Arriva anche in Italia il noto digital wallet della casa coreana Samsung Pay; l’obiettivo è quello di offrire uno strumento sicuro e facile da usare per tutti.
Davanti a una nutrita schiera di giornalisti, partner e principali player del mondo bancario e società emittenti carte di credito, Samsung ha presentato per l’Italia il proprio digital wallet, Samsung Pay.
Con un parterre di tutto rispetto, e con Costanza Calabrese a fare da presentatrice, ha avuto inizio l’evento introduttivo di Samsung Pay, ed è parso subito molto evidente che per Samsung non si tratti affatto del lancio dell’ennesima App proprietaria, ma di qualcosa in cui l’azienda crede molto e ha anche investito molto, in termini di sforzi e sviluppo.
Carlo Barlocco, Presidente di Samsung Italia, ha ricordato e sottolineato come l’utilizzo di Samsung Pay sia del tutto gratuito, senza alcuna commissione né per gli utenti e neppure per gli esercenti, fattore che indubbiamente sarà di aiuto nella diffusione del sistema. Barlocco ha anche immediatamente sgombrato il campo da qualsiasi equivoco: Samsung non si fa banca e ha anzi lavorato a stretto contatto con tutti i principali player del settore, al fine di garantire fin dal day one la maggiore compatibilità possibile.
Potremo facilmente aggiungere al portafogli digitale le nostre tradizionali carte di credito, e utilizzarle attraverso Samsung Pay nei normali esercizi commerciali: la compatibilità è infatti prevista anche per i POS ancora non abilitati ai pagamenti tramite carte di credito e dispositivi NFC.
Roberto Catanzaro, Business Development Director di Nexi
Sono oltre 150 le banche per le quali Nexi rende disponibile Samsung Pay, per un totale di 3,5 milioni di potenziali clienti. Riteniamo che i mobile payments siano un elemento chiave per generare familiarità quotidiana con i pagamenti digitali, grazie all’alta diffusione di smartphone in Italia, e un passaggio essenziale se vogliamo che la percentuale dei digital payments sul totale dei consumi delle famiglie nel nostro Paese passi dall’attuale 20% al 40%, che è il dato medio Europeo.
Sulla stessa linea si sono espressi anche Michele Cementero, Country Manager Italy di Mastercard, e Davide Steffanini, General Manager Italy di Visa. Per tutti, il focus è quello di rendere il più semplice possibile l’utilizzo dei pagamenti digitali, perché è evidente che l’Italia sconti un forte deficit culturale verso forme di pagamento diverse dal contante.
Antonio Brosio, Head of Product and Solutions Samsung Italia, ha spiegato come le priorità per Samsung nello sviluppo di Pay fossero essenzialmente la sicurezza, la facilità d’uso e la possibilità di usare ovunque il digital wallet. Sul fronte sicurezza, Samsung si avvale dei sensori biometrici presenti da alcuni anni in tutti i suoi smartphone di fascia medio/alta, a partire dal Galaxy S7 fino ai più recenti S9 ed S9+, senza scordare gli smartwatch Gear. L’impiego di sensori come il lettore di impronta digitale o il sistema di lettura del viso integrati nello smartphone, rende di fatto nullo il rischio per l’utente in caso di furto o smarrimento del device e si rivela una scelta molto più vantaggiosa rispetto alle tradizionali carte di credito. Brosio ha giustificato l’arrivo sul mercato alcuni mesi dopo Apple Pay, con la volontà di creare un sistema estremamente semplice e accattivante da usare; sforzo encomiabile che mi auguro sarà premiato da una risposta positiva da parte degli utenti.
Da un altro punto di vista, il danno arrecato al sistema-Paese dall’utilizzo improprio e sproporzionato del denaro contante è davvero ingente, come ha ricordato Luigi Casero, vice-ministro dell’Economia e delle Finanze: oltre al costo della gestione del contante, che da solo vale decine di miliardi di euro annui, la perdita di IVA non incassata a causa di pagamenti in nero ammonta a non meno di 20-22 miliardi annui, quanto una manovra finanziaria.
Anche Casero ha ricordato che molti, troppi italiani sono davvero restii ad usare carte di pagamento, e i numeri delle transazioni per importo e quantità sono molto al di sotto della media europea, senza parlare del confronto con i Paesi al vertice di questa classifica; un quadro indicativo è stato presentato da Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Mobile Payments del Politecnico di Milano, che ha collaborato nella ricerca proprio con il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Dai dati che sono stati brevemente illustrati, emerge come nel 2017 solo il 28% delle transazioni siano state effettuate usando metodi diversi dal contante, con una crescita anno su anno rispetto al 2016 del 3%. È evidente quindi che senza stimoli esterni, il trend di crescita ci vedrà arrivare ad una parità fra i sistemi di pagamento non prima di una decina di anni; troppi per un Paese che già sconta enormi ritardi nella digitalizzazione.
Ecco quindi spiegato il plauso trasversale ricevuto da Samsung, per il contributo che Samsung Pay potrebbe offrire ad accelerare la transizione verso un sistema di pagamento molto più tracciabile e sicuro rispetto al denaro contante.
Giova ricordare che, laddove il contante circola molto meno, sono inferiori tanto i livelli di evasione fiscale, quanto i reati ad esso legati, come ad esempio le rapine.
Valeria Portale ha dettagliato, a beneficio dei presenti, la distanza imbarazzante che ci separa dai Paesi del Nord Europa: a fronte delle oltre 300 transazioni annue effettuate con metodi di pagamento digitali, in Italia siamo a poco più di 50 e la media della comunità europea a 28 stati è di quasi 120. Inutile dire che questi numeri ci collocano nella parte bassa della classifica, precisamente al 24esimo posto.
Anche il trend di crescita non è particolarmente elevato ed in media con il gruppo dei 28, ma partendo da una posizione molto bassa ci si potrebbe ragionevolmente attendere tassi di adozione ben diversi. Un moderato ottimismo lo ha portato proprio Samsung, perché se in qualcosa l’Italia eccelle è proprio nel numero di smartphone usati, anche da fasce di età non particolarmente avvezze alla tecnologia, e nel settore Samsung è sicuramente un top brand come penetrazione di mercato.
Nel test che abbiamo potuto effettuare su postazioni di prova messe a disposizione dal produttore coreano, il sistema si è rivelato piuttosto semplice da usare e soprattutto rapido, fattore importante in situazioni tipiche (si pensi alla coda in cassa al supermercato, ad esempio). Il mix positivo di diffusione di massa, di fiducia e conoscenza del dispositivo, potrebbe davvero aprire una breccia nelle resistenze degli italiani verso il futuro del pagamento digitale, futuro che altrove è già realtà quotidiana.