LinkedIn presenta la ricerca Jobstacles, che indaga la percezione degli italiani rispetto all’ambiente di lavoro e i motivi che spingono a iniziare una nuova carriera. Il sondaggio è stato svolto da Opinium Research su un campione di oltre 1.000 lavoratori in Italia, divisi per fasce d’età e sesso.
Le motivazioni
Dalla ricerca emerge che gli italiani, in generale, sono tendenzialmente soddisfatti del proprio posto di lavoro attuale. La motivazione che li spinge in particolare a cercare un nuovo lavoro è il possibile aumento di stipendio (45%); il 28% è invece alla ricerca di un migliore equilibrio tra vita lavorativa e personale (work/life balance); mentre il 23% cambierebbe per andare in un’azienda in grado di garantire maggiori prospettive di crescita professionale. Il 20% degli intervistati è alla ricerca di maggiori benefit; mentre il 18% è genericamente alla ricerca di nuove sfide in ambito professionale.
Oltre a stipendio e prospettive di carriera, quali le motivazioni principali per la ricerca di nuovo lavoro? Per il 39% degli intervistati la possibilità di avere più tempo per la famiglia e gli amici; il 36% per avere più tempo libero in generale a disposizione; il 21% per fare sport o dedicarsi ad altri hobby, percentuale che sale al 28% per i più giovani. Il 14% vorrebbe avere più tempo per leggere libri e riviste, il 13% per avere più spazio l’online shopping, percentuale che si innalza al 18% per i Millennial.
Quali sono le motivazioni che frenano invece la ricerca di un nuovo lavoro? Per il 26% degli intervistati sono legate soprattutto ai dubbi sulla possibilità di trovarsi peggio in un nuovo lavoro rispetto a quello precedente; il 14% che ha “paura dell’ignoto” legato ad un nuovo posto, il 12% ha addirittura paura di fallire. Nonostante ciò, il 53% dei lavoratori in Italia afferma di non aver mai rinunciato a candidarsi per una nuova posizione solo per il fatto di non sentirsi abbastanza preparati.
Le aspettative
Il 27% dei lavoratori ha affermato di aver paura di uscire dalla “comfort zone” che riguarda qualità del proprio lavoro e del rapporto con superiori e colleghi; la stessa percentuale di persone pensa di non avere abbastanza esperienza; il 26% che ci siano candidati migliori; il 18% di non essere un professionista abbastanza convincente; il 14% è sicuro che comunque non avrebbe superato neanche il processo di selezione.
Nello stesso contesto, nel momento in cui si decide di candidarsi per un nuovo lavoro, il 24% degli italiani pensa che sia utile confrontarsi con qualcuno in un ruolo simile per avere maggiore chiarezza sulle aspettative; il 23% di essere adatti ad un lavoro se già in passato sono stati contattati da un recruiter per un ruolo simile; il 22% è alla ricerca di una persona esperta per ricevere consigli; il 17% vorrebbe avere un mentor o role model per comprendere al meglio quali siano le proprie aspettative di carriera in un nuovo ambiente di lavoro.
Nonostante le incertezze legate a un nuovo ambiente di lavoro, gli italiani non si scoraggiano al pensiero di trovarsi in una posizione lavorativa nella quale si sentono infelici o poco ispirati: in questo caso, il 34% afferma di non sentirsi in questa situazione, il 29% di esserlo stato nel lavoro precedente.
Il 61% dei lavoratori italiani con un contratto a tempo indeterminato si sentono meno propensi a cambiare lavoro, e il 41% non cercano nuove opportunità anche nel caso hanno un ruolo insoddisfacente in azienda ma compensato da un buon ambiente di lavoro.
Marcello Albergoni, Head of Italy di LinkedIn
A differenza di quanto si possa pensare, dalla nostra nuova ricerca emerge che gli italiani sono tendenzialmente soddisfatti della propria posizione lavorativa, un elemento incoraggiante che conferma i progressi fatti in Italia nell’ambito della cultura del lavoro e della qualità degli ambienti di lavoro presenti nel nostro paese. Nonostante ciò, ci mostriamo comunque abbastanza coraggiosi rispetto a nuove opportunità in ambito professionale, e risulta chiara la sempre maggiore necessità di stimolare le attività di networking, ovvero creare un confronto generazionale tra lavoratori sulle opportunità offerte dal sempre più fluido e dinamico mercato del lavoro. Solo una reale condivisione delle esperienze può aiutare oggi i professionisti italiani a formarsi reciprocamente, e creare ambienti e team di lavoro realmente coesi e vincenti.