Kaspersky: l’immagine della cybersecurity favorisce il gender gap

Kaspersky: l'immagine della cybersecurity favorisce il gender gap

Kaspersky presenta una nuova ricerca che mostra come l’immagine della cybersecurity scoraggi il coinvolgimento delle ragazze già nell’adolescenza.

Secondo uno studio di Kaspersky Lab, il problema dell’immagine della cybersecurity influisce sul gender gap. All’età di quindici anni e mezzo, molte ragazze in Europa, Israele e America hanno già deciso di non intraprendere una carriera nel campo della sicurezza informatica. Questo, secondo Kaspersky Lab, è un fattore importante che rende ancora più difficile il costante sforzo della cybersecurity di attrarre donne, per colmare il gap di genere nella sicurezza IT e affrontare la forte mancanza di competenze. Frost and Sullivan ha infatti previsto che entro il 2022 ci sarà un deficit di 1,8 milioni di professionisti in ambito sicurezza informatica, mentre il Global Information Security Workforce Study (GISWS) ha rilevato che la situazione è aggravata dal fatto che le donne costituiscono solo l’11% della forza lavoro nel campo.

Con il 42% di giovani concordi sul fatto che sia cruciale avere un modello di riferimento del loro stesso genere nelle carriere che vogliono intraprendere, e metà delle donne che preferiscono lavorare in un ambiente che abbia una equa suddivisione tra uomini e donne, Kaspersky Lab lancia un appello affinché più modelli di riferimento femminili nel settore si facciano avanti per promuovere le carriere nella sicurezza informatica.

Morten Lehn, General Manager Italy, Kaspersky Lab
Noi siamo parte di un settore vivace e in forte crescita, ma che attualmente non attrae molte donne. Sfortunatamente, come emerge dalla nostra ricerca, al momento le giovani donne non considerano la sicurezza informatica come un’opzione lavorativa allettante e, per questo motivo, già da molto giovani la escludono, rendendo difficile far loro cambiare idea. Come hanno evidenziato precedenti report sulle materie STEM, aiutare le donne già durante gli anni di studio a sviluppare le giuste abilità gioca sicuramente un ruolo importante nel superare le barriere per intraprendere una professione nel settore della cybersecurity. Crediamo inoltre che, nel complesso, ci sia bisogno di cambiare l’immagine del settore e promuovere questo tipo di carriere. Una parte importante di questo processo deve rendere queste carriere più visibili e più allettanti, eliminando lo stereotipo di “smanettoni” seduti davanti a un PC in una stanza buia impegnati ad hackerare computer. Abbiamo scoperto che spesso i lavoratori cercano una professione che sia importante, che abbia impatto su qualcosa di cruciale e che sia divertente e coinvolgente. I lavori nel settore della cybersecurity soddisfano questi criteri. Dobbiamo soltanto riformulare e migliorare il modo in cui lo comunichiamo.

Stuart Madnick, professore di informatica e fondatore del MIT Interdisciplinary Consortium for Improving Critical Infrastructure Cybersecurity
Come mostrato nel rapporto di Kaspersky Lab, spesso le giovani donne non sono informate, non si sentono pronte e non vedono ruoli di riferimento con cui relazionarsi che le portino a considerare le professioni della cybersecurity. In particolare, molte persone ritengono erroneamente che la cybersecurity sia un lavoro strettamente tecnico che richiede buone competenze di programmazione. Nonostante questo sia vero per alcuni lavori, le minacce di cybersecurity spesso sono dovute a carenze nelle procedure e nella cultura dell’organizzazione. Avere “competenze trasversali” può essere tanto importante quanto avere competenze tecniche e spesso persino di più per fare la differenza in un’azienda.