Gli esperti di Sirti mettono in evidenza come la rete di nuova generazione 5G sia fondamentale per la trasformazione digitale del Sistema Paese.
Mario Cattabeni e Andrea Mondo, rispettivamente Chief of Engineering e Chief of Operations di Sirti, spiegano la correlazione tra 5G e digitalizzazione.
Il tema della trasformazione digitale sta riempendo le agende degli stakeholder economici, industriali e istituzionali ormai da diverso tempo. L’emergenza sanitaria che abbiamo attraversato ha reso più che mai evidente come la trasformazione digitale rappresenti un passo obbligato per il futuro del nostro Paese.
Ciò vale in termini di competitività delle imprese, ma anche in termini di evoluzione della società.
La disponibilità di una connessione a banda larga è essenziale al pieno esercizio dei diritti di ciascun cittadino, i piani di digitalizzazione della PA, il diritto alla tutela della propria salute e la possibilità di lavorare e studiare da remoto sono esempi più che mai attuali.
Il 5G e la trasformazione, la pandemia e la digitalizzazione
Un’altra chiara lezione che emerge dal post-COVID19 è l’importanza strategica di alcuni settori infrastrutturali, come le Telco, l’energia e i trasporti. Si tratta, in concreto, della spina dorsale su cui si baserà la diffusione di questa rivoluzione digitale verso tutti gli altri comparti, dalla pubblica amministrazione alla scuola, passando per la sanità, il turismo e l’agricoltura.
In questo universo sempre più digitale, il 5G rappresenta l’elemento cardine per trasformare in maniera radicale significative porzioni del tessuto industriale del Paese, favorendo le comunicazioni macchina-macchina e consentendo la creazione di nuovi servizi real-time a elevati contenuti tecnologici.
Il 5G rappresenta, infatti, insieme all’ultra-broadband della fibra ottica, la rete di connessione abilitante la “quarta rivoluzione industriale”. Grazie alla maggior ampiezza di banda, il 5G permette di fare leva su una velocità di trasmissione dati senza precedenti, con un consumo di energia significativamente inferiore. Si diffonderanno, quindi, nuove tecnologie che hanno bisogno di sfruttare un’alta velocità di trasmissione di grandi volumi di dati.
Il 5G e la trasformazione, campi d’applicazione
Tecnologie come quelle, per esempio, impiegate nel mondo sanitario, per rendere più efficace e affidabile l’assistenza medica da remoto, o al mondo dell’automotive, con lo sviluppo delle prossime “auto intelligenti”, in grado di scambiare tra loro informazioni come quelle sulle condizioni del traffico. Applicazioni interessanti si avranno sempre più anche nel campo dell’Industria 4.0 – dove le fabbriche hanno bisogno di diventare più “intelligenti”, con impianti di produzione pienamente automatizzati – nel segmento del controllo della sicurezza delle infrastrutture o nei sistemi che permettono di razionalizzare l’uso delle risorse energetiche.
In sostanza, la fibra ottica come backbone strutturale fisso e il complemento della tecnologia mobile 5G, in alcuni casi anche alternativa alla fibra, saranno gli abilitatori di nuovi use-case e renderanno scalabili su grandi volumi applicazioni già disponibili nei grandi centri urbani, in ogni ambito della società e dell’industria.
Sia la Commissione Europea – nella recente definizione del Recovery Fund – sia il Comitato di Esperti guidato da Vittorio Colao, hanno identificato lo sviluppo della infrastruttura ultra broad band (fibra ottica e reti 5G) tra le iniziative fondamentali per il rilancio dell’Italia: il piano fibra è decisamente più avanti come espansione, seppur ancora in affanno nelle aree dove non c’è un ritorno dell’investimento, mentre per il 5G la situazione è molto più complicata per un sistema legislativo che non ne facilita la partenza.
Il 5G e la trasformazione, normative e informazione
Le difficoltà dovute al sistema legislativo italiano sono principalmente legate a una serie di limitazioni che devono essere necessariamente affrontate. Si tratta di limiti sul campo elettrico.
In Italia i limiti sono tra le 3 e le 10 volte più bassi rispetto a quanto previsto dall’ICNIRP e corrispondono a livelli di potenza tra le 10 e le 100 volte inferiori a quelli utilizzati in Europa.
Sussistono poi dei processi autorizzativi lunghi e dall’epilogo non scontato per quanto riguarda la costruzione dei siti 5G, oltre a un alto livello di scetticismo da parte dell’opinione pubblica dovuto in alcuni casi a campagne di disinformazione discutibili.
La disponibilità di rete in fibra e di una rete radiomobile 5G ridurrebbe molti dei gap che si manifestano oggi, contribuendo ad accelerare il piano di digitalizzazione, e diventano una priorità estremamente urgente sia in termini di rilancio industriale che di garanzie sociali.
Siamo di fronte a un punto di snodo importante per il nostro Paese: abbracciare ora in maniera decisa e progettuale questa trasformazione, riconoscendole la massima priorità a livello politico, istituzionale e industriale, oppure attendere che siano le altre nazioni industrializzate a guidare la trasformazione.
È giunta l’ora di decidere se vogliamo essere o meno artefici del nostro destino, recitando un ruolo da protagonisti e non da comprimari di lusso.