Mario Messuri, General Manager Italy e VP South Europe di Jaggaer, ci racconta come la pandemia ha cambiato l’Italia e le ripercussioni sul procurement.
L’economia italiana perderà nel 2020 tra i 5 e i 7 miliardi di euro: questa è la stima di Confindustria in merito alle conseguenze della pandemia in Italia. Tra tutti i settori, uno di quelli più esposti all’interno delle aziende è proprio quello del procurement, in particolare i modelli di approvvigionamento tradizionali che hanno sottostimato i margini di rischio ordinari e straordinari.
Da più parti la soluzione alla crisi sembra essere quella di mettere al centro delle strategie di rilancio la transizione al digitale. Il processo di digitalizzazione è visto come la leva più importante per il rilancio dell’intera economia, sia lato domanda sia lato offerta, a partire dai processi di approvvigionamento necessari per produrre beni e servizi. Ne parliamo con Mario Messuri, General Manager Italy and Vice President South Europe di Jaggaer, provider di soluzioni per eProcurement e digital Supply Chain.
– Come la pandemia ha impattato sui processi di business tradizionali?
Da sempre rischi sanitari, catastrofi naturali, ma anche guerra dei dazi e fattori sociopolitici impattano sulla globalizzazione delle filiere mettendo a rischio i processi di approvvigionamento.
Il Covid ha messo in luce ancora di più la debolezza intrinseca a processi di business tradizionali, in particolare quelli ancorati a modalità non digitalizzate di interazione con fornitori e clienti.
Il ruolo della tecnologia è sempre più fondamentale per garantire business continuity: favorisce interoperabilità e agilità aziendale, garantendo una visione d’insieme della rete di fornitori e dei mezzi alternativi per soddisfare le esigenze di approvvigionamento diretto e indiretto, con sistemi di gestione del rischio resilienti. E tutto il ciclo d’acquisto può essere gestito da remoto anche in casi emergenziali.
– Procurement post-pandemia, come stanno reagendo le aziende?
Le aziende sono sempre più consapevoli della necessità di cambiare strategia adottando nuove soluzioni altamente tecnologiche, che favoriscano interoperabilità e agilità aziendale, volte a una riduzione del rischio e un aumento della flessibilità. La digitalizzazione della gestione degli approvvigionamenti è strategica per l’ossatura di un sistema commerciale resiliente e agile oggi e domani.
Ma la strada da fare è ancora lunga: in uno studio condotto dal Politecnico di Milano nel 2017 solo il 2% delle aziende italiane dichiarava di aver digitalizzato l’intero ciclo source-to-pay, sebbene oltre il 60% segnalasse l’interesse a farlo entro 3 anni. Il progresso è lento ma l’esperienza Covid ha riportato grande attenzione sul tema, come attestano anche recenti dichiarazioni di rappresentanti della politica a favore della digitalizzazione degli appalti
– Come cambierà la gestione del procurement?
Sarà rigorosamente digitale: l’eProcurement ha il vantaggio di automatizzare e formalizzare la gestione dei contratti di fornitura, integrando un sistema di monitoraggio del rischio in un unico ambiente online.
Il futuro del procurement è già qui ed è focalizzato su piattaforme strategiche di gestione dei fornitori che supportano i processi di acquisto in modo intelligente, strutturato, sicuro ed economicamente funzionale. E domani, grazie allo sviluppo ulteriore in Intelligenza Artificiale e Advanced Analytics, le attività operative saranno completamente automatizzate e le decisioni supportate dalla disponibilità di informazioni sempre più accurate.
– Procurement post-pandemia, quali sono i trend che cambieranno il settore?
Si possono riassumere in 5. Il primo consiste nella dematerializzazione: le informazioni verranno gestite in house o in cloud e garantite in multicanalità attraverso modalità di accesso via web browser.
Il secondo è poi la tracciabilità ovvero la messa a sistema di tutte le attività svolte dall’acquirente e dal fornitore che assicura trasparenza anche in caso di controversie. Il terzo è l’orientamento verso la garanzia della business continuity grazie a soluzioni integrate e altamente tecnologiche. Infine, gli ultimi due orientamenti si riferiscono a una ricerca e qualifica costante di fornitori grazie all’uso incrociato di più fonti di dati secondo un approccio incrementale e ad un utilizzo sempre più spinto dell’AI a supporto dei processi di elaborazione e valutazione, includendo modalità predittive e prescrittive.