Networking su cloud e AI dopo l’impatto del Covid-19

Il 32% dei responsabili IT incrementerà gli investimenti per il networking basato su cloud e il 30% per quello basato su AI.

Networking su cloud e AI

Secondo HPE Aruba, per l’impatto del Covid-19, nei prossimi anni crescerà l’impatto delle tecnologie di networking su cloud e su AI.

Preparing for the post-pandemic workplace” , che ha coinvolto 2.400 ITDM di oltre 20 Paesi e di 8 settori economici, analizza come hanno risposto alle esigenze dell’IT e del business a seguito del Covid-19, sulle decisioni di investimento e sui modelli di consumo attualmente considerati.
Per la ricerca i responsabili IT sono impegnati a rendere operativa una forza lavoro altamente distribuita e a gestire la diffusione di un workplace ibrido, dove le persone hanno bisogno di spostarsi per lavorare nei campus, a casa e in giro.

I responsabili inoltre stanno valutando come evolvere le proprie infrastrutture di rete e abbandonare gli investimenti di capitale a favore di soluzioni che possano essere consumate “as a service”.
La percentuale media di servizi IT consumati su abbonamento è destinata ad accelerare fino al 41% nei prossimi due anni. Si passerà quindi dal 29% del totale di oggi al 41% del 2022. Mentre le aziende che consumano oltre il 50% delle proprie soluzioni IT in modalità “as a service”, aumenteranno di circa il 74% nello stesso arco temporale.

Networking su cloud e AI

Morten Illum, Vice President di Aruba, società Hewlett Packard Enterprise
Di fronte alla diffusione di un workplace ibrido, ai responsabili IT è chiesto di garantire un delicato equilibrio tra flessibilità, sicurezza e convenienza economica all’edge.
Il workplace è cambiato in modo significativo e per poter supportare le nuove norme come il distanziamento sociale e le esperienze contactless, gli uffici devono essere dotati di una tecnologia che garantisca connettività, sicurezza e supporto a livello enterprise.
È sempre più evidente come, per sostenere queste nuove esigenze in uno scenario finanziario difficile, i responsabili IT siano attirati dai vantaggi economici e dai minori rischi offerti da un modello su abbonamento.

Networking su cloud e AI: quali le implicazioni del Covid-19

Gli ITDM hanno dichiarato che l’impatto del Covid-19 è stato significativo sia sui dipendenti sia sulle decisioni per gli investimenti a breve termine sulle reti.

  • Il 20% dice di aver registrato un impatto “significativo” sul personale (cassa integrazione o licenziamenti). Per il 48% è stato “moderato”(riduzioni temporanee in alcune funzioni), “basso” per il 23%.
  • In Emea, Russia (27%), UAE (25%), Svezia e Francia (entrambe 24%) si sono classificate al primo posto in termini di impatto “significativo”. Spagna (13%) e Paesi Bassi (15%) sono notevolmente inferiori.
  • Per il 74% dall’inizio della diffusione di Covid-19 rimandati o ritardati gli investimenti per progetti di networking. Il 30% li ha cancellati del tutto.
  • Il più alto numero di cancellazioni di progetti è stato in Svezia (59%) e il più basso in Italia (11%). Il 37% degli ITDM operanti nella scuola e il 35% del settore alberghiero e dell’ospitalità ha affermato che è stato costretto ad annullare gli investimenti di rete.

Networking su cloud e AI: il future è roseo

Al contrario, i piani per il futuro risultano aggressivi. La stragrande maggioranza di ITDM prevede di mantenere o incrementare i propri investimenti di rete a seguito del Covid-19 proprio per supportare le nuove necessità espresse dai dipendenti e dai clienti.
Il 38% di ITDM a livello globale aumenterà i propri investimenti nel networking cloud-based; il 45% lo manterrà invariato; il 15% lo ridurrà.
In questo segmento è leader globale la regione Asia-Pacifico con il 45% di intervistati decisi a incrementare gli investimenti. La pensano così il 32% in Emea e il 35% in Italia con una punta del 59% tra gli ITDM dell’India.
Poiché le soluzioni cloud consentono di gestire le reti da remoto su vasta scala, queste funzioni risultano particolarmente interessanti per i team IT quando è complicato, se non impossibile, intervenire direttamente on-premises.

Gli ITDM cercano strumenti migliori per monitorare e ricavare insight dalle reti. Il 34% prevede di incrementare i propri investimenti in analytics e assurance, il 48% intende mantenere i livelli di investimento attuali, il 15% che è intenzionato a ridurli.

Questi tool permettono alle organizzazioni IT di rendere più efficiente la capacità di risolvere gli inconvenienti e ottimizzare le reti, considerando il fatto che esse sono soggette a ulteriori richieste provocate da una forza lavoro distribuita.
Attenzione alle tecnologie che semplificano la vita dei team IT automatizzando le attività ripetitive. Il 35% degli ITDM a livello globale ha intenzione di incrementare gli investimenti nelle tecnologie di rete basate su AI.
La regione APAC guida questa tendenza con il 44% e la regione EMEA e le Americhe entrambe con il 30%.

Networking su cloud e AI

Nel disegnare i propri piani di investimento, gli ITDM prendono in considerazione modelli di consumo alternativi per il miglior equilibrio tra valore e flessibilità.
Il 50% in EMEA afferma di essere impegnato a valutare nuovi modelli su abbonamento per l’hardware e/o il software. Il 51% i servizi gestiti per hardware/software chiavi in mano e il 29% il leasing finanziario – tutti come conseguenza dell’impatto del Covid-19.
Questo riflette la crescente necessità di modelli più flessibili dal punto di vista finanziario all’interno di uno scenario difficile.

I modelli di networking su abbonamento risultano più popolari nell’area APAC (61%) che nelle Americhe (52%) o nella regione EMEA (50%). Mentre a livello di singoli Paesi le richieste più alte si trovano in Turchia (73%), India (70%) e Cina (65%).

Networking su cloud e AI

I più interessati a valutare il modello su abbonamento sono il settore alberghiero e ospitalità (66%). Seguono IT, tecnologico e telecomunicazioni (58%) e scuola (57%). L’impatto del Covid-19 sui comportamenti dell’IT ha provocato un desiderio mai così grande di flessibilità e prevedibilità nella spesa e di riduzione dei rischi legati ai costi di capitale anticipati.

In netto contrasto con tutto questo, solo l’8% a livello globale prevede di continuare sulla strada degli investimenti di capitale. In testa i Paesi Bassi (20%), seguiti da Stati Uniti (17%), Spagna (16%) e Francia (15%).
Per quanto riguarda i settori economici, intende concentrarsi esclusivamente su investimenti di capitale il 15% di chi opera nel retail, nella distribuzione e nei trasporti contro il 5% dei settori scuola, IT, tecnologico e delle telecomunicazioni e il 2% del settore alberghiero e ospitalità.

Morten Illum, Vice President di Aruba, società Hewlett Packard Enterprise.
Poiché le necessità di clienti e dipendenti sono cambiate così profondamente negli ultimi mesi, non sorprende che i responsabili IT cerchino soluzioni più flessibili. L’esigenza di agilità e flessibilità nella gestione della rete non è mai stata tanto sentita e ora è fondamentale garantire che le aziende riducano la complessità della rete per offrire agli utenti un’esperienza sicura e senza interruzioni.
La pandemia ha indotto molte organizzazioni a ripensare i propri investimenti nell’infrastruttura IT per creare modelli di business agili, adattabili e adatti allo scopo.
Sebbene la pandemia abbia avuto un evidente impatto negativo sui progetti in corso, la ricerca suggerisce che essa potrà anche catalizzare gli investimenti a medio termine per dare impulso alle tecnologie di rete parallelamente a un passaggio verso modelli di consumo più flessibili che limitino l’immobilizzo di capitale.