AICA: siamo all’alba di una nuova era tecnologica

Due gli argomenti protagonisti dei dibattiti tra gli esperti: la cybersecurity e la cooperazione a distanza.

Nello Scarabottolo, Vice Presidente Vicario di AICA indica nell’evoluzione IT e nella sua applicazione quotidiana l’alba di una nuova era tecnologica.

Nello Scarabottolo, Vice Presidente Vicario di AICA indica nell’evoluzione IT e nella sua applicazione quotidiana l’alba di una nuova era tecnologica.

È una vera e propria rivoluzione copernicana quella legata all’evoluzione tecnologica e alla sua applicazione nei vari contesti sociali. Due sono in particolare le tematiche che si prevede di affrontare in momenti di pubblica discussione fra esperti. Tematiche rese particolarmente importanti anche a causa di quanto la pandemia da Covid‑19 ha comportato in termini di uso delle tecnologie informatiche: cybersecurity e cooperazione a distanza.

Uno dei temi più discussi è la cybersecurity

Quello della cybersecurity è un tema caldo, soprattutto pensando ai recenti fatti di cronaca relativi all’attacco hacker subito dalla regione Lazio. Un evento di questo tipo cattura l’attenzione sulla necessità di una maggiore sicurezza e dell’ammodernamento degli strumenti di lavoro della PA. Con un’attenta analisi è chiaro che la messa in sicurezza dei sistemi informatici registra un costo inferiore rispetto alle spese in cui si incorre qualora le vittime di attacchi siano costrette a bloccare l’operatività dei sistemi e sostenere il ripristino delle attività.

Si apre una nuova era tecnologica

Con lo smart working poi, si è ampliata l’area d’attacco alle reti e ai dispositivi dei singoli lavoratori. Gli hacker hanno avuto a disposizione infinite “porte di accesso” ai sistemi informativi tanto privati quanto pubblici. Diversi comuni e uffici sono stati attaccati, costretti a blocchi operativi e hanno visto sottrarsi dati sensibili dei cittadini che sono spesso finiti anche in vendita sul Dark Web. Lo stesso Ministro Colao ha affermato che quasi il 95% dei server della PA sarebbe a rischio.

La nuova era tecnologica comprende anche la pubblica amministrazione

Il tema non è nuovo visto che la strategia per l’ammodernamento dei sistemi della PA era già stata delineata nel Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione 2020/2022. Il piano è fondato su alcuni principi cardine che dovranno ispirare l’operato della PA: digital & mobile first; cloud first; servizi inclusivi e accessibili; sicurezza e privacy by design. Oltre a user-centric; data driven e agile; once only; dati pubblici; codice aperto. Per l’implementazione del piano è necessario quindi che la PA si doti di strumenti informatici sicuri che consentano di proteggere adeguatamente i propri sistemi informativi.

Le opinioni di Brunetta sullo smart working

Dopo quanto affermato dal Ministro Brunetta in merito allo smart working per gli impiegati della PA, la categoria tornerà a lavorare in presenza. Gli strumenti di supporto alla cooperazione a distanza, divenuti improvvisamente diffusissimi a causa dell’emergenza sanitaria, continueranno a essere i protagonisti dell’immediato futuro. Se da un lato hanno ricoperto un importante ruolo in piena pandemia, è bene sottolineare come meritino una meditazione sia per quanto riguarda il loro utilizzo in chiave didattica, sia per le loro potenzialità relativamente all’uso in contesti professionali.

Teamwork e Remote work

In ambito education, la stessa ICDL Foundation ha definito due syllabi (insiemi di competenze richieste) di certificazione delle competenze in termini di Teamwork e di Remote work. Questo perché nell’immediato futuro serviranno professionisti in grado di utilizzare in modo consapevole e intelligente le tecnologie per la cooperazione. A proposito di certificazioni, è intenzione di AICA promuovere un’indagine nel pubblico e nel privato per valutare l’interesse a una contestualizzazione dei due suddetti syllabi nel nostro Paese.

Una nuova era tecnologica: la cooperazione a distanza

La cooperazione a distanza sarà sicuramente un tema “caldo” ancora per tutto quest’anno e il prossimo. Non vi è dubbio che l’attuale situazione ci sta abituando a nuove strategie di lavoro e comunicazione, una necessità per non fermare tutto. Diverse sono le aziende, infatti, che incoraggiano i dipendenti a lavorare a distanza, Google rinvia al 10 gennaio 2022 il rientro in ufficio. Il CEO di Twitter, Jack Dorsey, ha incoraggiato i dipendenti a lavorare «dove si sentono più creativi». Mark Zuckerberg, patron di Facebook, ha annunciato che la sua azienda sarà orientata al futuro proprio grazie al lavoro a distanza.

Nuova gestione tra vita professionale e personale

Il lavoro da remoto ha comportato la fuoriuscita dagli schemi tradizionali e dal meccanismo del controllo affinché il lavoratore governi la sua attività con la possibilità di gestire l’equilibrio tra vita professionale e personale. Con conseguenze enormi sulla riduzione degli spostamenti e la decongestione del traffico delle metropoli, con ricadute significative sull’ambiente e sui trasporti pubblici. C’è solo da verificare se sia possibile ottenere proprio gli stessi effetti attraverso la comunicazione digitale, che ci sta consentendo di lavorare a distanza, in remote working.

Nel 2020 oltre 8 milioni di Italiani hanno dovuto fare uso dello Smart Working. Essi ne parlano come occasione da non perdere per cambiare in meglio l’organizzazione del lavoro con tutti i suoi pro e i suoi contro. Se da un lato i vantaggi sono tanti, non mancano certo le conseguenze negative di questa nuova forma di lavoro.

Ad esempio lo stare molto fermi e seduti tante ore davanti a un computer può avere ripercussioni sull’apparato motorio e cardiovascolare. E poi occorre organizzare bene il proprio spazio di lavoro a casa, per consentire di utilizzare al meglio, cioè in modo flessibile, le proprie naturali attitudini all’attività lavorativa, andando a calibrare in maniera adeguata i propri ritmi.