Il progetto del Massachusetts Institute of Technology partecipa a Innova per l’Italia, l’iniziativa promossa dal Governo per l’emergenza sanitaria Covid-19. La tecnologia MIT Safe Paths consente alle autorità sanitarie di segnalare ai cittadini via smartphone un possibile contatto avvenuto con una persona risultata positiva, preservando la privacy sia dell’utente del cellulare sia del soggetto contagiato.
Francesco Benedetti, ricercatore post-dottorato al Dipartimento di Ingegneria Chimica del MIT
Oltre alla diagnosi rapida e all’isolamento dei casi di contagio sospetti o confermati, la possibilità di informare velocemente i cittadini nel caso in cui siano stati a contatto con un soggetto risultato positivo si rivela un fattore vitale per limitare la diffusione del virus. A oggi, il processo di raccolta delle informazioni utili per il tracciamento dei contatti richiede molto tempo, è incompleto e soggetto a errori di memoria, sottrae risorse agli operatori sanitari e genera alcune preoccupazioni in merito alla privacy.
Una piattaforma centrale con app mirate
La piattaforma Safe Paths comprende una app per smartphone chiamata PrivateKit, già disponibile anche in italiano per iOS e Android e scaricabile da Google Play Store e Apple App Store, e un’applicazione web denominata Safe Places.
Una volta scaricata sul cellulare e attivata correttamente, PrivateKit consente di confrontare il “diario” personale delle localizzazioni salvate sul proprio dispositivo con la cronologia delle posizioni dei soggetti contagiati – aggregate, in forma anonima e ‘oscurate’. La app combina i dati del segnale GPS e Bluetooth per permettere all’utente dello smartphone di controllare con precisione se è stato esposto al contatto con qualcuno risultato successivamente positivo, per quanto tempo e quando, ma non rivela in alcun dove e con chi.
L’applicazione web Safe Places consente alle autorità sanitarie di redigere, in modo sicuro e in forma anonima, il tracciamento delle localizzazioni dei soggetti contagiati, proteggendo la privacy sia di questi ultimi sia dei luoghi che hanno frequentato. Ciò permette di aggregare le informazioni che l’app PrivateKit utilizzerà per determinare se gli utenti risultino essere stati a stretto contatto con persone riscontrate positive.
I soggetti potenzialmente esposti al rischio di contagio non condivideranno i loro dati. Il confronto tra i dati forniti dal sistema sanitario e quelli custoditi sugli smartphone avviene infatti direttamente sul cellulare.
Gli utenti accedono privatamente al loro diario personale delle posizioni salvate sul cellulare e mantengono il pieno controllo dei dati. I pazienti ai quali è stato diagnosticato il virus possono decidere se condividere volontariamente il proprio registro delle localizzazioni con le autorità sanitarie. Le informazioni sono simili a quelle attualmente raccolte durante la fase di presa in carico del paziente da parte degli operatori medici, ma estremamente più accurate e affidabili.
La piattaforma Safe Paths fornisce alle autorità sanitarie uno strumento in grado di rendere molto più efficace il diario dei dati sui contatti dei soggetti positivi e consente di condividere le loro localizzazioni in modo sicuro e in forma anonima. In futuro questi dati saranno anche criptati.
La disponibilità di strumenti che ampliano la capacità di tracciare i contatti, identificando con maggiore efficienza e precisione il momento in cui può essere avvenuta la trasmissione, consentirà alle persone coinvolte di essere consapevoli del possibile rischio legato al loro stato di salute, mettersi in auto-isolamento o avviare l’iter per sottoporsi ai test.