A VMworld Europe abbiamo intervistato Marius B. Spinu, Dirigente Area per l’Innovazione e Gestione dei Sistemi Informativi ed Informatici e Direttore Tecnico SIAF. L’Università di Firenze ha da poco iniziato ad utilizzare soluzioni VMware e sta tuttora continuando il deployment. L’attuale struttura, basata su server Linux, stava iniziando a mostrare il fianco a livello di performance; inutile dire che non c’era alcun margine di scalabilità.
L’università, ha continuato Spinu, si è quindi affacciata al mondo delle soluzioni di virtualizzazione. La scelta è subito andata verso VMware, partner della CRUI (Conferenza Rettori Università Italiane), dettaglio che ha permesso di ottenere prezzi concorrenziali, pur con soluzioni estremamente sofisticate. Il supporto di VMware, tuttavia, è molto più profondo, rispetto ad un tradizionale rapporto cliente/fornitore. Lavorando direttamente con i Project Manager di VMware, l’Università è stata anche guidata ed assistita nella stessa scelta dell’hardware più idoneo, poi acquisiti attraverso Consip. La scelta di Consip, specifica Spinu, è stata anche influenzata dalla rapidità nei tempi di consegna, rispetto a quanto ottenibile tramite gara d’appalto europea.
La fornitura di prodotti VMware è stata sicuramente ampia, con diversi obbiettivi ben presenti. Sono stati virtualizzati i server general purpose (ad esempio, quelli dedicati alla posta elettronica, o ai servizi HR) e si dedicherà parte della nuova struttura virtualizzata ai progetti di ricerca universitaria. Nell’ottica di utilizzare ogni risorsa disponibile verranno anche creati slot temporali per la durata delle macchine virtuali: lo sfruttamento temporale delle virtualizzazioni, consente infatti una accurata distribuzione ed allocazione delle risorse.
Spinu, davvero un manager concreto ma visionario (in senso positivo) al tempo stesso, ha dichiarato che un obbiettivo è anche poter creare sandbox virtuali per gli studenti. La creazione di questo tipo di virtual machine, de facto isolate dal resto delle infrastrutture di rete, consente ampia possibilità di test e sviluppi, con la consapevolezza di non poter arrecare danno di alcun tipo, e al tempo stesso sfruttando comunque una risorsa condivisa. Un ulteriore cluster, verrà usato per server Horizon, dedicati ovviamente alla creazione di desktop virtuali. Lo scopo è migrare verso VM le aule virtuali: sganciando (ad esempio) i singoli computer da continui meccanismi di aggiornamento, si facilitano i processi di gestione del reparto IT universitario.
Spinu ha rivelato che verranno a breve avviati progetti pilota di virtualizzazione dedicati al telelavoro. Ad esempio, lanciando da casa un client software, sarà possibile l’uso del PC di lavoro ma da casa, tramite una VPN. Il manager universitario, infatti, ha parlato di due grandi vantaggi: il primo, la sicurezza; una VPN non può essere rubata, un notebook si po’ sempre smarrire. Secondo evidente vantaggio, permettere a dipendenti di lavorare a domicilio.
Scherzando (ma non troppo), ha ricordato quanto il traffico fiorentino non aiuti certo la produttività! Meglio lavorare da casa, e bene, che arrivare stanchi (e spesso in ritardo) in ufficio. Un ulteriore progetto, per sottolineare la creatività di Spinu e del suo team, sarà la virtualizzazione anche dei PC a uso pubblico, come ad esempio quelli delle biblioteche.
Parallelamente, grazie alla virtualizzazione di VMware, la Regione Toscana ha stretto un accordo con Università di Firenze, per la gestione shared di diverse risorse, che per mezzo delle soluzioni VMware, sono ridondate, anche se fisicamente distanti oltre 100 Km.
Spinu ci ha dichiarato la propria convinta soddisfazione: essere partecipe al VMworld, ha permesso al manager di cogliere in toto l’ampiezza del mondo VMware. D’altronde, il CIO ha snocciolato alcuni numeri, che ci hanno ben fatto capire quante responsabilità lo riguardino: 1.500 dipendenti, 1.600 fra ricercatori e docenti, e oltre 51.000 studenti! Scegliere una azienda solida ed estremamente customer oriented, come VMware, è importante per l’università toscana, e Spinu conta di creare una vera e propria partnership con VMware, a testimonianza di quanto il feeling sia stato subito positivo.
In chiusura, il CIO ci ha detto quanto questo progetto possa essere foriero di enormi risparmi, e siamo certi che il supporto VMware non potrà che giovare alla Università di Firenze, che dimostra di non aver nulla da invidiare ai grandi atenei Europei.