Il parere di GPBM sul pacchetto di norme proposto dalla UE per rendere le batterie di tutti i tipi più sostenibili ed efficienti, facili da sostituire e soprattutto da smaltire. La proposta dell’EU riguarda tutti i settori. A partire da quello consumer per tutti i dispositivi, fino agli EV che sono costantemente sotto i riflettori proprio per il “discorso batterie”. La proposta è anche collegata alla riduzione dell’impronta carbonica il cui imminente obiettivo è fissato per il 2030.
Stravolgimenti in arrivo
Quali cambiamenti potrebbe comportare la proposta dell’Unione Europea? Innanzitutto viene stabilita una categorizzazione della tipologia di batterie molto più definita rispetto al passato e che tiene conto delle “new entry”. Stabilire differenze rispetto alle varie tipologie di batteria è un’operazione per varare regole specifiche per ogni classe. Ad esempio, le batterie per usi industriali e per quelle utilizzate dagli EV contengono materiali come litio, piombo, nickel o anche cobalto. L’obiettivo della regolamentazione trae, spunto dal processo di reshoring e di costruzione delle gigafactory europee per la produzione di batterie. Così da iniziare a prevedere un quantitativo minimo di materiali riciclabili.
Cambiamenti nel futuro delle batterie
Poiché la rigenerazione o il riciclo delle batterie è tuttora un argomento molto delicato. La regolamentazione vuole spingere fin da subito l’incremento di materiali rigenerati contenuti in quelle nuove. Dal 2030 ci sarà infatti un quantitativo minimo di materiale rigenerato che dovrà essere contenuto, per poi essere incrementato di anno in anno. Per questo motivo sono state inserite nuove categorie di batterie destinate agli EV e di dimensioni più contenute impiegate nella micro-mobilità. Tuttavia, la proposta europea non contempla soltanto i materiali ma anche la qualità e la fruibilità di tutte le tipologie. Ciò significa che saranno messe al bando batterie ricaricabili di bassa qualità e ciclo di vita.
Le batterie ricaricabili e quelle “usa e getta”
Sul discorso delle batterie ricaricabili, in particolar modo per quelle destinate al mercato consumer, la proposta europea vuole stoppare la produzione di pile “usa e getta”. Favorendo invece la diffusione massiva di quelle ricaricabili. A prima vista potrebbe sembrare un’arma a doppio taglio. Poiché il quantitativo di energia per la ricarica delle batterie è direttamente proporzionale alle unità in uso. La proposta europea vuole rendere via via più rigenerabili le batterie ricaricabili che sono giunte alla fine del loro ciclo di vita.
Il futuro delle batterie sarà sempre più sostenibile
Ultima e non meno importante, la proposta europea si rivolge anche ai produttori di dispositivi elettronici (smartphone in particolare). Essa consentirebbe all’utente di sostituire autonomamente le batterie su tutti i propri dispositivi. Inoltre le batterie dovranno essere disponibili per almeno dieci anni dalla data di lancio del prodotto. Il disegno di legge europeo è pronto quindi a scatenare una rivoluzione ma anche non pochi problemi.
Non solo materiali, anche CO2 e GHG
All’interno della proposta UE è riportato un resoconto sulle cifre globali che riguardano la produzione di batterie. I numeri includono materiali, tipologie di energia utilizzata per la produzione e le risultanti emissioni. Secondo le previsioni a livello mondiale, per i prossimi tre anni la tecnologia delle batterie piombo-acido avrà ancora la meglio in termini di diffusione. È interessante notare che le batterie destinate agli EV richiederanno entro il 2030 una quantità di litio 18 volte più alta rispetto ad oggi e 5 volte quella di cobalto entro il 2030.
I dati di World Economic Forum e Global Battery Alliance
Inoltre, secondo una stima effettuata dal World Economic Forum e dalla Global Battery Alliance, la gran parte dei gas serra (GHG) sarebbe imputabile alla produzione dei materiali e componenti attivi nonché delle celle stesse. Anche le emissioni di CO2 dipendono molto dalla tipologia di energia utilizzata per la produzione. Nella proposta UE si prendono in esame le celle prodotte in Corea del Sud per le quali viene utilizzata energia di produzione mista (carbone, gas e nucleare).
Cosa dicono i produttori?
Questa proposta obbligherà tutti i produttori globali di batterie ad accelerare la transizione verso queste normative. Per quelli che sono rimasti indietro, la non facile riprogrammazione delle proprie produzioni.
Luca Negri Country Manager di GPBM Italy
GPBM è da sempre fautrice nel consentire al consumatore di sostituire la batteria da sé. Questa è una prerogativa che rende le cose più facili a tutti. L’aspetto più interessante contenuto nella proposta UE riguarda le pile ricaricabili. Poiché il fatto di non accettare più prodotti di bassa qualità è esattamente in linea con la nostra visione. Abbiamo sempre sostenuto l’uso di pile ricaricabili. Tuttavia occorre considerare che avere prodotti di una certa qualità comporta costi più elevati,. Va da sé che il livello di qualità di un prodotto è il più delle volte direttamente proporzionale alla durata di vita e al livello di performance.
Sempre più sostenibili e in regola con la UE, il futuro delle batterie
Attualmente, la proposta ha già passato diverse fasi di approvazione da parte dell’UE ed è destinata ad essere operativa in un futuro non troppo lontano. Ciò rappresenta una novità davvero importante. Non sarà facile per tutti adeguarsi a queste nuove norme. Tuttavia lo scenario delle batterie sta vivendo molte trasformazioni in un tempo assai ristretto, dovuto anche all’attuale situazione che riguarda le materie prime. In ogni caso vedo questa novità come grande opportunità per concretizzare al meglio la nostra filosofia di prodotto e viverla da protagonisti. Contribuendo ad accelerare la transizione tecnologica delle batterie verso prodotti sempre più performanti e a basso impatto.