La pandemia e la digitalizzazione globale stanno portando a una radicale evoluzione del posto di lavoro, Poly si interroga sulle nuove modalità operative.
Sono trascorsi più di 18 mesi da quando l’emergenza Covid-19 ha costretto le aziende a rivedere le proprie modalità di lavoro in favore del Remote Working. Nonostante ciò, buona parte delle imprese italiane ha dotato i propri dipendenti di tecnologie per lavorare e collaborare con i colleghi da remoto.
In molti riconoscono il ruolo fondamentale che intelligenza artificiale e automazione dei processi ricoprono in contesti di lavoro ibrido.
Il posto di lavoro
I risultati dello studio dimostrano come le aziende non comprendono a fondo le barriere a cui molto spesso le persone si trovano di fronte quando lavorano da remoto. Ad esempio, i decision maker sono convinti che i dipendenti abbiano tempo a sufficienza da dedicare ad attività a valore aggiunto e al supporto ai clienti. I lavoratori affermano tutt’altro.
La mancanza di investimenti in soluzioni avanzate dimostra come le aziende non siano preparate per l’hybrid working. Tuttavia, gran parte dei responsabili decisionali delle imprese italiane sostiene che la collaborazione in ufficio sia essenziale per il futuro successo della propria organizzazione.
Il rapporto pubblicato da Poly interessa un panel di 7.261 lavoratori ibridi del Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Svezia, Polonia ed Emirati Arabi Uniti. Sotto la lente di ingrandimento: gli atteggiamenti e i comportamenti delle imprese e dei lavoratori, con particolare attenzione a parametri come i modelli di lavoro, cultura, frustrazione…
Il lavoro flessibile, piace o no?
Al cambiamento generale dei contesti lavorativi si affianca una evidente sfumatura dei contorni della produttività giornaliera. Per molti, flessibile significa “sempre operativo”. Oltre due terzi dei dipendenti hanno affermato che l’orario d’ufficio tradizionale, dalle 9:00 alle 17:00, è stato sostituito da una percezione molto più flessibile del lavoro.
Più della metà dei lavoratori (58%) ritiene che l’aumento del lavoro da remoto si confonda con il rimanere costantemente connessi, creando situazioni in cui si è incapaci di “staccare” veramente e rilassarsi. Il secondo maggiore inconveniente rilevato è dato dalle aspettative di disponibilità ad ogni ora che il lavoro da remoto può generare. Mancano poi momenti di svago con i colleghi.
Proprio per questo, i datori di lavoro devono stabilire limiti chiari per prevenire affaticamenti e malumori.
In questa logica, le richieste dei dipendenti sono chiare. L’82% degli intervistati vorrebbe poter lavorare almeno un giorno alla settimana da casa; il 54% desidera ripartire equamente il proprio tempo, tra casa e ufficio.
Lavorare da casa porta con sé innegabili vantaggi: in primis, permette di evitare lunghi tragitti, il traffico, la perdita di tempo e lo stress derivante. Operare da casa, alle giuste condizioni, è considerato quasi un privilegio, dato che è possibile riposarsi un po’ di più ed è consentito vivere maggiormente il contesto famigliare.
Ma lavorare da casa non è tutto “rose e fiori”, ce ne siamo accorti tutti in questo periodo pandemico. La ricerca evidenzia difficoltà di collaborazione, mancanza di assistenza informatica e di soluzioni tecnologiche appropriate per il lavoro remoto. In molti sono preoccupati, perché lavorare da remoto limita le possibilità di imparare dai colleghi. Più della metà pensa che i lavoratori ibridi o da remoto potrebbero essere discriminati o trattati diversamente rispetto a chi torna in ufficio a tempo pieno.
Posto di lavoro: dubbi, perplessità e incertezze
Le modalità di lavoro ibride e il rientro in ufficio scatenano sentimenti contrastanti tra gli interpellati. Mentre molti hanno sentito la mancanza dello spirito di squadra, altri sono più ansiosi e temono che la loro performance ne risenta.
Quasi tutti sono convinti che i cambiamenti frutto della pandemia sono venuti per rimanere. Il 64% dei lavoratori afferma che la cultura dell’ufficio è cambiata per sempre.
Ci sono alcune interessanti osservazioni che si possono estrapolare dal report. Una fetta consistente del pool di intervistati è preoccupata della propria aggressività, una volta tornati in ufficio. Si teme che possa scattare un comportamento poco collaborativo, che porti ad arrabbiature coi colleghi.
L’ufficio che cambia
Al cambiare delle situazioni, anche gli uffici “cambiano forma” ma, a cosa servono, ora, questi spazi? Il ritorno in azienda è importante perché offre più opportunità per il brainstorming e la collaborazione, la partecipazione alle riunioni e l’accesso a strumenti e tecnologie migliori.
Cambiano anche codici di abbigliamento ed etichette.
Sorprendono soprattutto i settori più tradizionali da questo punto di vista, come per esempio l’ambito finanziario. Infatti, a differenza di una media generale del 53%, in questo settore il 61% dei lavoratori afferma che il lavoro ibrido ha marcato la fine dell’abito giacca e cravatta.
Quale futuro per il lavoro ibrido? Quale impatto sui giovani?
Chi ha da poco avviato una carriera lavorativa si sente minacciato da questi cambiamenti. In alcuni casi, gli intervistati (il 62% tra coloro che hanno dai 18 ai 24 anni) non hanno ancora mai messo piede in azienda dall’inizio della pandemia. Di questi, il 72% ha detto che il pensiero di andarci per la per la prima volta li preoccupa non poco.
Questo potrebbe impattare sulla carriera professionale dei più giovani?
Più del 50% ritiene di sì: lavorare a distanza potrebbe avere un impatto negativo sullo sviluppo professionale. Non solo, potrebbe avere ripercussioni sulla fiducia in se stessi e ridurre le capacità di relazionarsi.
I suggerimenti di Poly
Come sfruttare i benefici del lavoro ibrido e concentrarsi sulle attività di business senza preoccupazioni?
Poly raccomanda alle aziende di pensare attentamente a come gestire qualsiasi transizione futura verso lavoro ibrido. È importante analizzare i differenti profili degli impiegati per capire personalità e preferenze. Ciò è vero soprattutto per quanto riguarda gli stili di lavoro all’interno della azienda, elementi utili per una valutazione oggettiva.
Occorre inoltre dotare tutti i dipendenti degli strumenti giusti per lavorare sia in ufficio che da remoto. Il video è diventato il modo in cui ci si collega, ma la qualità e l’esperienza che offre possono marcare la differenza.
Serve, infine, modernizzare gli spazi di riunione degli uffici, in modo che non ci siano differenze in termini di connessione e collaborazione, indipendentemente da dove si collega ogni partecipante.