Vendosoft, nuova vita al software usato

Vendosoft, nuova vita al software usato

Vendosoft approccia con convinzione anche il mercato italiano, dopo il grande successo riscontrato in Germania, Paese in cui la società è nata.
È Björn Orth, fondatore e Managing Director di Vendosoft, a svelare le motivazioni che hanno portato ad investire anche nel nostro Paese:

Qual è la motivazione che ci spinge ad investire in Italia? Perché pensiamo che il mercato italiano sia molto promettente, anche per la grande attenzione al tema del contenimento dei costi. Moltissime aziende ancora oggi, in tutta Europa, preferiscono mantenere licenze software on premise, piuttosto che migrare ad applicazioni on cloud: ci rivolgiamo a loro, sia come clienti che come fornitori.

In passato, non c’era alcuna possibilità di effettuare downgrading software; dal 2012 è legale e questo permette di rivendere software di ogni versione, anche antecedente a quella di cui si possiede regolare licenza d’uso. La rivendita di software di seconda mano ha come unico vincolo quello di non uscire dalla region di appartenenza, quindi (ad esempio) non si può cedere licenze europee a società americane.
Fondata nel 2014, Vendosoft ha subito riscontrato importanti tassi di crescita e gradimento sul mercato, che ha portato ad avere un portfolio clienti di oltre 3.500 aziende. Il fatturato 2018 si è chiuso a 13,5 milioni di euro, e per il 2019 le previsioni sono rosee: 16 milioni di euro, in crescita di ben 2,5 milioni.

I vantaggi economici della scelta di affidarsi alle proposte della società tedesca sono evidenti: già acquistando licenze di seconda mano di Office 2016, in confronto a Office 2019, si possono ottenere risparmi fino al 42%. Risparmi che ovviamente aumentano, se ci si orienta su versioni più datate.

Björn Orth, fondatore e Managing Director di Vendosoft

Come si approvvigiona Vendosoft dei software da rivendere? Molto semplice: acquistandolo da aziende che cessano attività, scelgono altre soluzioni o semplicemente effettuano upgrade. Anche per queste realtà si tratta di una importante opportunità di realizzare un utile: la sostituzione o upgrade di software sono, abitualmente, attività da cui non si ottiene alcun ricavo ma solo costi.

La rivendita di licenze second hand è sicuramente agevolata dalla possibilità (ottenuta in seguito ad una sentenza della Corte di Giustizia Europea nel 2013) di dividere i pacchetti di licenze; in questo modo è possibile per Vendosoft acquistare pacchetti anche importati di licenze, e rivenderle anche ad aziende più piccole.

Andrea Migoni, Responsabile Vendosoft
Siamo presenti sul mercato da meno di un anno; al momento sicuramente siamo attivi nel nord Italia, ma abbiamo già ottenuto richieste da ogni parte del Paese. Crediamo che il potenziale italiano sia importante: nei primi 6 mesi abbiamo acquisito 30 clienti e 10 prospect, e ne siamo particolarmente soddisfatti. Basti dire che il più grande cliente di tutta Vendosoft è un trasportatore italiano, che grazie a noi ha ottenuto risparmi per oltre 750.000 euro.

In Italia, ci sono 200mila aziende con oltre 100 dipendenti, e di questi il 98% usa licenze Microsoft e Adobe. Anche i 2.000 Service Provider potranno servire da volano, sia per la parte vendita che acquisti.

Andrea Migoni
Siamo una azienda molto ambiziosa e vogliamo crescere molto in Italia. Non a caso ci siamo posto obiettivi importanti: entro il 2020 prevediamo di arrivare a 1.100 clienti e 4.700 prospect, con un fatturato di 3,7 milioni di euro. Crescendo di questo passo, apriremo (sempre entro il 2020) anche una filiale ufficiale in Italia.

Abbiamo chiesto a Björn Orth se fosse più complesso l’approvvigionamento di licenze usate, o la rivendita delle stesse. Sorridendo, ci ha risposto che non di rado è più difficile reperire software usato. Non a caso Vendosoft investe in maniera importante in questo senso: 12 persone sono dedicate esclusivamente ad attività di telemarketing per acquisire licenze.
Una sfida importante e duplice, per Vendosoft: fare sia attività di evangelizzazione che brand awareness. I numeri finora ottenuti dalla società sono sicuramente confortanti, ma molto rimane ancora da fare. Sicuramente il management ne è consapevole, e non lesinerà alcuno sforzo per raggiungere gli obbiettivi prefissati.