È Digital Leaders On Stage l’evento creato da IDC e SAP. Lo scopo? Dare una visione di insieme dei cambiamenti in atto, con focus sulla realtà italiana.
L’obiettivo è identificare le molteplici angolazioni in cui l’innovazione si concretizza nello scenario di business di oggi e creare occasioni di confronto per manager e decision maker che partecipano al tavolo dell’innovazione digitale.
Sicuramente un successo da questo punto di vista: molti dei partecipanti, nei momenti di pausa dell’evento, ne hanno approfittato per scambiarsi pareri ed esperienze.
Un breve ma molto intenso spettacolo teatrale ha ben introdotto la tappa milanese; chiaro il messaggio offerto: l’esperienza e le trasformazioni digitali hanno bisogno l’una dell’altro.
Fabio Rizzotto, Associate Vice President Research & Consulting, IDC Italia, ha sottolineato quanto sia importante il cambiamento, perché evolversi è il modo migliore per prosperare. L’alternativa, d’altronde, è un inesorabile oblio.
La strategia di trasformazione digitale dovrà tuttavia tenere conto che fra pochi anni entreremo nell’era dell’autonomia, nella quale la gestione del dato sarà cruciale. Alti livelli di efficienza ed automazione sono possibili solo gestendo efficientemente i dati, il vero nuovo petrolio.
IDC offre una chiara visione delle priorità per l’azienda digitale:
– Innovare a velocità di ordini di grandezza superiori rispetto ai business tradizionali;
– Essere customer-centric, abilitando al contempo la forza lavoro, aumentando competenze ed efficienza;
– Approccio al rischio, che deve per forza essere più marcato rispetto ad una azienda tradizionale;
-Massima attenzione verso le tecnologie e i dati, veri fattori chiave per i business del futuro.
Secondo Rizzotto, i dati sono chiari: le aziende che innovano e vanno verso il digitale con convinzione, non solo aumentano il fatturato, ma anche gli utili.
Per la supply chain, grandi sono i cambiamenti all’orizzonte. La priorità per le aziende sarà sicuramente migliorare l’efficienza, ma non solo: il campione IDC indica anche l’aumento della resilienza come fattore cruciale, in particolare nel percorso da qui ai prossimi 3 anni.
Le imprese italiane del campione IDC mettono come priorità principale la relazione con il cliente e con il mercato. Molto importante anche lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, a riprova della vitalità del mondo manifatturiero italiano. E che la terza priorità sia aggredire nuovi mercati, lo certifica senza dubbio alcuno.
Luca Manuelli, Chief Digital Officer di Ansaldo Energia, ha ricordato come siano stati i processi digitali a permettere all’azienda di rimanere autonoma. Una evoluzione che sta riguardando anche la fabbrica, ivi comprese le macchine nate in epoca precedente all’IIoT, ma comunque gestite grazie ad abili operazioni di retrofitting.
Piero Pracchi, Chief Marketing Officer di Elica
Se si parla così tanto di futuro, nonché di tecnologie e metodologie da implementare, è in fondo perché quello che oggi abbiamo e vediamo non ci convince del tutto, non ci soddisfa più. Per questo, Elica sta investendo fondi ed energie per avviare un cambiamento radicale: partire dall’approccio customer-centric e risalire fino alla supply chain.
L’ultimo intervento è stato quello di Matteo Losi, Digital Chief Expert EMEA South di SAP.
Il mondo manufatturiero italiano porta con sé una robusta dose di legacy, che ne è la forza ma a volte la debolezza. Il tema della innovazione è quindi sicuramente più complesso da applicare in aziende davvero storiche.
Losi ha parlato di una vera e propria “innovazione sostenibile”, graduale e in qualche modo applicabile a questo tipo di imprese. La vera innovazione, continua il manager, è quella disruptive. L’esempio fatto è la Ford T: un modello magari non al top della tecnologia per l’epoca, ma rivolta ad un gruppo di clienti largamente superiore.
Per citare lo stesso Henry Ford: “c’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti”.