La normativa per la fatturazione elettronica cambia radicalmente il modo in cui si compilano, inviano, ricevono e conservano le fatture.
Si tratta di una procedura ipotizzata già con la Finanziaria del 2008, ma diventata obbligo al 1° gennaio 2019 e ancora in fase di assestamento.
Al giorno d’oggi, per emettere una fattura elettronica bisogna seguire un percorso standardizzato, grazie al Sistema di Interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate.
La fatturazione elettronica, come spiegato anche in questo articolo, è quindi un sistema digitale di emissione, trasmissione e conservazione delle fatture che consente di abbandonare i supporti cartacei, con un conseguente risparmio dei costi di stampa e spedizione.
Ma quali sono gli step principali da seguire per emettere una fattura elettronica?
1. Compilazione della fattura tramite un software di fatturazione elettronica;
2. Apposizione della firma digitale del soggetto che emette la fattura o dal suo intermediario in modo da garantire origine e contenuto;
3. Invio della fattura al destinatario tramite il Sistema di Interscambio che, per legge, è il punto di passaggio obbligato per tutte le fatture elettroniche.
Così come per le fatture cartacee, anche per la fatturazione elettronica vige l’obbligo della conservazione sostitutiva. I contribuenti hanno a disposizione 60 giorni, a partire dal 3 maggio 2019, per chiedere all’Agenzia delle Entrate l’adesione al servizio di consultazione e acquisizione dei documenti fiscali e dei duplicati elettronici. Per farlo è necessario collegarsi al portale Fatture e Corrispettivi e confermare la volontà di attivare il servizio: solo in questo modo sarà possibile conservare le fatture elettroniche, che altrimenti verranno cancellate dopo il recapito.
I vantaggi della fatturazione elettronica, in conclusione, sono di carattere pratico: come accennato, si possono ridurre via via i costi di stampa e archiviazione delle fatture, nonché velocizzare i tempi per la ricerca e la consultazione di tali documenti.