Osservatorio PoliMI, banche e assicurazioni diventano digitali

Osservatorio PoliMI, banche e assicurazioni diventano digitali

La School of Management del Politecnico presenta i dati raccolti dall’Osservatorio Fintech & Insurtech: la rivoluzione digitale innova banche e assicurazioni. Si contano ormai 326 startup Fintech & Insurtech in Italia, capaci di raccogliere 654 milioni di euro di finanziamenti, che si stanno aprendo a collaborazioni con attori di diverso tipo.

Ben 12,7 milioni di italiani (il 29% di tutta della popolazione 18-74 anni) utilizzano già almeno un servizio Fintech & Insurtech, soprattutto Mobile Payment e Chatbot per comunicare con la banca, con un alto livello di soddisfazione. Tra le PMI, sebbene i servizi finanziari non siano completamente diffusi, le imprese scelgono spesso strumenti digitali per utilizzarli. Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano, presentata al convegno “Fintech & Insurtech: è tempo di alleanze”.

Le startupSono 326 le startup Fintech & Insurtech censite in Italia, per un volume di finanziamenti complessivo di 654 milioni di euro. In media 2,6 milioni per azienda, non ancora capitali consistenti (con l’eccezione alcuni di casi limitatissimi come i 100 milioni di Prima Assicurazioni e gli oltre 70 di MoneyFarm). I settori in cui operano sono eterogenei: dai servizi bancari (42%) ai servizi tecnologici orientati al mondo finanziario e assicurativo (25%).

Gli utenti Fintech & Insurtech – Sono 12,7 milioni (pari al 29% della popolazione tra i 18 e 74 anni) gli italiani che hanno utilizzato almeno un servizio Fintech & Insurtech nel 2019, mostrando un alto livello di soddisfazione. Lo rivela l’analisi effettuata dall’Osservatorio Fintech & Insurtech in collaborazione con Nielsen Italia, da cui emerge che sono i giovani tra i 18 e 24 anni a conoscere e utilizzare più questi servizi. I servizi più utilizzati sono il Mobile Payment (14%) e i Chatbot per comunicare con la banca (10%), mentre tra i meno utilizzati ci sono le assicurazioni istantanee/on demand (2%) e le assicurazioni con premi basati sul comportamento (1%).
Nella gestione del risparmio, il 40% non si affiderebbe a nessun attore, ma quelli preferiti sono i tradizionali come operatori postali e bancari. I giovani tra i 18 e 24 anni rispetto alla media guardano però anche a produttori di smartphone o a startup (29%). Per i servizi futuri delle banche sono importanti soprattutto l’assenza di costi di base, la velocità nelle operazioni e nel rispondere ai problemi, insieme alla possibilità di un incontro di persona nei casi più complessi.

Riguardo alle assicurazioni, solo il 14% degli utenti ha già acquistato una polizza completamente online (l’86% di questi una polizza auto, poche coperture per la casa e prodotti vita). La maggioranza (66%) dei consumatori non ha mai acquistato polizze in forma digitale e non intende farlo nel prossimo futuro, principalmente per mancanza di fiducia e perché soddisfatto del canale tradizionale. La condivisione dei dati è sempre più rilevante: già oggi il 12% della popolazione italiana condivide informazioni sullo stile di guida tramite black box e a le preclusioni sono limitate, con il 65% che condividerebbe informazioni sullo stile di guida, il 66% sulla sicurezza della casa, il 62% sulla salute fisica.

Le PMI – Tra le PMI prodotti e servizi finanziari non sono completamente diffusi (il 36% delle imprese non ne hai mai fatto uso), ma i canali di utilizzo sono spesso digitali. Il canale digitale dell’Internet Banking prevale negli strumenti di pagamento, mentre nella fruizione dei prodotti finanziari vi è un forte equilibrio tra canale digitale e fisico. Nel 68% delle PMI i rapporti con gli istituti finanziari sono tenuti direttamente dal proprietario o da uno dei soci, con un’elevata propensione a rimanere con la banca principale (dichiarata dall’89% delle PMI). Nella scelta della banca e della compagnia assicurativa principale prevalgono criteri legati alla convenienza economica (rispettivamente per il 49% e il 60% delle PMI) e all’adeguatezza dell’offerta (45% e 49%).

I canali bancari consumer – A fine 2018 ha raggiunto il 20% la quota di utenti bancari che si collega da smartphone o tablet. La quota di utenti da PC (48%) è maggiore, ma per la prima volta è in calo sul totale dei clienti (-3 punti). Mentre continua la chiusura di filiali da parte di diversi istituti, nel 2018 sono aumentate le filiali evolute (l’11% del totale, +4%), dotate di postazioni self-service, tramite cui i clienti possono usufruire di servizi in totale autonomia.

Le piattaforme di Open Finance – Sotto la spinta della normativa PSD2 che obbliga le banche ad aprire le proprie API e condividere i dati dei propri clienti con terze parti, si sta affermando l’Open Banking, il paradigma secondo cui le informazioni e le transazioni finanziarie possono essere fruite dai clienti liberamente. Un concetto superato dalla più ampia Open Finance, l’open innovation nel mondo finanziario, di cui si contano già 48 piattaforme attive in Europa, che permettono scambio di dati, attivazione di servizi, creazione di ecosistemi di collaborazione e aggregazione di idee innovative.

La competizione finanziaria allargata – I servizi finanziari ormai non sono esclusiva di attori del settore finanziario, ma si ritrovano ormai in almeno 12 settori diversi. Il 35% dei 55 attori non finanziari analizzati offre anche servizi finanziari non strettamente collegati al proprio core business e diretti a nuovi clienti, mentre Il 18% offre ai propri clienti servizi finanziari scollegati dal prodotto core; una sola azienda offre un servizio legato al proprio core business ma a nuovi clienti. Tra questi attori sono incluse si aggiungono le BigTech, come Amazon, Apple, Facebook o Google, che oggi offrono una parte della propria di servizi finanziari solo fuori dall’Europa, ma da cui è possibile aspettarsi a breve un’estensione anche al nostro continente.