Dark web e dati personali: indagine Kaspersky per comprendere il fenomeno

Guardando al costo dei dati personali, si scopre che l'accesso a cartelle cliniche o documenti di identificazione nel dark web costano meno di una tazza di caffè.

Dark web e dati personali

Ricerca Kaspersky per comprendere meglio come i dati personali degli utenti possano essere venduti per poco se finiscono nel dark web.

Kaspersky ha analizzato le offerte attive su 10 forum e mercati darknet internazionali. La ricerca ha dimostrato che l’accesso ai dati personali può costare da un minimo di 42 centesimi di euro per l’acquisto dei dati anagrafici e dipende dal dettaglio e dell’ampiezza dei dati offerti.
Alcune informazioni personali tra quelle vendute nel dark web rimangono invariate rispetto a quelle richieste dieci anni fa, cosi come sono rimasti invariati i prezzi. Parliamo dei dati delle carte di credito, dell’accesso ai servizi bancari e di pagamento elettronico.

Nonostante la consapevolezza delle persone sui temi legati alla privacy sia in aumento, la maggior parte degli utenti ha ancora solo una comprensione di base del perché sia importante.
Addirittura il 43% dei Millennials italiani pensa di essere troppo noioso per attirare l’attenzione dei criminali informatici. Eppure non è così. Ad esempio, il doxing, che in un certo senso è simile al cyberbullismo, può colpire qualsiasi utente che decide di esprimere la propria opinione online o che in qualche modo non è conforme agli standard soggettivi di altri utenti.

Dark web e dati personali

Il doxing è la pratica per cui un utente condivide le informazioni private di un’altra persona senza il suo consenso per metterla in imbarazzo, ferirla o metterla in pericolo.
In generale, gli utenti non si aspettano che le informazioni personali possano diventare di dominio pubblico e, anche chi lo immagina, non è consapevole dei danni. Ma come dimostrato da diversi casi, il doxing può trasformarsi in qualcosa di davvero molto pericoloso ed è in grado di consentire a utenti malintenzionati di hackerare l’account della vittima. Si tratta di un servizio che oggi viene offerto nel dark web.

Dark web e dati personali. Abusi e conseguenze

Sono emersi anche nuovi tipi di dati. Questi includono ad esempio le cartelle cliniche e i selfie con i documenti di identificazione, che costano fino a 33 euro.
L’aumento del numero di foto in cui vengono mostrati i documenti e di schemi di attacco che le utilizzano riflette anche un trend nei “cybergood game”.
L’abuso di questi dati comporta conseguenze piuttosto significative, come l’appropriazione dell’identità di altre persone.
Significative sono anche le conseguenze dell’abuso di altri tipi di dati personali. I dati venduti nel dark web possono essere utilizzati per estorsioni, truffe, schemi di phishing e per il furto diretto di denaro.
Alcuni tipi di dati, come l’accesso a conti personali o a database di password, possono essere utilizzati in modo abusivo non solo per fini di lucro, ma anche per danni alla reputazione e sociali, tra cui il doxing.

Dark web e dati personali

Lehn, General Manager Italy di Kaspersky. “Negli ultimi anni molti aspetti della nostra vita sono stati digitalizzati e alcuni di essi, come la nostra salute, per esempio, contengono informazioni particolarmente private. Il numero crescente di fughe di dati porta a maggiori rischi per gli utenti.Tuttavia, ci sono anche alcuni sviluppi positivi. Molte organizzazioni, infatti, stanno adottando misure supplementari per proteggere i dati dei loro utenti.

Le piattaforme dei social media hanno fatto progressi particolarmente significativi in questo senso, infatti è diventato molto più difficile rubare un account di un utente specifico. Detto questo, credo che la nostra ricerca metta in evidenza quanto sia importante essere consapevoli del fatto che i propri dati sono molto richiesti e possono essere utilizzati per scopi malevoli anche quando riguardano utenti che non dispongono di molto denaro, non esprimono opinioni controverse online e non sono molto attivi sui social”.

Dark web e dati personali

Vladislav Tushkanov, esperto di privacy di Kaspersky. “Internet ci ha dato l’opportunità di esprimerci e di condividere le nostre storie e questo è fantastico. Eppure, è importante ricordarsi che essere ed esprimersi online non è esattamente un’impresa privata. In effetti è come gridare in una strada affollata dove non puoi sapere chi c’è, chi non è d’accordo con te e come potrebbe reagire. È rischioso.

Ovviamente non intendiamo dire che per questo motivo dovremmo cancellare tutti i nostri account sui social media. Si tratta solo di capire le potenziali conseguenze e i rischi ed essere preparati ad affrontarli. La migliore linea d’azione quando si tratta dei vostri dati è questa: sapere quali sono le vostre informazioni di dominio pubblico, rimuovere ciò che si può e prendere il controllo delle vostre informazioni online. È una cosa semplice, ma richiede uno sforzo”.

Dark web e dati personali. I consigli di Kaspersky

Per ridurre al minimo il rischio di furto dei dati personali:

  • Fare attenzione alle e-mail e ai siti web di phishing.
  • Verificare sempre le impostazioni di autorizzazione nelle app utilizzate per ridurre al minimo la possibilità che i dati vengano condivisi o memorizzati da terzi all’insaputa dell’utente.
  • Utilizzare l’autenticazione a due fattori. E’ importante ricordare che l’utilizzo di un’applicazione che genera codici una tantum è più sicuro rispetto alla ricezione del secondo fattore via SMS. Per maggiore sicurezza è consigliato investire in una chiave di sicurezza hardware 2FA;

Dark web e dati personali

  • Utilizzare una soluzione di sicurezza affidabile come Kaspersky Password Manager per generare e proteggere password uniche per ogni account ed evitare di riutilizzare la stessa password più volte.
  • Per scoprire se una delle password utilizzate per accedere ai diversi account online è stata compromessa, utilizzare strumenti come Kaspersky Security Cloud. La sua funzione di verifica dell’account consente agli utenti di ispezionarli per individuare eventuali fughe di dati.
  • Tenere sempre in considerazione il fatto che i contenuti condivisi online potrebbero essere rubati e utilizzati da altri.