Marco Comastri, General Manager EMEA di CA Technologies, ci spiega quali sono i rischi e le potenzialità offerte dall’automazione e dall’Industria 4.0.
Avendo la responsabilità dell’area EMEA per conto di CA Technologies ho la fortuna di viaggiare molto e di entrare in contatto con persone di ogni genere, e non solo all’interno del settore IT. Ovunque io vada, l’automazione è un termine ricorrente nelle discussioni.
Oltre al tema dell’automazione, non passa quasi giorno in cui sulla stampa non si parli di robotica, dell’intelligenza artificiale (AI) e del machine learning.
Stiamo per entrare in quella che il World Economic Forum (WEF) ha definito “Quarta rivoluzione industriale”, o “Industria 4.0”. In linea con le rivoluzioni industriali che l’hanno preceduta, anche questi cambiamenti, incluso il diffondersi dell’automazione, hanno già iniziato a incidere profondamente sul mercato del lavoro.
Ma qual è la vera portata di questa nuova ondata di trasformazione? Alcune delle persone con cui ho parlato sono convinte che stia nascendo una nuova epoca caratterizzata da una rivoluzione che decreterà la “fine dell’occupazione”, previsione avallata anche da alcune statistiche. Nel dicembre 2016, l’amministrazione Obama ha infatti stimato che l’automazione legata all’introduzione di veicoli a guida autonoma potrebbe rimpiazzare quasi 3,1 milioni di lavoratori.
Altri, invece, intravedono prospettive più rosee. Il McKinsey Global Institute sostiene, ad esempio, che meno del 5 per cento dei posti di lavoro sarà totalmente automatizzabile, ma che molte mansioni saranno tuttavia soggette a un’automatizzazione parziale.
Per quanto mi riguarda, mi schiero dalla parte degli ottimisti. Dieci anni fa non esistevano neanche molte fra le figure più richieste oggi dal mondo del lavoro e questa tendenza non può che proseguire. Secondo una stima citata dal WEF, il 65 per cento dei bambini che stanno per iniziare la prima elementare è destinato a occupare posti di lavori che oggi non esistono.
L’automazione potrebbe anche incrementare la produttività mondiale in una scala senza precedenti. Ad esempio, nel periodo compreso fra il 1850 e il 1910, la macchina a vapore ha stimolato una crescita della produttività pari allo 0,3%. Per contro, le stime odierne prevedono che l’aumento della produttività realizzabile nel 2065 con l’impiego dell’automazione potrà essere compreso fra lo 0,8% e l’1,4%.
Per quanto riguarda l’Italia, la fiducia sull’andamento dell’economia e gli investimenti in tecnologie innovative continuano ad aumentare. Lo conferma l’Economic Sentiment Indicator (Esi), l’indice che misura il sentimento economico nella zona euro elaborato dalla Commissione Europea, che indica il nostro Paese come quello che ha registrato il maggior incremento dell’indice dal 2007 a oggi: +3,6 punti contro il +1,7 della Francia, il +1,4 della Spagna e il -0,6 della Germania. Merito della rivoluzione 4.0 anche l’andamento positivo rilevato dall’Istat per il fatturato del commercio in tecnologia e macchinari, aumentato nel secondo trimestre 2017 quasi il doppio dell’indice generale, con una crescita sostenuta del commercio all’ingrosso di macchinari, attrezzature e forniture (+4,7%) e di apparecchiature IT (+4,1%).
Ecco perché ritengo che, pur essendo più che legittime le preoccupazioni legate ai rischi associati all’Industria 4.0, i responsabili aziendali dovrebbero porre l’automazione al centro delle loro strategie di Digital Transformation. Nella visione di CA Technologies, ogni azienda dovrebbe cercare di trasformarsi in una “Modern Software Factory”. A differenza dell’approccio industriale classico in cui le risorse dipendono unicamente dalla produzione di massa, l’approccio mediato dal software garantisce una scalabilità senza precedenti, grazie anche al supporto fornito dai servizi cloud.
L’automazione a 360 gradi (la cosiddetta automazione “end-to-end”) è la chiave per gestire ambienti eterogenei complessi al fine di ottenere migliori risultati nel business e mettere i dipendenti nelle condizioni di impiegare meglio il loro tempo e dedicarsi a compiti più strategici.
L’automazione “end-to-end” è parte integrante della trasformazione dell’impresa in una “Modern Software Factory”. Di fronte alla crescente complessità dell’IT, l’automazione può contribuire ad accelerare i processi e affinare la precisione in maniera affidabile e prevedibile.
Nel gennaio di quest’anno CA ha acquisito Automic, la più grande azienda del settore dell’automazione, per sviluppare e commercializzare una piattaforma d’automazione flessibile e integrata su scala enterprise.
Costruita su una piattaforma unificata, aperta e scalabile, questa soluzione offre al personale IT la flessibilità di poter utilizzare gli strumenti che desiderano. Automic ha aiutato gli sviluppatori di alcune delle applicazioni gestionali più complesse – da Bosch a Netflix, da eBay a Vodafone – a rilasciare nuove versioni software. CA e Automic hanno messo a fattor comune le rispettive aree di competenza per costruire una piattaforma d’automazione intelligente di nuova generazione.Adesso spetta ai responsabili aziendali attivarsi per cogliere tutto il potenziale dell’automazione, creare i posti di lavoro del futuro e spianare la strada verso una nuova era digitale.
Alla luce di questi interessanti nuovi sviluppi, ritengo che non sarà solo il 2017 a essere l’anno dell’automazione, ma che questo fenomeno continuerà sicuramente in maniera progressiva per diversi anni a venire. Comunque vadano le cose, sono convinto che il dibattito sull’argomento non si esaurirà a breve e che sarà oggetto di molte altre discussioni future con amici e colleghi.