparazione e prevenzione degli utenti devono essere colmate prima che i mari della cybersecurity si agitino ancora.