Il carburante di VMware? L’innovazione e i clienti

Il carburante di VMware? L’innovazione e i clienti

Con accompagnamento di una ottima live band, e sulle note di Freedom di Aretha Franklin, si accendono i riflettori sul keynote day 2 del VMworld Europe.

Il carburante di VMware? L’innovazione e i clienti, che sono il fulcro delle attività.
Innovazione coraggiosa, così l’ha definita Sanjay J. Poonen, Chief Operation Office, Custom Operations di VMware. È, in pratica, una vera e propria “customer obsession”, che ha permesso a VMware di ottenere risultati sempre migliori e di piazzarsi costantemente fra la prime cinque aziende per soddisfazione del cliente, secondo la classifica di NPS; fino a raggiungere il primo posto nel 2018.

Il carburante di VMware? L’innovazione e i clienti

Successo che si traduce in fatturato: da 220 milioni del 2004, ai 7,86 miliardi del 2018, ne fanno una delle aziende di software con il maggior tasso di crescita al mondo, dichiara Poonen, con enfasi e giusto orgoglio.

La riduzione di costi e complessità per i propri clienti è una vera mission aziendale, i risultati ottenuti sono strabilianti, anche in termini di impatto ecologico, come ben evidenziato anche da Gelsingen, nel keynote di ieri.
La crescita di VMware ha portato l’azienda a diventare leader anche nel settore SD-WAN; le soluzioni VMware Hybrid Cloud consentono risparmi nell’ordine del 40% rispetto ad altre soluzioni public o on premise.

Il carburante di VMware? L’innovazione e i clienti

La presentazione continua, con un dialogo fra Poonen e Fran Heeran, Head of Could & Automation di Vodafone; la multinazionale leader del settore Telco ha rivelato come il livello di agilità e flessibilità, indispensabile per una realtà Telco, sarebbe assolutamente irraggiungibile senza le virtualizzazioni di VMware, che ha inoltre collaborato nella personalizzazione delle singole soluzioni, per meglio adattarle alle specifiche esigenze di Vodafone.

Il layer VMware ha permesso di ottenere una consistenza fra dati public e private cloud ed è assolutamente evidente come per una Telco non sia accettabile nessun livello di interruzione di servizio, garantiti invece dalle “rock solid performances” di VMware. Quello che è emerso, in maniera chiara ed inequivocabile, è la soddisfazione dei clienti più esigenti: riuscire a fornire soluzioni tecnologicamente evolute, ma semplici da integrare, sarebbe già un risultato ambizioso. VMware, tuttavia, va molto oltre: aggiunge, a questo, consistenti risparmi di tempo per i settori IT dei clienti e importanti risparmi in termini economici.
Chiaramente, Vodafone ha espresso per queste considerazioni la propria totale soddisfazione, oltre ad apprezzare la sinergia con l’azienda americana, che va ben oltre il rapporto cliente-fornitore.

Alla coraggiosa domanda di Poonen “Cosa potrebbe fare VMware per voi, che ora non facciamo?” la risposta è stata: “Ancora più soluzioni pay-per-use”; a dimostrazione di come le strategie di VMware siano già ottimamente indirizzate, anche senza attendere il feedback del cliente, ulteriore conferma della capacità di anticipare le richieste del mercato.

Il carburante di VMware? L’innovazione e i clienti

Poonen ha poi indicato con chiarezza i risparmi possibili usando VMwre Workspace ONE: unificare tutto il mondo eterogeneo di device e sistemi operativi, porta il costo medio mensile per utente da 44, a soli 13 euro, una differenza enorme! E a chi ancora pensa a VMware come una software house per soli desktop/server, Poonen ha ricordato che in realtà VMware è leader di mercato anche per il mobile data management.

Airbus, nella persona di Andrew Plunkett, Vice President Digital Workplace, ha ulteriormente confermato quanto le virtualizzazioni di VMware siano state essenziali nel rendere ben più semplice la gestione IT, garantendo sistemi molto più snelli e flessibili, e permettendo ad Airbus di focalizzarsi ulteriormente sui sistemi di sicurezza, vitali per chi (come Airbus) lavora anche su progetti militari.
Per ultimo, il Louvre di Abu Dhabi (da poco ha raggiunto il milione di visitatori, un successo enorme), rappresentato da Fargia Lamrabet, Information Technology Director, ha ringraziato VMware per aver collaborato nel rendere molto più semplice la grande complessità intrinseca in una realtà museale di dimensioni enormi.

Quello che VMware vuole comunicare, continua Poonen, è quanto siano aperti ed in grado di capire le esigenze di clienti fra loro molto diversi, ma uniti “dall’esigenza di semplificare”.

Il mondo IT, per ovvie ragioni, è diventato davvero grande e variegato. VMware investe grandi risorse umane ed economiche per raggiungere la semplicità assoluta e sicuramente possiamo dire che Workspace ONE rappresenta un grande risultato; non saremmo certo stupiti, tuttavia, di vedere VMware riuscire a superare se stessa, nel prossimo futuro!