Regus apre due nuovi centri nel capoluogo lombardo e accelera il concetto di lavoro smart, flessibile, con infrastrutture ecosostenibili e moderne.
I due nuovi spazi di Tortona e Visconti di Modrone portano a 24 il numero di centri nel capoluogo lombardo, per un totale di 45.000 m2 disponibili.
Lo spazio di via Tortona occupa il quarto e quinto piano dell’edificio al numero civico 33, per un totale di 1.734 m2 affittabili, 46 uffici e 2 sale riunioni. Sono 193 le postazioni di lavoro, di cui il 20% in co-working, in uno spazio “green” e insignito della LEED Platinum, certificazione di sostenibilità ed efficienza energetica dell’edificio. Lo spazio Regus Tortona è già stato scelto da aziende e professionisti che operano nel settore della moda e del design, grazie alla collocazione strategica nel distretto milanese-simbolo. A meno di un mese dall’apertura ufficiale, il 70% degli spazi risulta già affittato.
Regus Visconti di Modrone 15, invece, si sviluppa su tre piani (ground floor, sesto e settimo) e mette a disposizione 1.189 m2, di cui il 60% risulta già affittato. Lo spazio rende disponibili 44 uffici, 2 sale riunioni, 126 postazioni di lavoro e altre 38 in coworking. I due nuovi business center ampliano ulteriormente l’offerta Regus a Milano, che comprende uffici arredati, co-working, sale riunioni, business lounge, uffici virtuali e servizi collegati, anche di durata temporanea, affittabili con tariffa fissa con la possibilità di aumentare il numero di scrivanie nel tempo, di pari passo con la crescita del proprio business.
Analogamente, IWG pubblica i risultati di studio condotto su un campione di 18.000 professionisti di 96 diversi Paesi del mondo. Due terzi degli intervistati italiani lavora da remoto almeno una volta alla settimana, 1 su 10 addirittura tre volte alla settimana. E, secondo il 92% del campione nazionale, sono i dipendenti a chiedere sempre più alle aziende un lavoro che sia davvero “smart”.
Sono i risultati dello studio annuale condotto da IWG, leader nella rivoluzione degli spazi di lavoro, su un campione di 18.000 professionisti di 96 diversi Paesi del mondo, che ha coinvolto anche 200 uomini d’affari, manager o titolari di aziende italiani.
Innovazione tecnologica, globalizzazione e specifiche esigenze dei dipendenti sono i fattori trainanti di questa vera e propria rivoluzione del concetto stesso di lavoro secondo IWG, primario gruppo di aziende fornitrici di spazi di lavoro flessibile, tra cui Regus e Spaces.
I risultati italiani – Due terzi degli intervistati italiani dichiara di lavorare da remoto almeno una volta alla settimana (74% – quattro punti percentuali in più rispetto alla media globale), 1 su 10 addirittura tre volte a settimana (11%). 9 intervistati italiani su 10 (92%), inoltre, affermano che un numero crescente di aziende sceglie spazi di lavoro flessibili per rispondere a una specifica richiesta dei dipendenti. Si tratta di un driver di sviluppo dello smart working più forte nel nostro Paese rispetto alla media globale, dove la medesima affermazione trova il consenso di quasi 8 rispondenti su 10 (78%).
Secondo il 79% degli intervistati, il lavoro da remoto aiuta a raggiungere un più efficace equilibrio tra vita professionale e vita privata, migliorando soprattutto la vita dei lavoratori pendolari (81%). Tutto ciò aumenta la soddisfazione degli italiani nei confronti della professione: lo afferma il 71% degli intervistati del Belpaese, ben 13 punti percentuali in più rispetto alla media globale e 18 rispetto ai rispondenti inglesi.
Lo smart working, tuttavia, non porta benefici solo ai lavoratori: fa bene anche all’azienda. Secondo l’88% dei rispondenti italiani, fa crescere il business e aiuta l’impresa a rimanere competitiva sul mercato; per l’83%, aiuta a massimizzare i profitti. Inoltre, permette al business di sbarcare su nuovi mercati (che ottiene il consenso dell’80% del campione) e di reclutare e trattenere i migliori talenti in termini di risorse umane (78%).
I risultati a livello globale – La rilevazione IWG attesta che il 70% dei rispondenti a livello globale lavora almeno un giorno alla settimana in un luogo diverso dall’ufficio. Più della metà (53%) lavora da remoto per metà settimana o più, mentre circa l’11% svolge le proprie mansioni fuori dalla sede principale della propria azienda addirittura cinque volte a settimana.
Tra i vantaggi per le aziende, i rispondenti segnalano la crescita del business (89% – dal 67% del 2016); competitività (87%, in aumento rispetto al 59% del 2014); produttività (82%, in aumento rispetto al 75% del 2013); massimizzazione dei profitti (83%) e capacità di attrarre e mantenere dipendenti di talento (80%, in aumento rispetto al 64% del 2016).