La decima edizione del Symposium italiano di Liferay ha fatto da cornice alla presentazione di alcune novità di prodotto, preannunciate qualche mese fa.
L’evento, però, sarebbe stato significativo di per sé, anche senza nuovi annunci: intanto perché si tratta della decima edizione, e per un prodotto Open Source è un’occasione importante per fare un po’ il punto sul progetto e per tastare il polso alla community che gli gira intorno e lo sostiene. Poi perché si è trattato di un evento su larga scala, che ha visto la partecipazione, oltre che di vari partner tecnici e commerciali, anche di un nutrito numero di sviluppatori.
E infine perché ha potuto contare sulla presenza del fondatore stesso di Liferay, il CEO Bryan Cheung.
Cheung, ci hanno raccontato, viene spesso al Symposium italiano, anche perché l’Italia non è certo un Paese di retroguardia per Liferay: il team locale, composto da una ventina di persone, segue storicamente lo sviluppo software della parte dedicata all’e-commerce della piattaforma DXP. E il Symposium italiano è uno dei principali per Liferay, dato che vede la presenza di circa 300/350 utenti, classificandosi al secondo posto nel mondo come affluenza. Fra le varie sessioni svoltesi a Milano al Talent Garden Calabiana, nella zona ex scalo Romana, sede dell’evento, segnaliamo un’interessante tavola rotonda sulla pubblica amministrazione. Anche in Italia, molti siti della PA sono costruiti appunto con i software di Liferay.
I nuovi prodotti – La novità principale è la versione 7.2 della piattaforma DXP, che è il prodotto di punta di Liferay. DXP è un software che, nelle parole di Liferay, punta “ad aiutare le aziende a creare esperienze digitali su Web, dispositivi mobili e collegati”. Che è poi la mission dell’intera azienda. In concreto, DXP permette di creare ogni tipo di sito web rendendolo facilmente collegabile con il resto dell’IT aziendale.
Un momento della conferenza stampa.
Da sinistra, Andrea Diazzi, Business Development Manager Italia & Grecia; Bryan Cheung, CEO; Jorge Ferrer, VP of Engineer.
Al momento, il software Liferay è in uso in oltre 1300 aziende, senza contare chi utilizza la versione Open Source, che è gratuita e generalmente viene gestita in autonomia dal cliente, soprattutto università e no-profit.
La versione 7.2, annunciata in anteprima all’inizio di giugno e oggi disponibile, offre un miglioramento delle capacità di personalizzazione della customer experience e dei contenuti digitali, consentendo agli utilizzatori di delineare facilmente il target di pubblico e le opzioni per creare versioni differenziate della stessa pagina.
La nuova release inoltre dispone di strumenti avanzati per l’analytics, grazie ai quali il sistema è in grado di misurare quanto “performa” ogni contenuto. Nuove e migliorate funzionalità di creazione aiutano a costruire esperienze fluide in tempi ridotti, con nuove opzioni inseribili come “raccomandazioni sul prodotto” o “tagging automatico”.
Ma la novità di maggiore rilievo è la possibilità di implementare, gestire e far crescere la piattaforma in ambiente cloud, tramite il software Liferay DXP Cloud.
Andrea Diazzi, Business Development Manager per Italia e Grecia di Liferay
Liferay DXP 7.2 offre la possibilità di sperimentare ed evolvere – tramite una nuova piattaforma di digital experience più flessibile, con servizi modulari e riutilizzabili – un’ampia gamma di strumenti e API open, con l’importante novità di poter scalare facilmente le soluzioni secondo la crescita dell’azienda, grazie a Liferay DXP Cloud.
DXP sul cloud – Grazie alla disponibilità nel cloud, il nuovo DXP 7.2 è più veloce da installare ed è operativo su tutti i canali. Viene semplificata la gestione e la fruizione dei contenuti e si guadagna in flessibilità, grazie al modello CMS disaccoppiato. Infatti gli sviluppatori potranno beneficiare dell’architettura headless, con la quale è possibile creare in autonomia front end di ogni livello, senza rinunciare ai benefici dati dal CMS. Un’ulteriore aggiunta è rappresentata dal nuovo set di API REST, grazie alle quali si può avere accesso a contenuti strutturati, gestione della documentazione, parole chiave, categorie e via discorrendo.
Liferay DXP Cloud è utilizzabile anche come Paas (Platform as-a-Service), che semplifica le fasi di implementazione e gestione, favorendo nel contempo la scalabilità.
Liferay Commerce 2.0 – Altra novità di prodotto significativa è la nuova versione 2.0 di Liferay Commerce, tra parentesi sviluppata dal team italiano di Liferay, che storicamente in azienda segue la parte di e-commerce. Progettato per soddisfare le esigenze dei clienti B2B che chiedono un’esperienza intuitiva ed efficiente. Esperienze di acquisto migliori, più semplici e più personalizzate è la promessa della nuova release, grazie alle maggiori possibilità da parte delle aziende di sfruttare i propri contenuti. La nuova release utilizza anche strumenti di machine learning, che allargano la capacità di offrire funzionalità intelligenti quali consigli contestuali o avvisi in caso di account a rischio.
Analytics dietro le quinte – Durante l’intero ciclo di acquisto e di interazione del cliente, sono sempre attivi nella nuova versione i nuovi strumenti di analytics, che consentono di studiare a fondo i punti di contatto del cliente. È anche possibile aggregare i dati in una customer view unificata, che consente di ottenere informazioni aggiornate sull’andamento delle pagine e sugli interessi dei clienti, permettendo così di offrire contenuti personalizzati.
La presenza in Italia – “Liferay è presente direttamente nel nostro Paese da circa 3 anni, e da 10 tramite partner” ha spiegato Andrea Diazzi durante un incontro con la stampa. In effetti, la filiale italiana era in origine un partner che si fece notare per lo sviluppo di un modulo di e-commerce, quello che poi venne inserito nella linea principale del prodotto.
Oggi, la filiale italiana opera affiancata da una decina di partner, i clienti appartengono per la maggior parte ai settori della pubblica amministrazione e della finanza (banche e assicurazioni). Come si è potuto capire dall’elevata affluenza di partner, sviluppatori e clienti ai due giorni del Symposium, la piattaforma sta andando bene e i conti della società lo confermano: negli ultimi 3 anni, la crescita anno su anno è stata intorno al 20%, e questo anche grazie al coinvolgimento della community degli sviluppatori, che aiuta a mantenere alta la qualità del software, oltre a fornire spunti e indicazioni utili su cosa davvero desidera la clientela.
Fra gli obiettivi di Liferay, ha spiegato il fondatore Cheung, c’è quello di costruire relazioni a lungo termine con clienti, pubblica amministrazione, e mondo dell’education. A facilitare il compito c’è la natura stessa di Liferay, nata e cresciuta nel movimento Open Source, e una coerente visione etica, a causa della quale, per esempio, il fondatore non ha fatto ricorso ai fondi d’investimento, preferendo l’autofinanziamento. Una scelta controcorrente ma che ha permesso a Liferay di crescere senza essere sottoposta a regole finanziarie poco compatibili con la sua natura Open Source.
A 15 anni dalla fondazione, la scommessa di Cheung sembra ampiamente vinta. Fra i clienti internazionali di Liferay troviamo infatti colossi del calibro di Allianz, Carrefour, Cisco Systems, Danone, Lufthansa Fllight Training, Siemens, Societé Générale, Toyota e anche le Nazioni Unite.