Cloud ibrido, l’ottimismo del settore retail secondo Nutanix

Cloud ibrido: l’ottimismo del comparto retail secondo Nutanix

Nel report Nutanix innovazione e cloud ibrido vengono favoriti dalle aspettative dei clienti, dai requisiti di sicurezza e dalle iniziative di trasformazione digitale. Sono stati pubblicati da Nutanix i risultati focalizzati sul mercato retail della ricerca Enterprise Cloud Index Report, realizzata valutando i piani specifici di adozione di cloud privati, ibridi e pubblici da parte dei retailer.

Nutanix ha commissionato a Vanson Bourne un sondaggio tra oltre 2.300 responsabili delle decisioni in ambito IT, inclusi 329 retailer in tutto il mondo, per capire dove eseguono le loro applicazioni, dove prevedono di eseguirle in futuro, quali sono le sfide cloud che devono affrontare e come le loro iniziative cloud si integrano con altre priorità e progetti IT. Oggi il consumatore si aspetta un’esperienza di acquisto omnicanale integrata in negozio, online e attraverso nuove modalità come gli acquisti mobile, in-app o tramite smart TV. Allo stesso tempo, i retailer devono raccogliere, analizzare e proteggere i dati. Questa pressante esigenza di essere un passo avanti rispetto alle aspettative dei clienti sta più che mai spingendo i retailer verso l’implementazione di procedure IT innovative il più rapidamente possibile.

Chris Kozup, senior vice president of Global Marketing di Nutanix
Rispetto ad altri settori, i retailer sono molto più consapevoli di come la strategia e l’execution IT impattino l’esperienza del cliente e il risultato finale. L’elevata adozione e la crescita pianificata del cloud ibrido nel settore retail mostra quanto i retailer abbiano compreso che il cloud ibrido sia la soluzione migliore per stare al passo con le richieste dei clienti e, al contempo, per mantenere in linea flessibilità, sicurezza e costi. Mi auguro che il settore retail continui ad essere un’eccellenza in termini di innovazione IT, creando nuove strategie per offrire ai propri clienti esperienze sempre nuove.

Non sorprende dunque che i retailer stiano adottando il cloud pubblico più rapidamente delle loro controparti in altri settori, e che il loro controllo sulla spesa relativo cloud pubblico sia migliore. A fronte di un mercato caratterizzato dalla stagionalità e da picchi di traffico che impattano i carichi di lavoro durante l’anno, i retailer hanno l’esperienza necessaria per adattarli al cloud pubblico in base alla domanda. Oggi, l’utilizzo del cloud pubblico nel settore retail è del 15% rispetto a una media globale del 12%.

La previsione ottimistica sull’adozione del cloud ibrido a livello globale e nei diversi settori rispecchia un panorama IT sempre più automatizzato e sufficientemente flessibile da consentire alle aziende di scegliere se acquistare, creare o noleggiare le risorse per la propria infrastruttura IT in base ai requisiti delle applicazioni. Il poter scegliere il cloud più adatto per ogni applicazione è risultato più spesso il principale beneficio per i retailer nell’utilizzo del cloud ibrido (18%) seguito dall’utilizzo “on the fly” del cloud per supportare periodi con alti carichi di traffico. Data la stagionalità del business e le diverse esigenze di consumo dell’IT e della rete nel corso dell’anno, i retailer sono consapevoli della necessità di mantenere flessibile l’IT.

Nel report “Nutanix Enterprise Cloud Index 2018” si sottolinea come i retailer controllino meglio la spesa cloud. Uno dei motivi che spingono verso l’adozione di cloud ibridi è l’esigenza delle aziende di avere un maggior controllo sulla spesa IT – il 35% delle organizzazioni che utilizza il cloud pubblico dichiara di aver speso troppo rispetto al budget messo a disposizione per i servizi in cloud pubblico.

Le aziende retail, probabilmente grazie alla loro esperienza, riescono a gestire meglio le spese legate al cloud pubblico. Per finire le competenze e la sicurezza in ambito IT sono ostacoli nell’adozione del cloud ibrido, unitamente ai costi: globalmente, oltre la metà degli intervistati ha dichiarato che la sicurezza/conformità dei dati, le prestazioni, la gestione e il TCO sono fattori critici nel decidere dove posizionare i carichi di lavoro applicativi.