Ericsson, cent’anni di storia e investimenti in Italia

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Ericsson festeggia 100 anni di presenza e investimenti in Italia; un secolo di storia e una partecipazione attiva per plasmare il mercato nostrano delle Telco.
Per l’occasione, Ericsson ha riunito a Milano i protagonisti dell’industria nazionale e internazionale, durante un evento nel quale, oltre a ripercorrere le tappe fondamentali della storia dell’azienda, si è discusso del futuro delle telecomunicazioni.

La storia di Ericsson in Italia inizia nel 1918 quando nella Penisola si contava un telefono ogni 500 abitanti e per comunicare da una città all’altra era necessario passare da un centralino. In questo contesto Ericsson entra nel mercato italiano investendo i primi capitali in Fatme (Fabbrica Apparecchi Telefonici e Materiale Elettrico), un piccolo stabilimento di materiali telefonici ed elettrici situato nel sobborgo romano. Con la cessione ai privati del servizio telefonico sul territorio nazionale, Ericsson (tramite la SET di cui è proprietaria la FATME) apre una fase di crescita degli investimenti, che permette la progressiva modernizzazione degli impianti telefonici da manuali ad automatici.

Ericsson in questi anni ha reso la comunicazione in Italia accessibile a tutti attraverso prodotti e tecnologie che hanno segnato la storia delle telecomunicazioni. Ad esempio, portando in Italia la produzione del primo telefono da tavolo in bachelite, diventando la prima azienda nazionale a confrontarsi con la tecnologia della stampa di materiali plastici e termoplastici. Un modello che ha influenzato il design di tutti i telefoni fissi, allora strumento indispensabile di lavoro negli uffici e accessorio molto desiderato nelle case. Un’altra tappa da ricordare è quella relativa allo studio e alla realizzazione di un piano nazionale per la teleselezione, ossia il sistema che consentiva di chiamare in modo diretto senza la necessità di passare dal centralino. Senza dimenticare l’introduzione dell’elettronica nelle telecomunicazioni e quindi il successivo passaggio all’era digitale con la prima centrale AXE del 1982. Da questo momento il telefono diventa alla portata di tutti.

Dopo la rete fissa, Ericsson diventa leader anche della rivoluzione mobile: dalla tecnologia Tacs fino alla rete mobile ultraveloce 5G. La rete TACS entra in funzione a inizio del 1990 in tutte le città che avrebbero ospitato i campionati del mondo di calcio (Italia ’90) e su tutte le autostrade che collegavano queste città tra di loro. Nel 1992 sarà la volta del GSM. Alla fine degli anni 90 fino agli anni 2000 Ericsson si rese protagonista di altre due importanti innovazioni: nel 1996 la scheda prepagata, innovazione made in Italy e poi diffusa in tutto il mondo che si è rivelata lo strumento vincente nella diffusione della telefonia cellulare, consentendo l’accesso a questo tipo di tecnologia anche ai più giovani e ad un pubblico di massa. Questo percorso ha aperto la strada alla nascita e diffusione in Italia della terza generazione di comunicazione mobile, ovvero il lancio nel 2003, primi nel mondo, della rete UMTS.

Il prossimo passo in questo percorso fatto di leadership e primati è sicuramente quello che conduce alla rete 5G, settore in cui Ericsson svolge un ruolo da protagonista. Ericsson in Italia, infatti, ha avviato prima di tutti le sperimentazioni sulla tecnologia di nuova generazione. Dapprima con il progetto “5G for Italy”, avviato nel 2016 insieme a TIM, ha costituito un ecosistema di partner industriali e accademici con cui vengono fatte sperimentazioni innovative, fino ad arrivare, alla fine dello scorso anno, alla prima sperimentazione in pubblico della rete 5G nel contesto del Politecnico di Torino.

I ricercatori di Ericsson in Italia sono già impegnati nell’introduzione del grafene nelle telecomunicazioni, come elemento chiave per le evoluzioni del 5G e la nascita della banda ultralarga del futuro, che consentirà comunicazioni a banda ultralarga e un basso consumo energetico.
Il 2018 per Ericsson è anche l’anno in cui si celebrano i 40 anni dalla nascita in Italia della R&S. Sul finire degli anni 70 la divisione R&S era composta da circa venti persone mentre oggi conta più di 700 ricercatori. Nel nostro Paese opera una realtà di R&S di eccellenza a livello mondiale, che ha competenze multi-tecnologiche e detiene responsabilità in diverse aree di prodotto distribuite nelle sedi di Genova, Pisa e Pagani (SA). La R&S di Ericsson ha contribuito allo sviluppo delle telecomunicazioni in tutte le aree di responsabilità in cui ha lavorato e detiene oggi 600 brevetti essenziali per le telecomunicazioni.

La storia di Ericsson in Italia è caratterizzata anche dalla responsabilità di impresa verso il contesto in cui opera e dall’impegno per il futuro e la formazione delle nuove generazioni. Ericsson ha infatti scelto di aprire, per la prima volta al mondo fuori dalla Svezia, un Digital Lab presso la sede di Roma. L’Ericsson Digital Lab prevede lo sviluppo di un programma e di un ambiente di formazione innovativi rivolti ai giovani di 13-18 anni per permettere loro di approcciare il mondo della programmazione robotica e delle tecnologie digitali.